Fuoco su di me di Lamberto Lambertini

Istituto Luce, 31 Marzo 2006 – Interessante
Il giovane Eugenio torna a Napoli dopo essere stato ferito in battaglia. Mentre il nonno paterno ne condivide ideali e stati d’animo, il cugino tenta inutilmente di farlo tornare nell’esercito. Ma Eugenio, deciso a non combattere mai più, intraprende un viaggio interiore che lo porterà a conoscere se stesso e anche l’amore….
La trama del film appena raccontata è in realtà parallela a un’altra che riguarda invece la figura storica di Gioacchino Murat. E’ interessante vedere come il regista Lamberto Lambertini decida di farne il co-protagonista, trattando gli ultimi anni della sua vita. Ne nasce un personaggio correttamente carismatico e volitivo, tanto da affrontare il plotone d’esecuzione in modo decisamente stoico e valoroso.
Tuttavia, per quanto la vita di Eugenio scorra parallela a quella del re di Napoli, questi due personaggi sono opposti nell’indole: il giovane non si accende di furori eroici né è attratto da glorie militari, soprattutto perché gli è bastato combattere una volta per comprendere l’inutilità di tutte le guerre. Neppure l’ipotesi dell’unificazione dell’Italia lo spinge a rientrare nell’esercito, perché è convinto che ormai non c’è più nulla per cui combattere. La sua indole lo porta piuttosto a coltivare altre sue passioni, quali la lettura e la scrittura, oltre che alla contemplazione della luna nel bel mezzo del mare, anche in tempesta.
La duplice idea di base che muove Fuoco su di me è senza dubbio valida e interessante, tuttavia c’è qualcosa nel suo svolgimento che non convince completamente. Per quanto il film sia anche coraggioso e ambizioso nel trattare simili tematiche e contesti, manca infatti di smalto, perché non si accende e non accende l’animo dello spettatore. Eugenio è un personaggio interiormente tormentato, ma il suo atteggiamento non lo è abbastanza, o non lo è come dovrebbe essere. Nemmeno quando si innamora della ragazza che lo ha salvato dal naufragio e deve rinunciare a lei, il personaggio si anima come il suo tormento esistenziale e il suo dolore vorrebbero; né Eugenio si decide all’azione neppure in questa circostanza – e, quindi, non solo in guerra – per esempio chiedendole spiegazioni – peraltro, lasciate all’intuito dello spettatore, anziché esplicitate – o lottando almeno per lei.
Fuoco su di me risulta invece dialettico nella contrapposizione azione/passività e ragione/sentimento, quest’ultima rispettivamente incarnata dal cugino di Eugenio – non a caso ex-giacobino e ora fervido sostenitore di Murat – e dal personaggio del ragazzo. La filosofia è a sua volta incarnata dal nonno di Eugenio, che dissemina nel film momenti filosofici a volte un po’ forzati ma comunque interessanti. Tuttavia, nonostante il limite del film consista sostanzialmente nello sviluppo – ma non nella resa – del personaggio di Eugenio, il risultato è più che apprezzabile.
Da citare la notevole ricostruzione di scene e di costumi, oltre che la bella quanto suggestiva fotografia.
Titolo: Fuoco su di me
Regia: Lamberto Lambertini
Sceneggiatura: Lamberto Lambertini
Fotografia: Pino Sondelli
Interpreti: Omar Sharif, Massimiliano Varrese, Sonali Kulkarni, Zoltàn Ràtòti, Maurizio Donadoni, Nicola Di Pinto, Antonella Stefanucci, Giacinto Palmarini, Marc Fiorini, Susanna Smit, Bruno Leone, Surama De Castro, Michele Alhaique
Nazionalità: Italia, 2005
Durata: 1h. 40′
Commenti recenti