"Il partigiano Johnny" di Guido Chiesa
Fandango, 17 Novembre 2000 – Ripetitivo
Uno studente universitario si unisce ad un gruppo di partigiani più per noia che per vera convinzione. Durante il durissimo Inverno del ’44, però, Johnny trova finalmente la sua dimensione ideale, le sue vere motivazioni, e quando arriva il momento di attaccare i fascisti, non ha più dubbi e si getta all’attacco…
Terzo lungometraggio di fiction diretto dal torinese Guido Chiesa, Il partigiano Johnny è indubbiamente ben girato ma risulta troppo freddo per riuscire a emozionare davvero lo spettatore. E’ proprio la storia, il modo in cui è narrata, a non convincere: il conflitto interiore del protagonista, i suoi dubbi sul vero significato dell’essere partigiano, non riescono assolutamente a trasparire da ciò che ci viene mostrato.
Dal punto di vista tecnico il film è ineccepibile: una regia movimentata, una bella fotografia, delle belle musiche (anche se alla lunga il suono del violino diventa insopportabile), ma poi la recitazione (soprattutto quella di Stefano Dionisi) lascia ampiamente a desiderare e la voce fuori campo, che non ci racconta una storia ma si limita a inutili commenti, è davvero brutta.
Nel corso della proiezione si assiste a diversi salti temporali, a molti buchi nella narrazione, dovuti al fatto che il romanzo di Beppe Fenoglio da cui il film è tratto è rimasto incompiuto (per volere dell’autore, che l’aveva disconosciuto). Ciò crea diverse incongruenze nell’azione, e lascia perplessi soprattutto la decisione degli autori di non provare nemmeno a dare un vero finale al film.
Bellissime immagini, ma sceneggiatura inconcludente. L’estetica dell’inutilità.
Titolo: Il partigiano Johnny
Regia: Guido Chiesa
Sceneggiatura: Guido Chiesa, Antonio Leotti
Fotografia: Gherardo Gossi
Interpreti: Stefano Dionisi, Claudio Amendola, Andrea Prodan, Fabrizio Gifuni, Alberto Gimignani, Giuseppe Cederna, Chiara Muti, Umberto Orsini, Felice Andreasi, Fabio De Luigi, Tony Bertorelli, Lina Bernardi, Flavio Bonacci
Nazionalità: Italia, 2000
Durata: 2h. 15′
non è brutto