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"Il concerto" di Radu Mihaileanu

3 febbraio 2010 Recensioni 13 Commenti
Pietro Salvatori, 18 Ottobre 2009: Avvolgente
Bim, 5 Febbraio 2010

All’epoca di Brežnev Andreï Filipov è il più grande direttore d’orchestra dell’Unione Sovietica, ma viene licenziato dal Bolshoi quando si rifiuta di separarsi dai suoi musicisti ebrei. Trent’anni dopo lavora ancora al Bolshoi, ma come uomo delle pulizie…


Radu Mihaileanu non è nuovo ad ammaliarci con pellicole intense ma misurate, dosate nei tempi e nei modi al millimetro, dalla perfetta gestione dell’immagine e degli snodi narrativi. Lo abbiamo scoperto con Vai e Vivrai, ma ancor più con Train de Vie, che nel 1998 si conquistò ben due candidature alla notte degli Oscar. A distanza di qualche anno è ancora un Festival, dopo Berlino e Venezia, ad accogliere il suo nuovo lungometraggio. Tocca a Roma questa volta ad ospitare Le Concert, coproduzione internazionale tra Francia, Romania, Belgio e Italia, ambientata in una Mosca contemporanea profondamente intrecciata al proprio passato sovietico.

Dopo i titoli di testa incontriamo Andreï Filipov in controcampo all’orchestra del Bolshoi che dirige, ma il campo si allarga e lo scopriamo semplice addetto alle pulizie che sbircia da dove non dovrebbe. Ma il suo dirigere non è casuale. Mihaileanu ci avvolge in una storia che, pur svolgendosi nel presente, è antica, immerge le proprie radici nel recente passato di un paese che ancora fatica a somatizzare i profondi solchi tracciati nella carne da settant’anni di feroce regime. E’ stato proprio il regime a far ruzzolare Andreï lungo la scala sociale. Degradato da ammiratissimo direttore d’orchestra a semplice inserviente, ad Andreï balena in mente una pazza idea: rimettere insieme la sua vecchia orchestra, spacciandola per quella vera, in una serata al prestigioso Chatelet di Parigi. Una serata dedicata a Tchaikovsky, attorno alla quale molta polvere sarà rimossa dalle carte del passato.

E’ ancora il connubio tra questione razziale e dittatura ad affascinare Mihaileanu, anche se i toni sono più sfumati e il cuore della vicenda si trova altrove. La dittatura nazionalsocialista lascia il posto a quella comunista, mantenendo il centro narrativo sempre su un eterogeneo gruppetto di ebrei che offrono la cifra narrativa e umoristica del film. Dramma e commedia si intrecciano in dosi indovinatissime, calibrate al grammo, i personaggi secondari sono cesellati con cura maniacale.

Una pellicola avvolgente, intensa, che trova uno straordinario interprete in Alexeï Guskov, volto noto in Russia ma per lo più sconosciuto (a torto) all’estero.

Nella sequenza finale, cullati dalle note di Tchaikovsky, presente e passato, affetti e dolori, gioie ed amori si fondono in un’unica, magica, poesia.


Titolo: Il concerto  (Le concert)
Regia: Radu Mihaileanu
Sceneggiatura: Radu Mihaileanu
Fotografia: Laurent Dailland
Interpreti: Alexeï Guskov, Dmitry Nazarov, Mélanie Laurent, François Berléand, Miou Miou, Valeri Barinov, Anna Kamenkova Pavlova, Lionel Abelanski, Alexander Komissarov, Ramzy, Laurent Bateau, Guillaume Gallienne
Nazionalità: Francia – Italia – Romania – Belgio, 2009
Durata: 1h. 59′


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Attualmente ci sono 13 commenti a questo articolo:

  1. michaela ha detto:

    n umor alla Shalom Alehem, con un finale magnifico nella sua meravigliosa armonia di sguardi, suoni, musica, e vibrazioni umane. E un film altamente umanistico, per quelli che come me hanno visuto tempi teribilmente duri.

  2. Alberto Cassani ha detto:

    Mihaileanu è un ottimo regista. Peccato che il pubblico italiano sia poco interessato alle storie che racconta…

  3. Sole ha detto:

    Questo film l’ho visto all’Anteprima all’Auditorium, un film emozionante per chi ama la musica classica e per chi vuole divertirsi. Radu si è superato, il finale è sorprendente e mi ha commosso molto!

  4. Sebastiano ha detto:

    A Milano esce in ben 5 sale! Infatti sta nevicando.

