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Il signor Diavolo di Pupi Avati

1 settembre 2019 Recensioni 4 Commenti
Il signor Diavolo

01 Distribution, 22 Agosto 2019 – Vecchio

Roma, 1952. Un giovane e ingenuo funzionario del Ministero degli Interni viene inviato nelle democristiane campagne venete per investigare su un omicidio tra adolescenti. In un contesto in cui si intersecano religione, superstizione, cultura, povertà, paura e isolamento, dovrà affrontare una situazione più spaventosa del previsto…


C’erano gli elementi per fare un buon film di genere, per spaventare il pubblico a dovere, per giocare sul vero/non vero della componente occulta, ma di sicuro Pupi Avati ha perso l’occasione di farlo. Il signor Diavolo è purtroppo un film prevedibile al limite della noia, scoordinato, dalla narrazione frammentaria, i cui personaggi sono – nella migliore delle ipotesi – delle macchiette stereotipate che vengono in alcuni casi anche buttati in scena e poi “dimenticati” dal proprio regista.

Il “mostro” che mostro (forse) non è, il ragazzino buono e (forse) normale, i religiosi cattivi; la campagna perennemente nuvolosa, sporca e cupa; i sensi di colpa e le paure che il protagonista si porta dall’infanzia… Elementi visti e stravisti, che avrebbero potuto funzionare se fossero stati gestiti con più attenzione e autorialità. Invece Avati cade nella facile trappola del film horror anni 70, e le sabbie mobili dell’ovvietà lo ingoiano senza rimedio. Una cosa è guardare un film horror degli anni 70 e apprezzarlo contestualizzandolo a posteriori; un’altra è rifarlo, pari pari, oggi. Una cosa è imbastire una trama che ammicchi allo spettatore con suggestioni occulte; un’altra è sprofondare senza rimedio nella spirale del demoniaco. Ragioni per cui, a confronto de Il signor Diavolo, La casa dalle finestre che ridono è un capolavoro.

Tra sequenze al limite del ridicolo e inutili dettagli splatter, quello che nei primi venti minuti sembrava un buon film di genere si trasforma in una farsa irritante e banale, che non fa nemmeno paura. Fotografia, scenografie, musiche e costumi sono perfetti; gli attori sono bravi e fanno del loro meglio per sopperire a un’inesistente sceneggiatura. Alla fine Il signor Diavolo è un bel pacchetto, ma senza il regalo dentro.


La locandinaTitolo: Il signor Diavolo
Regia: Pupi Avati
Sceneggiatura: Pupi Avati, Antonio Avati, Alvise Avati
Fotografia: Cesare Bastelli
Interpreti: Gabriel Lo Giudice, Filippo Franchini, Cesare Cremonini, Massimo Bonetti, Chiara Caselli, Lino Capolicchio, Enrico Salimbeni, Fabio Ferrari, Chiara Sani, Andrea Roncato, Gianni Cavina, Alessandro Haber, Eva Antonia Grimaldi, Lorenzo Salvatori
Nazionalità: Italia, 2019
Durata: 1h. 26′


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Attualmente ci sono 4 commenti a questo articolo:

  1. Francesco Manca ha detto:

    Film ridicolo, ignobile, vergognoso. Sfigurerebbe anche in una prima serata di Rai3.

  2. Eddie ha detto:

    Ma perché il semaforo verde?

  3. Alberto Cassani ha detto:

    E’ un errore, non me n’ero accorto.

  4. Marco ha detto:

    Giustissimo commento e concordo anche sui pochi pregi descritti nell’ultimo capoverso.

    Gli altri lavori gotico-padane del regista li hai (recensore)/avete visti?

    Albe te che pensi?

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