L'effetto acquatico di Sólveig Anspach
Cinema, 30 Agosto 2016 – Surreale
Samir un operaio che vive a Montreuil nei dintorni di Parigi, incontra in un bar Agathe, burbera istruttrice di nuoto, e se ne innamora. Per frequentarla si iscrive nella piscina comunale in cui la donna lavora e finge di non sapere nuotare pur di prendere lezioni da lei, ma le bugie hanno le gambe corte e Agathe detesta i bugiardi…
Film postumo della regista islandese Sólveig Anspach, scomparsa nel 2015 dopo aver lottato a lungo contro il cancro al seno, L’effetto acquatico è una commedia romantica e surreale, che narra con delicatezza e umorismo l’incontro/scontro di due personaggi agli antipodi, il goffo ma tenero Samir e la scontrosa Agathe. Terzo protagonista del film – come il titolo stesso lascia presagire – è ovviamente l’acqua, in cui Samir e Agathe si tuffano, galleggiano e sono a loro agio, liberi dal senso di inadeguatezza che li accompagna nel mondo esterno.
Come nella maggior parte dei lavori della Anspach, anche qui la storia si svolge nei due luoghi cari alla regista: la Francia, sua patria d’adozione, e l’Islanda, suo paese d’origine. Il film è praticamente diviso in due parti: nella prima, ambientata nella piscina comunale di Montreuil, si assiste ai comici tentativi da parte di Samir di conquistare Agathe e di vincere la sua diffidenza; nella seconda ritroviamo i due protagonisti in Islanda, dove Agathe si è recata per partecipare a un improbabile congresso degli istruttori di nuoto, e Samir l’ha seguita per recuperare il loro rapporto.
Divertono la buffa ostinazione con cui l’uomo cerca di conoscere l’istruttrice di nuoto e gli stratagemmi di cui si serve per raggiungere lo scopo, e sicuramente la prima parte del film è la più riuscita e sincera. Nella seconda parte prevale invece un tono diverso, più surreale e sognante, che sfiora la commedia dell’assurdo, tuttavia meno inciso, e con una rappresentazione un po’ da cartolina della suggestiva Islanda. Sólveig Anspach ama i suoi personaggi, le loro stranezze e fragilità, segue le loro disavventure con affetto, e questo fattore ha prevalso nella parte islandese del film, in cui la regista ha lasciato che i personaggi andassero un po’ per conto loro.
L’effetto acquatico si può leggere come una metafora sulle relazioni amorose, in cui il tuffo nell’acqua rappresenta il salto nell’ignoto, ma anche il desiderio di lasciarsi andare e abbandonarsi alle emozioni, come si vede soprattutto nell’evoluzione del personaggio di Agathe, i cui sentimenti a lungo contenuti sono infine esplosi nella terra dei geyser. Oppure lo si può semplicemente vedere come una divertente commedia degli equivoci, in cui si sorride e ci si commuove davanti agli assurdi stratagemmi cui ricorre il protagonista pur di stare accanto alla donna che ama. Di sicuro resta il fatto che il film, per quanto leggero e a tratti sdolcinato, è un inno all’amore e alla vita e ha il pregio di mettere di buon umore chi lo guarda.
Titolo: L’effetto acquatico. Un colpo di fulmine a prima svista (L’Effet aquatique)
Regia: Sólveig Anspach (completato da Jean-Luc Gaget)
Sceneggiatura: Sólveig Anspach, Jean-Luc Gaget
Fotografia: Isabelle Razavet
Interpreti: Florence Loiret-Caille, Samir Guesmi, Didda Jónsdóttir, Philippe Rebbot, Estéban, Olivia Côte, Nina Meurisse, Solène Rigot, Ingvar Eggert Sigurðsson, Jóhannes Haukur Jóhannesson, Frosti Runólfsson
Nazionalità: Francia – Islanda, 2016
Durata: 1h. 23′
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