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"Midnight in Paris" di Woody Allen

1 dicembre 2011 Recensioni 38 Commenti
Alberto Cassani, 28 Giugno 2011: Vivace
Medusa, 2 Dicembre 2011

Facendo una passeggiata notturna per le vie di Parigi mentre la fidanzata è a ballare con degli amici, un turista statunitense si ritrova, senza neanche capire come, in compagnia di Ernest Hemingway e Gertrude Stein, ma soprattutto della bellissima Adriana, l’amante di Picasso…


«New York era la sua città, e lo sarebbe sempre stata» dice la voce fuori campo di Woody Allen all’inizio di Manhattan. Lo stesso vale proprio per Woody Allen, che pur avendoci ormai abituati ad ambientare i suoi film in una grande città europea mette nuovamente al centro della sua storia un personaggio non appartenente a quella città. Questo gli permette di lavorare con attori statunitensi, ma soprattutto di sfruttare in senso cinematografico l’occhio da turista che lui necessariamente ha per i luoghi in cui si svolge il film. La cosa è acuita ancor di più qui e in Vicky Cristina Barcelona, i cui protagonisti sono turisti in visita “guidata” e in cui all’intreccio sentimentale vero e proprio si affianca il senso di meraviglia e l’amore che i personaggi sviluppano per la città che li ospita.

Nel caso di Midnight in Paris, a un eccesso didascalico nella visione turistica della Capitale francese è abbinata l’idea del viaggio nel passato, anch’esso in realtà esagerato ma divertente e ben congegnato. Certo il discorso che Allen fa in questa pellicola non può rivaleggiare con quelli del suo periodo d’oro, né in quanto a contenuto né come esposizione, ma è comunque brillante e tutto sommato interessante.

Come sempre, Allen ottiene il meglio dagli attori e dalle attrici che ha scelto – compreso un Owen Wilson che non è esattamente Marlon Brando – e costruisce dei personaggi gustosi anche se spesso macchiettistici, ma qui non è degnamente supportato dal grande Darius Khondji, che dirige una fotografia artificiosa e in fondo poco adatta alle atmosfere del film. Film che è, comunque, il migliore che Allen ha mai ambientato in una città non anglofona, e uno dei migliori tra quelli che girato in Europa.


Titolo: Midnight in Paris (Id.)
Regia: Woody Allen
Sceneggiatura: Woody Allen
Fotografia: Darius Khondji
Interpreti: Owen Wilson, Rachel McAdams, Marion Cotillard, Kathy Bates, Michael Sheen, Adrien Brody, Carla Bruni, Elsa Pataki, Gad Elmaleh, Yves Heck, Alison Pill, Corey Stoll, Tom Hiddleston, Marcial Di Fonzo Bo, Tom Cordier, Adrien de Van
Nazionalità: Francia – Spagna, 2011
Durata: 1h. 40′


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Attualmente ci sono 38 commenti a questo articolo:

  1. lisa ha detto:

    L’avevo già scritto io…

    Certo che l’unica trovata veramente geniale è l’incontro con gli artisti della Parigi del passato. Nel 1996 io avevo scritto e sceneggiato un soggetto molto, ma molto simile (ho il copyright), tuttavia molto più articolato, esteso, con un inizio originalissimo e una fine ben diversa. Il mio viaggio onirico prevedeva un itinerario inverso: da Parigi a NY, dove, attraverso l’oppio, un coppia di artisti non in crisi (ma che trovata banale la crisi di coppia!) compiva un viaggio notturno nella NY del Novecento, incontrando F. Garcia Lorca (v. il suo poema: “Poeta a NY), Rothko, Basquiat, Billy Holliday, un capo indiano…). L’ho spedito un po’ dappertutto, nella speranza di essere ascoltata: un produttore importante (da Oskar) aveva accettato di incontrarmi, era incantato da un altro mio soggetto e voleva sottoporlo ad un importante regista USA. Vicino aveva ques’altro mio soggetto che avrebbe presto letto. Era stato circa due anni fa. E ora mi ritrovo con questa trama banalizzata all’inizio e alla fine, sicuramente ricca di gag sciocche che snatura il mio scritto. Che fare? Anche il mio finale non era un tuffo nella banalità, ma bensì una rinascita. E c’erano inoltre molti altri spunti interessanti. Mi piacerebbe che un regista italiano girasse questo mio soggetto completo di sceneggiatura e dialoghi. Sicuramente sarebbe un bel successo culturale e anche commerciale. Ora tremo per altri miei lavori che certe persone hanno in mano!

