Stai leggendo:

"Il segreto dei suoi occhi" di Juan José Campanella

2 giugno 2010 Recensioni 21 Commenti
Il segreto dei suoi occhi

Lucky Red, 4 Giugno 2010 – Avvolgente

Un poliziotto da poco in pensione tenta di scrivere un romanzo su un caso di stupro e omicidio su cui aveva indagato 25 anni prima. Ripensando a quei particolari, rivive le indagini come se si svolgessero in quel momento, e le rivive più coscienziosamente di come fece la prima volta…


Soledad Villamil e Ricardo Darín in una scenaTratto da un romanzo di Eduardo Saccheri pubblicato in Italia da Rizzoli, Il segreto dei suoi occhi ha sorprendentemente vinto l’Oscar 2010 per il miglior film in lingua straniera, battendo i favoriti Il nastro bianco e Il profeta. E’ un premio esagerato, perché i film di Haneke e Audiard sono entrambi straordinari, ma non ingiusto, perché si tratta comunque di un ottimo film. E’ anzi piuttosto facile capire perché sia piaciuto all’Academy tanto da premiarlo con l’Oscar.

Ricardo DarínSceneggiato dal regista e dall’autore del romanzo, il film gestisce molto bene l’alternanza tra le due linee temporali, con il 1975 a prendere il sopravvento rispetto al 2000 ma senza mai inglobare completamente il racconto, così da dar modo allo spettatore di riflettere sul caso insieme con i personaggi. La sceneggiatura presenta molti dialoghi davvero eccezionali e costruisce un ottimo personaggio protagonista, cui presta il volto un sempre bravissimo Ricardo Darín.

Carla Quevedo in una scenaJuan José Campanella – che aveva già diretto Darín nel Figlio della sposa – si conferma un regista elegante, un direttore attento e capace. Dirige il film con lo stile di un dramma romantico, riuscendo anche a costruire suspense pur non dando a prima vista l’impressione di creare un vero e proprio thriller. Usa la computer graphic quando serve e riesce a cambiare totalmente ritmo al momento giusto, arrivando così in crescendo ad un finale durissimo.

Forse solo a Hollywood Il segreto dei suoi occhi può essere considerato migliore del Nastro bianco e del Profeta, ma è senza dubbio un gran film, da qualsiasi longitudine lo si guardi.


La locandinaTitolo: Il segreto dei suoi occhi (El secreto de sus ojos)
Regia: Juan José Campanella
Sceneggiatura: Eduardo Sacheri, Juan José Campanella
Fotografia: Félix Monti
Interpreti: Ricardo Darín, Soledad Villamil, Pabrlo Rago, Javier Godino, Guillermo Francella, Carla Quevedo, Bárbara Palladino, Rudy Romano, Alejandro Abelenda, Mario Alarcón, Sebastián Blanco, Mariano Argento, José Luis Gioia
Nazionalità: Argentina – Spagna, 2009
Durata: 2h. 09′


Percorsi Tematici

  • Non ci sono percorsi tematici collegati a questo articolo.
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  

Attualmente ci sono 21 commenti a questo articolo:

  1. […] Continua la lettura con la fonte di questo articolo:  CineFile » “Il segreto dei suoi occhi” di Juan José Campanella […]

  2. pino ha detto:

    Appunto, coinvolgente.
    Un film pieno, articolato, molto raffinato, dialoghi mai banali, espressività non caricaturali, suspense non a scadenza.
    Un gioiello, assolutamente da non perdere.
    E poi c’è la scena dell’ascensore, meravigliosa…

  3. Alberto Cassani ha detto:

    In realtà secondo me la scena dell’ascensore poteva essere un po’ più sottile, però l’idea è comunque molto bella e la tensione c’è. Un gran film.

  4. Guido ha detto:

    Anche la scena del campo di calcio è stupenda. Che ne pensi???
    Il film è meraviglioso, non ho trovato sbavature.

  5. Alberto Cassani ha detto:

    Guido, Campanella gira sempre molto bene ma questa è la prima volta (per lo meno, che io sappia…) che mette il suo stile al servizio di una storia che ne ha davvero bisogno. Però mi cogli in fallo, perché la scena del campo da calcio l’ho completamente cancellata dalla mia memoria…

    In compenso, copio qui sotto la recensione di un quotidiano:
    “Perché dare l’Oscar al film straniero a questo giallone argentino e globalizzato, che guarda a «Zodiac» e cento altre cose? L’ossessione di un investigatore, una storia d’amore struggente, la dittatura sullo sfondo: ma tutto è tirato via, truce, greve, plateale, con una sceneggiatura che procede per coincidenze improbabili.”

  6. Guido ha detto:

    Mah, a me sembra che i film di Inarritu procedano per coincidenze improbabili!!! “Babel” per quanto è ben fatto, e a me stesso è piaciuto, non si può nascondere che abbia coincidenze troppo improbabili (proprio i figli della coppia devono perdersi nel deserto????). Sei d’accordo con quell’articolo???

  7. Guido ha detto:

    Poi, quali sono le coincidenze in questo film???

