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"L'amore nascosto" di Alessandro Capone

20 ottobre 2007 Recensioni 0 Commenti
L'amore nascosto

Archibald, 5 Giugno 2009 – Patologico

Dopo il terzo tentativo di suicidio, Danielle viene ricoverata in una clinica. Odia sua figlia Sophie, con la quale non è mai riuscita a costruire un rapporto, e per questo si è inflitta un silenzio inviolabile. Ma finalmente, riesce a trovare le parole per spiegare il suo disagio…


Una scena di L'amore nascostoL’analisi introspettiva della protagonista, tra flashback che ricordano l’irrazionalità dei sogni e voce fuoricampo che prova ad affermarne provocatoriamente il vissuto, viene tenuta insieme dagli spazi costrittivi della clinica, quasi per evitare quella spinta dissociativa che si avverte pressante tanto per il processo di risalita psichica di Danielle quanto per la stessa costruzione narrativa messa in atto dal film. La dispersione del senso e della diegesi è in parte evitata grazie alla buona sceneggiatura, che non perde mai di vista il presente della donna e soprattutto la sua incapacità di vedere realmente il perché della sua malattia: non è Sophie e il fastidio che le provoca ad aver fatto ammalare Danielle, semmai la perdita degli affetti in seguito alla maternità è la principale causa di una malattia che per lei ha origini ben più lontane, forse individuabili in un rapporto altrettanto fallito con la propria madre, ma tutto questo Danielle sembra non vederlo, ed il film coerentemente non si preoccupa di mostrarlo neppure a livello latente. Tutto è incentrato sul rapporto assolutamente perverso e masturbatorio che intercorre tra madre e figlia, e che il film esibisce con efficace simbolismo in quelle poche ma significative scene in cui le due, completamente identificate l’una con l’altra, debbono confrontarsi.

Isabelle Huppert in L'amore nascostoSe dunque in parte il linguaggio filmico risponde con attinenza a quello psichico di cui vuole ambiziosamente farsi portavoce, in parte perde di credibilità quando vuole a tutti i costi affermare una profondità di pensiero che può magari appartenere a chi osserva la vicenda dal di fuori ma non a chi, come Danielle, è ferma ai suoi incubi, è tormentata da odio e senso di colpa, è lacerata da un fallimento primordiale che si è riversato su tutti i rapporti successivi che (non) ha instaurato. Troppe le verità assolute cui giunge la donna, e troppo perfette per essere vere anche alcune massime filosofiche che riesce a pronunciare tra un’allucinazione e una crisi psicotica. Molto più vero appare piuttosto lo sfogo di Sophie (Mélanie Laurent) durante l’ultimo straziante tentativo di scuotere la madre a separarsi dal pensiero perverso di basare qualsiasi gesto della sua esistenza sulla prospettiva di ferire lei. Si tratta dell’unico atto d’amore che riceve Danielle durante il film, e lo riceve proprio da quella figlia nei confronti della quale si mostra per l’ennesima volta violenta e puntuale nell’infliggere un enorme senso di colpa.

Mélanie Laurent e Isabelle Huppert in L'amore nascostoSenza dubbio L’amour caché, tratto dal romanzo Madre e ossa di Danielle Girard, è un film che smuove, fa pensare, a tratti infastidisce perché oscilla tra evidenti banalità e spunti più coraggiosi, ma difficilmente può lasciare indifferenti. Interessante e meritevole di approfondimento anche la quasi totale assenza delle figure maschili in questo universo di donne che si vedono costrette a vivere il dolore e i conflitti completamente da sole, vuoi perché si vanno a cercare uomini totalmente razionali, vuoi perché il massimo che riescono ad ottenere da loro è una “gentilezza” e una “bontà” che somiglia più ad un fastidioso assistenzialismo e ad un atteggiamento consolatorio che per una donna depressa è il massimo della nocività.

Discorso a parte merita il modo in cui Isabelle Huppert riesce a calamitare l’attenzione della macchina da presa sul suo personaggio, riuscendo in modo magistrale nel delicato compito di impersonare una follia subdola che le esce da ogni parte del corpo, anche quando immobile e contratto, e da ogni sfumatura dello sguardo e della voce. Bravo è stato il regista Alessandro Capone ad intuire che lei e poche altre avrebbero potuto sostenere per cento minuti lo sguardo dello spettatore.


La locandina di L'amore nascostoTitolo: L’amore nascosto (L’amour caché)
Regia: Alessandro Capone
Sceneggiatura: Luca D’Alisera, Alessandro Capone
Fotografia: Luciano Tovoli
Interpreti: Isabelle Huppert, Greta Scacchi, Mélanie Laurent, Olivier Gourmet, Greta Scacchi, Jean-Michel Larre, Giorgio Lupano, Marc Brun
Nazionalità: Italia – Lussemburgo – Belgio, 2007
Durata: 1h. 40′


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