"La custode di mia sorella" di Nick Cassavetes
Warner, 4 Settembre 2009 – Considerevole
Anna, 11 anni, ha una sorella maggiore malata di leucemia, per salvare la quale è nata, concepita in provetta così da esserne biologicamente compatibile. Ma nel momento in cui le deve donare un rene, Anna si ribella e questo sembra distruggere la famiglia in cui le due sorelle sono cresciute…
Alcuni film sono facili da catalogare, mentre per altri occorre articolare il giudizio in modo più complesso. E’ il caso del nuovo film di Nick Cassavetes che affronta un tema spinoso e attuale. Tratto dall’omonimo romanzo di Jodi Picoult, affronta i temi della morte, della malattia, del senso di colpa, dell’accanimento terapeutico. La malattia di Kate (Sonia Vassilieva), oltre a sconvolgere la vita di sua madre (Cameron Diaz) e di suo padre (Jason Patrick), ha addirittura determinato l’esistenza in vita di Anna (Abigail Breslin). Ha inoltre portato tutti a trascurare l’altro figlio maschio della famiglia, Jesse, interpretato di Evan Ellingson.
Col passare del tempo si creano dei sensi di colpa incrociati, delle incomprensioni, delle dinamiche contorte che, nonostante lo sforzo di tutti di condurre una vita quanto più normale, portano invece a concentrarsi esclusivamente sulla salute di Kate, dimenticandosi di quella di Anna. Lei è la cavia alla quale si ricorre in caso di bisogno, d’altra parte è stata “fabbricata” apposta. Il rifiuto di questo ruolo rompe le dinamiche consolidatesi nel tempo e aprono gli occhi a tutti, tranne che a Sara, la madre di Kate. Lei non capisce, lei insiste, lei vuole salvare ad ogni costo la vita di sua figlia, non considerando null’altro, neppure la stessa Kate ed i suoi desideri.
Non si possono raccontare gli sviluppi della vicenda e la sua conclusione, ma l’attualità dei temi trattati e la chiarezza con la quale vengono esposti è meritevole di lode. Detto questo si devono anche mettere in luce gli aspetti negativi del film che, soprattutto nella prima parte, pesano in modo considerevole sulla qualità del prodotto nel suo complesso. Tutto viene spiegato con il classico trucco della voce fuori campo, nulla viene lasciato alla intuizione dello spettatore. Mancando la capacità di raccontare per metafore, tutto viene mostrato in modo esplicito ed esagerato. Sappiamo che Kate ha la leucemia e sappiamo che è una malattia grave. E’ inutile mostrare il suo vomito sporco di sangue o le abbondanti perdite di sangue dal naso. E’ superfluo. Lo si fa perché non si è considerato abbastanza attento lo spettatore per capire la gravità della situazione.
Inoltre ci sono momenti in cui il miele scorre a fiumi, troppi sentimentalismi. Non si parla di ciò che accade nell’ultima parte del film, dove la commozione è naturale ed addirittura necessaria, quanto dei momenti che precedono, quando qualche immagine patinata in meno e qualche situazione più sospesa avrebbero dato ben altro spessore a tutta la pellicola. Nonostante i suoi difetti, tuttavia, il film è meritevole di considerazione e la visione consigliata. L’analisi psicologica, le considerazioni etiche e culturali che solleva sono di assoluto interesse e meritano certamente di essere approfondite.
Titolo: La custode di mia sorella (My Sister’s Keeper)
Regia: Nick Cassavetes
Sceneggiatura: Jeremy Leven, Nick Cassavetes
Fotografia: Caleb Deschanel
Interpreti: Cameron Diaz, Abigail Breslin, Alec Baldwin, Jason Patric, Sofia Vassilieva, Joan Cusack, Heather Wahlquist, Thomas Dekker, Evan Ellingson, David Thorniton, Nicole Marie Lenz, Brennan Bailey, Olivia Hancock, Jeffrey Markle
Nazionalità: USA, 2009
Durata: 1h. 47′
Interessantissimo film che tratta di un tema abbastanza scottante e, a mio parere, alquanto originale.
Buone tutte le interpretazioni, soprattutto della piccola Abigail Breslin (da tenere d’occhio questa ragazzina, secondo me molto meglio di quell’antipatica della Fanning!).
Buono il reparto tecnico e bella la regia, forse un tantino di immagini mielose e statiche (quando Kate guarda l’album dei ricordi) si potevano evitare, anche perchè sono assenti dalle musiche.
Colonna sonora eccezionale con canzoni che sottolineano perfettamente ciò che si sta guardando.
Forse un tantino superficiale il personaggio di Baldwin, presente anche in una scena finale che si poteva risparmiare.
Ho apprezzato i vari flashback che spiegano molto bene i giorni precedenti al ricovero di Kate.
C’è anche spazio per un colpo di scena nel prefinale.
Joan Cusack non c’è lo vista bene nei panni del giudice.
Comunque si, visione consigliatissima soprattutto per gli appassionati dei film di Cassavetes e dei drammi familiari in generale.
Nick Cassavetes cerca quasi sempre di fare dei film che abbiamo un risvolto sociale. A volte non gli riesce proprio benissimo, vedi John Q, ma evidentemente qui gli è andata meglio.
Sulla Breslin non lo so: con gli attori bambini è sempre difficile azzardare pronostici perché dipende troppo dalla famiglia e da come crescono, non solo fisicamente.