"Joe" di David Gordon Green
Movies Inspired, 16 Ottobre 2014 – Cruento
Le vite del quindicenne Gary e del cinquantenne Joe si incrociano nel Texas di oggi. Accomunati dal desiderio di riscattare le proprie vite, il primo ancora con speranza e il secondo con una sorta di rassegnazione, i due sviluppano un legame profondo quanto doloroso…
Fin dal suo inizio, il film pone in parallelo la vita dei due protagonisti delineandola in modo piuttosto chiaro: Gary con la sua famiglia violenta e sbandata e Joe dai trascorsi in carcere ma ora reinserito nella società. Allo stesso modo Joe mostra da subito una certa propensione alla violenza a volte disturbante, tanto da spingere a chiedersi fino a che punto ci fosse la necessità di realizzare un film che non sembra avere poi molto da dire in più rispetto ad altri di genere che lo hanno preceduto. In ogni caso, la motivazione consiste nella scelta dichiarata da parte del regista di voler trasporre sulla pellicola cinematografica il romanzo omonimo di Larry Brown. Tale base letteraria, a questo punto, giustifica anche delle coincidenze un po’ troppo fortuite tanto da sembrare forzate e da suscitare ulteriori perplessità.
Non c’è una vera azione che delinea la vicenda, perché la trama è incentrata su una serie di personaggi di ogni età e sesso colti nella loro realtà degradata e nel vortice che sembra inevitabilmente travolgerli in un destino prestabilito e quindi inevitabile. Eppure Gary lotta a modo suo per opporsi a questo destino in apparenza segnato, aggrappandosi a dei valori che coltiva in sé sorprendentemente nonostante tutto ciò che lo circonda e nonostante la violenza di cui è spesso vittima. Ma la rabbia, anche quella inespressa e a stento trattenuta, insieme alla violenza riguarda tutti i personaggi del film compresi gli animali, siano essi soggetti attivi o passivi di entrambe.
Peraltro, la natura è molto presente nel film sia come contesto sia con connotazioni simboliche: le piante sono in qualche modo le protagoniste insieme a Joe e a Gary e portatrici di significati nelle loro vite. Se all’inizio rimandano alla morte, e questa a sua volta all’assenza di speranza, alla fine si rivestiranno di segno opposto quale simbolo di rinascita. Sempre nel finale, infatti, il film da cruento diventa umano facendo capire come, pur essendo ripetitivo nelle tematiche e nonostante si tratti di finzione cinematografica, in realtà narri vicende che in qualche parte del mondo accadono veramente.
Titolo: Joe (Id.)
Regia: David Gordon Green
Sceneggiatura: Gary Hawkins
Fotografia: Tim Orr
Interpreti: Nicolas Cage, Tye Sheridan, Ronne Gene Blevins, Heather Kafka, Sue Rock,Adriene Mishler, Dana Freitag, Ulysses Lopez, Brenda Isaacs Booth, Aaron Spivey-Sorrells, Erin Elizabeth Reed, Robert Johnson
Nazionalità: USA, 2013
Durata: 1h. 57′
Se un regista può considerarsi bravo se riesce a trasporre fedelmente le proprie intenzioni sul prodotto finale, allora ci troviamo di fronte a bravo regista. Un po’ accademico nel finale, e meno male, visto che il resto della pellicola è spiazzante. La sceneggiatura contribuisce inserendo di tanto in tanto le frasi del libro di Brown come crude didascalie.
Capisco perchè su RottenTomatoes abbia fatto registrare un gap del circa il 20% tra il favore della critica e quello del pubblico. Non è molto godibile, ma al pari delle trasposizioni dei libri di McCarty è più che straziante, è quasi vero.