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"Il papà di Giovanna" di Pupi Avati

31 agosto 2008 Recensioni 2 Commenti
Tiziana Cappellini, 31 Agosto 2008: Doloroso
Medusa, 12 Settembre 2008

A Bologna sul finire degli anni ’30, Giovanna è una diciassettenne alle prese col primo innamoramento. Ma Giovanna ha dei disturbi mentali, e neanche l’amorevole padre Michele riuscirà a capire davvero e in tempo quello che accade nella sua mente prima che questo si traduca in un tragico fatto…


Il film che Pupi Avati ha presentato in Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia racchiude nel titolo tutta la tematica che questa volta il regista – che ha anche scritto la sceneggiatura – ha inteso affrontare, riportando una costante ricorrente nella sua poetica, ovvero l’ambientazione risalente a qualche decennio fa, in questo caso specifico quella di un’Italia sull’orlo della Seconda Guerra Mondiale. Se in quel periodo Avati era un bambino, nel film c’è qualcosa che riguarda proprio quel momento della sua vita, ovvero la ricostruzione da lui voluta in modo meticoloso della casa in cui allora viveva a Bologna, così come questa città è stata da lui eletta quale ambientazione della vicenda. Si tratta di particolari intimi confidati dal regista durante la conferenza stampa, particolari che a loro volta sono stati utili a dare vita a una storia ugualmente intima.

Nel film si narra di una famiglia particolare, nella quale i due genitori hanno allevato in maniera diversa la loro figlia Giovanna, sofferente di disturbi psichici. Fra i due genitori, è il papà di Giovanna quello che ha stretto un legame forte e profondo con la figlia, è il papà di Giovanna che ha scelto di proteggerla facendole vedere il mondo e soprattutto se stessa attraverso una visione irreale che si rivelerà poi tragicamente pericolosa. Ed è sempre il papà di Giovanna che sceglie di occuparsi della figlia che invece riesce a vedere sempre e solo attraverso gli occhi dell’amore paterno. Ed è questo incondizionato amore paterno che viene esplorato con sensibilità durante tutto il film, in cui anche la storia è protagonista attraverso l’ambientazione nel periodo fascista che poco dopo sfocia nella Seconda Guerra Mondiale della quale, pur con poche scene, si narra e si mostra quanto basta per renderla credibile. Ed è questo amore paterno che si lascia ammirare per tutto il film insieme all’interpretazione che ne fa Silvio Orlando, interpretazione ancora più lodevole se si pensa che – come l’attore ha avuto modo di spiegare sempre in occasione della conferenza stampa – non avendo l’esperienza paterna dalla quale attingere direttamente, gli è stato necessario immaginare molto. Attraverso la sua interpretazione, si può assistere alla tenerezza paterna di fronte a una figlia particolare come lo è la sua, si può assistere alla naturale incredulità di fronte a ciò che per lui è incredibile fino alla prova dei fatti. E, sempre attraverso la sua interpretazione, si può assistere alla grandezza di un uomo che, pur venendo considerato “uno degli ultimi” dalla sua stessa moglie, nella parte finale del film darà una profonda lezione di vita e dignità a questa stessa donna che non è mai stata in grado di essere madre veramente.

È invece Alba Rohrwacher – che rivela anche nelle più piccole ma non irrilevanti sfumature una rara sensibilità – a dare vita a un personaggio fragile ma intenso, che vive in una propria dimensione mentale nutrendo delle fantasie a volte erroneamente alimentate dal padre, sempre però nell’intento di proteggerla dal mondo reale. Ma Giovanna è anche un personaggio in grado di cogliere sprazzi di questa stessa realtà in modo sorprendentemente lucido, compiendo a volte azioni suggerite da una certa furbizia e che porta a interrogarsi su dove stanno i veri confini tra pazzia e lucidità.


Titolo: Il papà di Giovanna
Regia: Pupi Avati
Sceneggiatura: Pupi Avati
Fotografia: Pasquale Rachini
Interpreti: Silvio Orlando, Francesca Neri, Ezio Greggio, Alba Rohrwacher, Manuela Morabito, Serena Grandi, Valeria Bilello, Gianfranco Jannuzzo, Paolo Graziosi, Sandro Dori, Rita Carlini, Antonio Pisu, Edoardo Romano, Lorena Miller
Nazionalità: Italia, 2008
Durata: 1h. 44′


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Attualmente ci sono 2 commenti a questo articolo:

  1. Anonimo ha detto:

    E’ un film bellissimo che ti fa stare giorni a pensare.

  2. Alejandro Cervera ha detto:

    Me gustó mucho. Conmovedor e interesante. Grandes actuaciones.

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