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"Le dernier coup de marteau" di Alix Delaporte

6 settembre 2014 Recensioni 0 Commenti
Festival di Venezia 2014

Inedito in Italia – Toccante

Victor vive con la madre malata in una roulotte nelle campagne della Camargue e sogna un futuro da calciatore. Ma il ritorno del padre mai conosciuto, celebre direttore d’orchestra alle prese con la 6a Sinfonia di Mahler, cambierà per sempre il suo destino…


Clotilde Hesme e Romain Paul in una scena di Le dernier coup de marteauNel 2006 Alix Delaporte si presentò al Lido con Comment on freine dans une descente, che le valse il Leone d’Oro al miglior cortometraggio, e nel 2010 raccolse gli applausi della Settimana Internazionale della Critica con Angèle et Tony. Quattro anni dopo, la regista francese ritorna a Venezia con Le dernier coup de marteau, e la speranza è che possa godere dello stesso successo delle sue scorse apparizioni. Perché Le dernier coup de marteau è un lavoro che affronta tematiche complesse che avrebbero potuto farlo naufragare in un mare di luoghi comuni e situazioni già viste, e che invece Delaporte riesce a trasformare negli elementi portanti di un film commovente e meritevole.

Romain Paul in una scena di Le dernier coup de marteauLe dernier coup de marteau è prima di tutto il racconto di una formazione, quella del giovane Victor (interpretato dal bravissimo Romain Paul). Formazione che Delaporte porta in scena come un percorso fortemente legato al rapporto del ragazzo con i genitori, e che proprio da questo legame riesce a trarre una forza e un’umanità particolari. Victor scopre i primi desideri tra le roulotte dei vicini di casa, ma Delaporte tratteggia quest’educazione sentimentale come un passaggio che il ragazzino condivide in primo luogo con sua madre, per cui nutre un amore fatto di sguardi silenziosi, e con la sua malattia, che lo trasformerà in un bambino-adulto consapevole della propria fragilità e delle responsabilità che il cancro di lei comporta.

Grégory Gadebois con Romain Paul di spalle in una scena di Le dernier coup de marteauE se con la madre Victor condivide la propria educazione sentimentale, il padre riesce a offrirgli un modo diverso di stare al mondo. L’universo della musica a cui il direttore d’orchestra lo introduce diventa la chiave d’accesso a una sensibilità che Victor non conosceva, e a cui farà affidamento per affrontare la propria crescita. Sarà tramite Mahler che Victor si riavvicinerà al padre, ed è con le sue note che cercherà di aiutare la madre ad affrontare la malattia. Delaporte riesce così nella difficile impresa di affrontare il mondo della musica senza far sì che il film gli soccomba. Le dernier coup de marteau non è un film a servizio della sinfonia di Mahler, ma un film che nella sua musica trova una dimensione che aggiunge poesia e umanità al racconto. La storia di una formazione, umana e sentimentale, che Delaporte ha saputo portare in scena trasformandola in un dramma intenso e toccante.


Il manifesto del Festival di Venezia 2014Titolo: Le dernier coup de marteau
Regia: Alix Delaporte
Sceneggiatura: Claire Mathon
Fotografia: Claire Mathon
Interpreti: Clotilde Hesme, Grégory Gadebois, Romain Paul, Candela Peña, Tristán Ulloa, Farida Rahouadj
Nazionalità: Francia, 2014
Durata: 1h. 23′


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