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Dunkirk di Christopher Nolan

5 settembre 2017 Recensioni 4 Commenti
Dunkirk

Warner, 31 Agosto 2017 – Possente

A cavallo tra maggio e giugno 1940, le truppe tedesche bloccano più di 400.000 soldati inglesi e francesi sulle spiagge di Dunkerque, alla punta più settentrionale della Francia. La salvezza è al di là della Manica, ma i tedeschi attaccano sistematicamente ogni natante che cerca di trasportare i soldati sul suolo inglese…


Una scena di DunkirkLa vicenda di Dunkirk è narrata da Christopher Nolan con il suo usuale approccio di racconto sfasato nel tempo e, questa volta, anche nello spazio. I punti di vista sono infatti tre: quello a terra, dei soldati, dei feriti, degli ufficiali. Quello sul mare, delle navi-ospedale, delle navi militari, delle barche da pesca che alla fine furono fondamentali nel soccorrerli. Quello dal cielo, nel quale combattono, con gesta eroiche, gli aviatori Alleati.

Una scena di DunkirkLe varie vicende di questo film – che non ha davvero un protagonista principale, se non la guerra – si intrecciano e intersecano, fino a raccontarci esempi umani vari, come spesso accade nei film che ritraggono episodi di guerra. Assistiamo allora al cameratismo come anche all’odio causato dalle difficoltà di sopravvivere; all’amicizia che nasce anche senza parole; alla durezza degli ufficiali, ma anche alla pacatezza e al coraggio degli stessi; all’eroismo di molti uomini comuni che, senza cedere alla paura, misero a disposizione se stessi e le proprie imbarcazioni per salvare i militari accerchiati.

Una scena di DunkirkNonostante il rischio, davvero elevato, di fare il “solito film di guerra hollywoodiano” – tranello in cui era caduto, ad esempio, Indianapolis – Christopher Nolan riesce a confezionare una pellicola interessante, tesa, emozionante e a tratti commovente; che cattura lo spettatore e lo tiene incollato alla poltrona per tutta la sua durata. Ottime sia le scene più legate all’elemento umano, sia quelle di combattimento; decisamente interessante la scelta di non indulgere nell’orrore e nello splatter: la guerra è già abbastanza orribile senza bisogno di mostrare spaventosi, inutili, dettagli. Buone tutte le prove degli attori, sia delle presenza più famose – come Branagh o Hardy – sia degli esordienti. Coerente la ricostruzione storica. Un cenno a parte merita, in particolare, l’ottima scelta della fotografia che richiama, senza però eccedere, i filmati reali della Seconda Guerra Mondiale.

Dunkirk è un film da vedere, un raro caso di film di guerra che non si limita a essere l’ennesimo!


La locandina di DunkirkTitolo: Dunkirk (Id.)
Regia: Christopher Nolan
Sceneggiatura: Christopher Nolan
Fotografia: Hoyte Van Hoytema
Interpreti: Fionn Whitehead, Tom Gllynn-Carney, Jack Lowden, Harry Styles, Aneurin Barnard, James D’Arcy, Barry Keoghan, Kenneth Branagh, Cillian Murphy, Mark Rylance, Tom Hardy
Nazionalità: USA, 2017
Durata: 1h. 46′


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Attualmente ci sono 4 commenti a questo articolo:

  1. Andrea ha detto:

    E la cosa migliore è che pur facendo un filmone così ‘atipico’, Nolan riesce comunque ad andare bene al box office! Nel momento in cui commento, è a quota 460 mil di dollari (e ne è costati 100).
    Penso che in quanto a mettere d’accordo critica e incassi sia secondo solo a James Cameron.

  2. Eddie ha detto:

    Film maestoso, ma per quanto possa comprendere la scelta stilistica del commento musicale onnipresente, non la condivido. Serve a immergerti e blablabla, ma mi ritrovo a fare la voce fuori dal coro e a dire che è una scelta che va a scapito della tensione, siccome a un tratto diventa la normalità sentire quel suono ansiogeno. Dovrebbe teoricamente servire a creare tensione “costante”, ma per me la messa in scena del film e gli eventi fanno già tutto da soli senza il bisogno che io mi becchi un’emicrania per colpa della musicaccia pretenziosa di Zimmer.

  3. Plissken ha detto:

    Concorso con la Cavallini soprattutto su una cosa: non è “l’ennesimo” film di guerra e questo gli fa onore senz’altro, ma alla fine della visione (mea culpa?) non m’è rimasto granché; i personaggi “scivolano” via nonostante la perizia eccelsa con cui molte scene sono state dirette. Insomma, nel mio caso, è venuta a mancare la necessaria empatia essenziale all’agognato coinvolgimento emotivo.

  4. Marco ha detto:

    Nolaniano fino al midollo.
    Scene ammirevoli e maestose.
    Regia e montaggio, come sempre, ineccepibili.
    Non un film di guerra, ma una ballata sulla guerra.
    Da vedere sicuramente.

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