  8. Alberto Cassani ha detto:

    Certo che NON sono d’accordo, per questo l’ho postata. “Babel” è effettivamente un film che procede per coincidenze, infatti secondo me è splendido all’inizio poi diventa insopportabile per l’improbabilità di ciò che succede e lo stile eccessivamente caricato. Gli altri di Inarritu un po’ meno, però anche loro funzionano per coincidenze. “Il segreto dei suoi occhi”, proprio non lo so: l’unica coincidenza è il fatto che il caso interessa i servizi segreti, ma poi? Boh…

  9. Guido ha detto:

    Haha, è bello vedere che non sono l’unico non d’accordo con quella stupida recensione che hai postato. 🙂

  10. Lore ha detto:

    Capolavoro
    La scena dello stadio (incluso l’inseguimento e la cattura), l’interrogatorio, e tutti i 20 minuti finali sono semplicemente magistrali
    Io lo trovo al livello del Il nastro bianco e Il profeta, ma sicuramente piu’ emozionante

  11. Alberto Cassani ha detto:

    Campanella è un ottimo regista, non è la prima volta che lo dimostra. Ma penso che qui ci siano delle cose un po’ di maniera che non riescono a dare al film la grandezza degli altri due. Tra l’altro, dei tre registi Campabella è l’unico che lavora negli Stati Uniti, per cui ho il dubbio che il fatto di essere conosciuto abbia aiutato a spostare la bilancia dell’Oscar a suo favore.

  12. Sebastiano ha detto:

    Mi aspettavo molto dal film che ha soffiato l’Oscar a “Il nastro bianco”.
    Non mi ha entusiasmato, resto dell’idea che quello di Haneke sia un film piu’ interessante e bello.
    Hai per caso letto il romanzo?

  13. Alberto Cassani ha detto:

    No. Avevo cercato di convincere mio padre a comprarlo per poi leggerlo io, ma non c’è cascato. Comunque questo è chiaramente inferiore agli altri due pretendeti all’Oscar, ma resta comunque un buonissimo film.

  14. Guido ha detto:

    Finalmente ieri l’ho rivisto, in dvd. Per quanto sia possibile mi è piaciuto ancora di più.
    Sarà meglio “Il Profeta” o “Il nastro Bianco”, per la critica, ma la carica emozionale di questo film è cento volte superiore rispetto al film freddo di Haneke, o al personaggio poco edificante di Audiard. E io penso che a volte sia giusto dare l’Oscar al film che emoziona di più, non necessariamente a quello girato meglio o con la sceneggiatura più precisa.

  15. Alberto Cassani ha detto:

    In realtà ho letto diverse critiche negative, in Italia, per questo film. Volendo fare dietrologia, l’Academy ha premiato l’unico regista in corsa che lavorava a Hollywood, ma comunque questo è un ottimo film. Gli altri due sono molto diversi e non c’è da stupirsi se piaccia più uno invece di un altro.

  16. El Duderino ha detto:

    Capita di vedere dei film in momenti particolari della propria vita.
    Sarà anche per questo (e anche per il livello del cinema attuale che si vede in giro) che avrei voluto vedere una stella che ruota vicino al titolo così come ruota nella mia testa.
    Oltre a essere girato benissimo (e quando mai lo vedi un piano sequenza di 5 minuti???) mi ha coinvolto i vari piani della storia che si intrecciano e diventano metafora uno dell’altro.

    Grande pellicola.

  17. Alberto Cassani ha detto:

    Dude, a dir la verità se giri per internet e soprattutto leggi un po’ di recensioni sui cartacei troverai un sacco di recensioni abbastanza negative. A molti dà fastidio quando un regista non statunitense gira con uno stile assimilabile a quello hollywoodiano, gli par sempre una paraculata per far carriera (al di là che Campanella a Hollywood già ci lavorava). Ricordo che qualcuno critico persino “City of God” per questo motivo.

    Comunque, secondo me il film è bello e appassionante ma non un capolavoro. Per questo niente stellina. Però resta un gran film.

  18. El Duderino ha detto:

    Ma va….io leggo solo Cinefile…Non sapevo esistessero ancora questi cosiddetti supporti cartacei in cui leggere recensioni…

    Lo stile sarà pseudohollywoodiano, ma ha quel calore e quell’essere (appunto) avvolgente che trasporta fuori dai canoni americani.
    Ho visto “Un Prophete” e mi è piaciuto davvero molto, ma emozionalmente questo è qualcosa di davvero particolare.(tralasciando il solito discorso improduttivo del confronto tra le realtà cinematografiche di altre nazioni che non siano gli U.S.A e l’ Italia).

    E mo’ esco a vedere Hereafter….

  19. Alberto Cassani ha detto:

    “Hereafter” mi incuriosisce, appena torno in grado di guidare vado a vederlo. Nel frattempo mi accontenterò di “Il grinta” in streaming…

  20. Guido ha detto:

    Visto stasera “Hereafter”…. per me è il solito capolavoro di Clint… se non vi è piaciuto, cara redazione di CineFile, siate clementi. 🙂

  21. El Duderino ha detto:

    Mah…a me Hereafter non mi è piaciuto granchè. Lento, freddo, con scelte discutibili per far passare i vari messaggi che comunque non arrivano e emozionano poco. Come al solito lo stile secco e asciutto non fa cadere nulla nel patetismo, però ho anche trovato i dialoghi piuttosto piatti.

    BAM!

Scrivi un commento

Devi essere autenticato per inserire un commento.