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Evolution! Mallorca International Film Festival - Intervista a Sandra Seeling

25 ottobre 2016 Interviste 0 Commenti
Evolution! Mallorca International Film Festival 2016

24 Ottobre 2016

Attrice attiva da quando aveva 14 anni, la berlinese Sandra Seeling Lipski ha fondato nel 2012 Evolution!, un festival internazionale che si tiene a Palma di Maiorca nel mese di novembre. Abbiamo parlato telefonicamente con lei per farci raccontare la genesi del festival e dell’edizione 2016…


Sandra Seeling Lipski, fondatrice e direttrice dell'Evolution! Mallorca International Film FestivalTu hai iniziato a fare l’attrice quand’eri ancora adolescente e in seguito hai diretto un paio di cortometraggi e una puntata di una serie Tv. Poi nel 2012 ha deciso di fondare l’Evolution! Mallorca Film Festival. Perché?
Sono nata a Berlino ma sono cresciuta nell’isola di Maiorca, ed è qui che ho iniziato a recitare, in una serie Tv. Quando mi sono spostata a Los Angeles ho iniziato a dirigere cortometraggi, e alcuni di questi sono stati presentati nei festival. Quando ho provato a mandarne uno al Mallorca Film Festival ho scoperto che non esisteva! Ho fatto un po’ di ricerche e ho visto che alcuni ci avevano provato, magari l’hanno fatto per un anno o due, ma non sono mai riusciti a farlo decollare. Così ho deciso di provarci io, grazie a ciò che ho imparato del cinema lavorandoci e dei festival andandoci. Siamo arrivati al quinto anni, e credo si stia creando qualcosa di davvero speciale.

Ma come nasce, un’edizione del festival?
Io durante l’anno vivo a Los Angeles, vengo qui tre volte all’anno e mi fermo un paio di mesi. Essendo cresciuta qui ho ancora un sacco di contatti, e tutti ci hanno aiutati molto fin dall’inizio. E così anche l’industria locale del cinema. Stiamo crescendo lentamente, perché l’idea è sempre stata di fare un passo per volta. So che le persone che hanno provato a fare il festival prima di me sono partite subito pensando in grande, con un grosso budget già dal primo anno. Volevano fare un Cannes o una Berlinale qui a Maiorca, ma così è impossibile: devi partire piano e guadagnarti la fiducia degli isolani, dei registi, delle persone che amano il cinema e la cultura. Anche perché l’isola è molto varia: c’è una grossa comunità di tedeschi, una comunità britannica, una svedese… C’è voluto tempo per essere accettati da tutti ma penso che oggi, dopo quattro anni di lavoro, ci siamo riusciti.

Quanti spettatori avete, ogni anno?
L’anno scorso, comprendendo gli eventi come i workshop e gli incontri, abbiamo avuto più di 2.000 presenze.

Un momento dell'Evolution! Mallorca International Film Festival 2015Per un festival piccolo come Evolution! è difficile creare un programma di qualità, considerando i tanti festival che ci sono in giro per l’Europa?
Di certo non è facile… Ho sempre voluto che il festival di Maiorca fosse un festival internazionale, non solo un festival del Mediterraneo o dell’Europa, così ho sempre cercato di sfruttare i miei contatti a Hollywood, e questo credo sia un vantaggio che pochi festival europei hanno. Ad esempio quest’anno abbiamo ospite Danny DeVito, a cui sarà consegnato l’Evolution Onorary Award. E’ un premio che diamo a una personalità che all’inizio della sua carriera è stata protagonista del cinema indipendente, e penso che Danny DeVito sia la persona perfetta per questo riconoscimento. I film che ha realizzato negli anni Settanta magari oggi sono considerati dei classici, dei cult, ma sono stati realizzati in maniera indipendente.

Ma che cosa cerchi, nei film che selezioni per il festival?
Fin dall’inizio l’idea era di unire le diverse culture, per cui ho sempre cercato di proporre film che presentassero culture diversi, linguaggi diversi… Voglio che il pubblico che viene al cinema parta per un viaggio, che visiti un altro paese senza portarsi dietro la valigia. Vogliamo mostrare al pubblico una finestra aperta su un altro mondo, se vogliamo. Cerchiamo di farlo sia con i lungometraggi sia con i corti e i documentari, e credo che in questo stia andando molto bene.

Per cui possiamo dire che ogni anno cerchi di mandare un messaggio al pubblico…
Sì. Voglio che la gente esca da un film dopo essersi emozionata, o presentare dei film che magari favoriscano un cambiamento nella vita degli spettatori, come ad esempio convincerli a partire per un’avventura che hanno sempre voluto fare. E poi cerchiamo di essere anche istruttivi, per cui spero che tornino a casa sapendo più cose di quante ne sapevano prima. Quest’anno parliamo in particolare di immigrazione e rifugiati, raccontando storie su di loro e dal loro punto di vista, un punto di vista molto diverso da quello cui siamo abituati a vedere in televisione: storie molto personali su come le persone provano ad adattarsi a una nuova vita in un altro paese

Una scena di El Destierro di Arturo Ruiz, film di apertura dell'Evolution! Mallorca International Film Festival 2016Ma è diverso il modo in cui selezionate i lungometraggi rispetto ai corti?
In generale cerco sempre la stessa cosa – l’aspetto culturale, come ho detto – però siamo un festival aperto alle proposte, direi che il 70% dei film che presentiamo arrivano dalle proposte che riceviamo mentre il restante 30% è selezionato dai festival a cui partecipo. Però non parto con un tema, cerco di capire cosa propone l’anno in corso: noi apriamo alle proposte a gennaio, e io inizio a guardare i film da marzo; in questo modo mi faccio un’idea di quali sono i temi più caldi del momento. Ovviamente quest’anno abbiamo ricevuto un sacco di film sull’immigrazione e la situazione dell’Europa, di conseguenza questi argomenti giocano un ruolo importante nei temi del festival di quest’anno.

Nell’Evolution! Mallorca Film Festival c’è una sezione dedicata ai film realizzati alle Baleari. E’ importante per il festival restare vicino alle sue radici geografiche?
E’ importantissimo! All’inizio quella sezione era molto piccola, credo per via della mentalità e la cultura di Maiorca: qui le persone devono fidarsi di te per darti i loro film, e poi ovviamente non c’è un’industria particolarmente sviluppata. Però quest’anno abbiamo 13 film che sono stati realizzati sull’isola, anche se non tutti da registi maiorchini. Devo cercare attentamente, perché ad esempio due film – Dusky Paradise del tedesco Gregory Kirchhorff e Parasol del belga Valéry Rosier – non sono stati realizzati con il supporto della film commission: sono venuti qui e hanno girato in maniera totalmente indipendente, girando interamente sull’isola. Ne sono usciti due splendidi film che sono già stati presentati in altri festival, e che è veramente bello poter avere qui quest’anno.

E c’è anche una sezione dedicata ai bambini. Credi che i festival possano essere importanti per trasmettere l’amore per il cinema nelle giovani generazioni?
Credo siano molto importanti, perché i giovani non hanno lo stesso rapporto con il cinema che avevamo noi. Io sono nata nel 1983, e probabilmente la mia generazione è l’ultima per la quale era normale andare al cinema durante il weekend. I ragazzi di oggi sono incollati ai loro iPad e ai loro telefoni, non conoscono davvero l’atmosfera dei cinema. Questa sezione ce l’abbiamo fin dall’inizio ed è sempre meraviglioso vedere i bambini venire al cinema, e magari è la prima volta che i genitori li portano. E’ veramente una splendida esperienza.


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