  5. sebastiano comis ha detto:

    Film divertente salvo la parte, appiccicata un po’ a fatica, riguardante la violinista.Anche la storia dei musicisti ebrei perseguitati (Stern, Oistrach, Milstein?) addirittura da Breshnev, con la famosa violinista che muore in un lager nel 1981(!)) non sta in piedi. Ma per chi non ha visto Ninotchka può andare.

  6. Carlotta ha detto:

    Mi ha suscitato mote emozioni…..che bel film

  7. Anonimo ha detto:

    fa schifo

  8. Anonimo ha detto:

    perché farebbe schifo?

  9. Anonimo ha detto:

    …per me è il più bel film di tutta questa stagione! coniuga in modo mirabile una sinfonia di registri narrativi..ed esci dal cinema arricchito…

  10. Renato JUNGANO ha detto:

    Caro Radu,
    Le scrivo per comunicarLe le mie emozioni, intensissime, che ho vissuto vedendo” Il Concerto”, film che ho visto e rivisto venti e più volte in pochi giorni.
    La lunga scena finale, che ho apprezzato in tutte le sue molteplici e profonde sfumature, mi ha fatto tornare in mente la scena finale della Odissea di Omero, quando Ulisse dopo venti anni di peregrinazioni, di sofferenze, di tristi ricordi di un mondo che sembrava perduto in maniera irrimediabile, riesce, lui solo, a tendere la corda dell’arco da lui stesso costruito molti anni prima e a lanciare la freccia facendola passare attraverso i fori di dodici scuri allineate.
    Me lo ha ricordato per quanto di catartico trionfo è contenuto in quel racconto e nella scena del suo film; entrambi giungono dopo una lunga sequenza di tormenti, di sofferte usurpazioni e di appropriazioni ingiuste della propria vita.
    Ulisse ritrova il suo regno Andrei la sua orchestra, Eumeo Argo e il popolo di Itaca ritrovano il proprio Re la vecchia orchestra del Bolschoi trova il suo direttore, Telemaco ritrova il padre e Anne Marie ritrova le sue origini.
    Non conoscevo Mélanie Laurent ; devo dire che sono rimasto impressionato dalla sua recitazione soprattutto in un particolare, che credo la caratterizzi tra le grandi attrici; per tutta una parte del film è una giovane donna dalle notevoli qualità tecniche di violinista ma solo un prodotto di buona scuola anche se sostenuto da un indiscutibile talento. Non c’é la donna. Poco a poco viene fuori la donna ed è la trasformazione che culmina nelle lacrime finali. Nella mia memoria ricordo poche volte in cui un’attrice sostiene una parte del genere.
    Mi viene in mente, ovviamente, Joan Fontaine in Rebecca di Hitchcok, quando dalla scialba dama di compagnia nasce la donna, mentore Laurence Olivier e la sua intensa e triste vicenda.
    Devo dire, inoltre, che la Laurent emana un fascino magnetico……………..francese.
    Il vecchio impresario ci fa capire quanto di sano ci fosse nelle intenzioni e nei sentimenti di chi credeva in un mondo che forse non si può realizzare, contrapposto a un mondo più falso e più vuoto ma più facile, più “umano” e, forse, purtroppo, più concreto.
    Sono per miei antichi motivi molto legato alla sofferenza degli ebrei nel corso della Storia e, mi consenta un’altra annotazione personale: sono molto vicino alla creazione della musica, al suo studio assiduo e pervicace e alla irripetibilità perentoria della esecuzione della musica medesima; infatti sono chirurgo e la mia vita si è svolta e si svolge intorno a tutto questo con una similitudine speculare.
    Mi farebbe tanto piacere conoscerLa; mi contenterò, comunque, di rivederla ancora sullo schermo attraverso le Sue opere.
    Distintamente La saluto.
    Renato Jungano

  11. ornella ha detto:

    quanto ci sarebbe da dire su questo bellissimo film! dopo ” train de vie” avevo fiducia in Mihaileanu, ma non mi aspettavo certo tutte le emozioni vissute ieri al cinema.
    Grazie davvero per questa capacità di farci sorridere e anche emozionare.
    Tanti complimenti a Guskov e alla Laurent: ma dove sono stati sino ad ora? in che altri film hanno lavorato?
    un grande applauso a tutti!
    ornella
    Milano, 2 maggio 2010

  12. Antonio P ha detto:

    La Laurent è apparsa anche in Bastardi senza gloria di Tarantino, nel quale film ha ricoperto una parte piuttosto importante…anche lì ebrea, francese e bellissima 🙂

  13. Luigi ha detto:

    Mi è piaciuto tantissimo e per come sono fatto, ho pianto. La musica accompagna e stimola le emozioni come un vento avvolgente. Ecco, sono uscito contento.

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