I figli della notte di Andrea De Sica

01 Distribution, 31 Maggio 2017 – Potente
Giulio viene spedito contro la sua volontà in un collegio immerso nella neve, per poter divenire il futuro rampollo della nuova classe dirigente. Ben presto, il giovane si renderà conto che dietro quelle mura si celano misteri intricati e legati a un passato oscuro, mentre diventa sempre più forte la sua amicizia con il coetaneo Edo…
Se fossimo all’università e l’opera prima di Andrea De Sica, I figli della notte, fosse l’esame di uno studente, il voto non potrebbe essere che trenta e lode. Senza troppi complimenti o sviolinate elogiative, tanto inutili quanto fastidiose, è giusto capire e affrontare subito il cuore della situazione, ovvero che ci si trova di fronte a un film maturo, compatto e molto inquietante. La cosa che sorprende e affascina è proprio che questa è un’opera prima ma non ci sono quelle sbavature e quegli elementi fuori posto che ci si può aspettare da un giovane che si cimenta per la prima volta dietro la macchina da presa: tutto è rodato alla perfezione e calcolato al millimetro per la gioia dello spettatore e del cinefilo.
La struttura geometrica della pellicola di De Sica è una perfetta matrioska a incastro, dove ogni tassello è un piccolo specchio che serve per riflettere molti altri elementi che si vanno a incastonare nel quadro principale. Un quadro sorretto da una buona sceneggiatura dove logica, impianto ed esposizione sono curati nei minimi particolari. La parte dialogica non cede mai alle lusinghe dello “spiegone” fine a se stesso, mostrandosi dura e cruda, tagliente e ironica nell’illustrare un microcosmo all’interno di un mondo apparentemente autorevole e conformista.
I personaggi sono straordinariamente ben delineati e cesellati in tutta la loro grazia e anche ripugnanza (non devono per forza essere piacevoli, ma rimanere impressi nella mente di chi guarda). In particolar modo la coppia formata da Giulio e Edo assume delle connotazioni straordinariamente vive. Agli antipodi caratterialmente e fisicamente, nel corso della narrazione filmica la coppia diventa una sorta di unicum indissolubile e dal fascino inquietante, sopratutto quando si addentrano nella parte legata alla ghost story e alla scoperta dei segreti di questo strano, quanto lugubre, edificio. I figli della notte è infatti un film di genere che mischia abilmente gli elementi a disposizione e che ha un occhio puro e internazionale come non accadeva da anni.
Andrea De Sica si dirige verso il Jack Clayton di Suspense e, sopratutto, il bellissimo Arrivederci Ragazzi di Louis Malle, e lo fa con uno sguardo gelido e chirurgico, dove il pathos è a servizio delle azioni e si sottomette alla perfetta atmosfera da incubo gotico che si crea nella definizione della storia. La bravura è facile da scoprire: bastano tutte le scelte stilistiche utilizzate con la macchina da presa per inquadrare il collegio e capire che il giovane ha un occhio visionario abbastanza potente e spiazzante, oltre all’utilizzo – mai come in questo caso azzeccato – di una canzone tanto popolare ma raffinata come “Ti sento” dei Matia Bazar. La voce cristallina di Antonella Ruggiero è davvero in perfetta simbiosi con le immagini oscure del locale notturno e poi con lo sguardo malizioso e assassino del protagonista nel finale, forse uno dei migliori dell’ultimo anno. A rendere il quadro, complessivamente, al di sopra della media contribuisce anche un lavoro di casting perfetto e accurato, dove spicca Vincenzo Crea, che con il suo viso da angelo caduto racchiude tutta l’essenza della pellicola. Promosso e a pieni voti.
Titolo: I figli della notte
Regia: Andrea De Sica
Sceneggiatura: Andrea De Sica, Mariano Di Nardo, Gloria Malatesta
Fotografia: Stefano Falivene
Interpreti: Vincenzo Crea, Ludovico Succio, Fabrizio Rongione, Yuliia Sobol, Luigi Bignone, Pietro Monfreda, Michael Bernhard Plattner, Dario Cantarelli
Nazionalità: Italia, 2017
Durata: 1h. 25′
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