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Essi vivono di John Carpenter

20 ottobre 2003 Recensioni 5 Commenti
Essi vivono

Columbia, 1989 – Spietato

John Nada è un operaio che viene assunto come operaio in un cantiere edile di Los Angeles. Un giorno ritrova una scatola piena di strani occhiali da sole, occhiali che gli rivelano una nuova realtà, in bianco e nero: i cartelloni pubblicitari contengono messaggi subliminali e molte persone hanno un aspetto simile a zombi…


George Nada è il protagonista del racconto Eight O’Clock in the Morning, scritto nel 1963 da Ray Faraday Nelson. John Carpenter, sotto lo pseudonimo di Frank Armitage (L’orrore di Dunwich di Lovecraft), prende spunto da quelle quattro pagine per scrivere Essi vivono, un film che nasconde dietro un’ambientazione fantascientifica una pesante critica politico-sociale agli Stati Uniti dell’epoca Reagan. Vista anche la brevità del racconto, le differenze sono molte: nelle pagine di Nelson nulla si sa della vita di Nada o della città in cui vive, e gli “Affascinatori” che dominano la Terra sono dei lucertoloni verdi con quattro occhi gialli dediti al consumo di carne umana.

Carpenter innanzitutto dà al suo eroe il proprio nome e gli crea un background in tema con il cognome: Nada, “niente”, diventa un vagabondo senza lavoro che vive in una baraccopoli di L.A., che è qui la città più realistica di tutta la filmografia del regista. Carpenter dà poi ai suoi alieni l’aspetto inquietante degli zombi di George Romero e ne modifica sostanzialmente la natura: non sono sulla Terra in cerca di cibo, ma per semplice volere di conquista e dominazione. Quest’ultimo aspetto rappresenta la base del discorso critico che Carpenter fa con questa sua tredicesima regia.

Attraverso il segnale televisivo, gli alieni trasmettono una serie di messaggi subliminali che dominano la mente degli esseri umani condizionandone lo stile di vita (“obbedisci”, “consuma”…) e mascherano il proprio aspetto in quello di persone all’apparenza normali, che occupano tutti i posti di potere della metropoli californiana. Non c’è bisogno di spiegare come questo espediente narrativo nasconda una precisa critica alla società dei consumi e al potere dei media. E se il George Nada di Faraday si sveglia dall’ipnosi (perché tale era) per colpa di un mago da circo, il John Nada di Carpenter deve indossare degli occhiali che tolgono il colore alle immagini e mostrano così la realtà com’è davvero. Togliere il colore… l’esatto opposto di ciò che Ted Turner stava iniziando a fare in quel periodo con i film classici della MGM…

Insomma, Essi Vivono è un duro ancorché ironico film politico nascosto sotto una confezione da pellicola fantascientifica a basso costo; l’ennesima riflessione di Carpenter sulla percezione della realtà, la sua critica più feroce alla società consumistica. E anche qui come in quasi tutti i suoi film, il cattivo è colui che veste in giacca e cravatta.


La locandina di Essi vivonoTitolo: Essi vivono (They Live)
Regia: John Carpenter
Sceneggiatura: Frank Armitage (alias John Carpenter)
Fotografia: Gary B. Kibbe
Interpreti: Roddy Piper, Keith David, Meg Foster, Peter Jason, George “Buck” Flower, Raymond St. Jaques, Jason Robards III, John Lawrence, Susan Barnes, Sy Richardson, Wendy Brainard, Lucille Meredith, Susan Blanchard, Norman Alden, Larry Franco
Nazionalità: USA, 1988
Durata: 1h. 35′


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Attualmente ci sono 5 commenti a questo articolo:

  1. Cuffari Francesco ha detto:

    John Carpenter è sempre stato un genio. Solo David Cronenberg e David Lynch valgono quanto lui secondo me. Con questo film, poi, ha letteralmente superato se stesso.

    Ancora una volta è un disadattato l’eroe che deve salvare il mondo. Un mondo insalvabile i cui abitanti sono solo marionette mosse da fili invisibile che rispondono ai comandi dei padroni. L’idea degli occhiali da sole che vedono cosa c’è veramente dietro ai cartelloni pubblicitari e alle riviste è fenomenale. Uno dei migliori 10 film di sempre. Troppo profondo e aggressivo per poter essere apprezzato da tutti.

    Tiziano Sclavi ha scopiazzato da questo favoloso film tirando fuori il deludente n°62 di Dylan Dog “I vampiri”.

  2. Anonimo ha detto:

    IL SIGNORE DEL MALE DI CARPENTER COM’È?

  3. Alberto Cassani ha detto:

    E’ interessante, ma secondo me è inferiore a molte altre cose che Carpenter ha fatto.

  4. Marco ha detto:

    Questo film è interessante ma non mi ha entusiasmato più di tanto, forse per come il regista ha diretto il tutto, troppe sparatoie e inseguimenti alla fine, ma comunque l’idea è intrigante, anche per il periodo cui è stato girato.
    Di Carpenter consiglio assolutamente Il Seme Del Male, Halloween e (non me ne vogliate) mi è molto piaciuto anche Il Villaggio Dei Dannati. La Cosa (non me ne vogliate) non mi ha entusiasmato più di tanto.

  5. Plissken ha detto:

    Concordo appieno con la bella recensione… altro che occhialini 3D!-)

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