  2. Alberto Cassani ha detto:

    Lisa, se hai registrato alla SIAE la sceneggiatura e le somiglianze sono effettivamente tante come dici, l’unica cosa che puoi fare per proteggere il tuo lavoro è far causa alla casa di produzione. Poi starà al giudice e ai periti che lui chiamerà in causa giudicare se si tratta di plagio o solo di coincidenze. In genere i diritti internazionali sono piuttosto forti, per cui è più facile che la parte meno famosa si veda data ragione, se effettivamente c’è stato plagio. Con il sindacato degli sceneggiatori statunitensi è tutto più difficile. Mi sembra comunque alquanto improbabile che uno sceneggiatore dall’esperienza di Woody Allen abbia la necessità di rubare il lavoro di qualcun altro (pur essendo chiaramente in crisi creativa, da un po’ di tempo a questa parte). Peraltro, diciamo che insistere sul fatto che la tua sceneggiatura è molto meglio di quella di Allen non è il modo migliore per metterti in buona luce agli occhi altrui…

  3. lisa ha detto:

    Caro Alberto, clicca su: plagio woody allen e vedrai che a quanto pare anche “Vicky, Cristina, Barcelona…” è stato scopiazzato. Ti assicuro che ci sono molti parallelismi con il mio soggetto, solo che il mio prevedeva un viaggio all’incontrario, cioè Parigi-NY e l’incontro, attraverso l’oppio, con altri artisti ormai morti nella NY del Novecento. Io non penso che sia un caso: è uno dei miei soggetti preferiti e lo sento molto. Per un regista USA e il pubblico americano è meglio girare un film i cui protagonisti viaggino dagli USA alla vecchia Europa. La trama di W. Allen, di forte, ha solo questa idea del viaggio notturno onirico. Leggo le varie critiche e noto che sono quasi tutti concordi nel definire banali l’inizio e la fine. I miei non lo sono affatto e sono all’altezza del fulcro del racconto. Non lo dico per spocchia. Su questo lavoro ci ho sudato parecchio, ho creduto molto al suo valore visionario e ci sono rimasta male nel sapere di questo nuovo film di W.A. In più, quel produttore da Oskar mi aveva detto di avere in mente un famoso regista americano. Pagare avvocati, non so se potrò permettermelo. La migliore risposta sarebbe trovare un altro regista disposto a girare la mia sceneggiatura. Sarebbe un capolavoro, ne sono certa, oppure trarne un romanzo, ma anche qui, viaggi ed esperienze letterarie in loco costerebbero parecchio.

  4. Alberto Cassani ha detto:

    A dir la verità notizie come questa si sentono spessissimo, in Europa come ad Hollywood. Ma fino a quando un giudice non si pronuncia sulla vicenda non possiamo sapere chi abbia ragione, né tantomeno possiamo davvero avere ragione di pensare che Allen plagi le storie altrui. E questo vale anche nel tuo caso: è possibilissimo che abbiate avuto la stessa idea e l’abbiate sviluppata indipendentemente l’uno dall’altra, come può darsi che in realtà le somiglianze siano molto meno importanti di come tu le presenti: in fondo sia nel tuo caso che in quello di Vicky Cristina Barcelona stiamo parlando “solo” dell’idea di partenza, non di scene o situazioni davvero identiche. Capisco benissimo il tuo punto di vista, ma sei tu che rinunci a difenderlo decidendo di non andare per avvocati. Se il film non è stato realizzato finora, non vedo come possa trovare finanziamenti adesso, con un film recentissimo che tu stessa dici essere uguale alla tua sceneggiatura. Io il mio consiglio te l’ho dato, poi vedi tu…

    Detto questo, l’autocritica dovrebbe essere la cosa più importante di qualcuno che fa un lavoro artistico. Capisco l’essere soddisfatti del proprio lavoro, ma se dici che in mano ad un regista italiano la tua sceneggiatura darebbe senz’altro vita ad un capolavoro ci fai la figura della spocchiosa. Anche perché tu stai paragonando la tua opinione sul tuo lavoro a quella di terzi sul lavoro di Allen. Magari anche Allen è soddisfattissimo del suo film… Capisci cosa intendo? Sto cercando di farti capire l’impressione che stai dando attraverso questo atteggiamento. Stai parlando di te stessa come di una sceneggiatrice geniale ma non sai come si scrive Oscar… stai dicendo che un produttore importante apprezza tantissimo il tuo lavoro, ma non ti ha mai prodotto alcun film… Noi non abbiamo ragione di credere a te invece che a Woody Allen, e con l’atteggiamento che hai difficilmente potrai convincere qualcuno, anche se effettivamente avessi ragione. Poi ripeto, vedi tu…

  5. lisa ha detto:

    Per Alberto: ti avevo risposto a fondo, ma, purtroppo, il mio pc aveva smesso improvvisamente di funzionare e ora non ho più voglia di riscrivere i miei pensieri. In sintesi: ti vedo troppo asservito alla cultura ufficiale e se io faccio la figura della spocchiosa, tu fai quella dello scribacchino, perdendoti in pochezze tipo Oskar oppure Oscar. Non è questo che importa. Basilari sono le idee, non le c o le k. Non mi dò arie da genio, però la direttrice dell’Istituto di cultura italiana di una delle più importanti università USA aveva trovato, diciamolo pure, geniale, un mio soggetto (il corto era poi passato al Mini festival di cultura italiana di San Francisco insieme a film di Bellocchio e altri grandi nomi) e altri giovani registi italiani girerebbero volentieri altri miei lavori se solo potessero trovare i finanziamenti, cosa difficilissima al momento. Vedo molti film le cui trame sono banalissime e mi chiedo in che giri sono i loro registi per ottenere i soldi per poterli realizzare. Ti invio un commento al mio lavoro da parte di uno che proprio stupido non è (dottorato in filosofia, specializzazione cinema): “Ti rifaccio i complimenti per un soggetto che si presta come pochi ad essere trasportato sullo schermo. Gli ingredienti per farlo funzionare ci sono già tutti nella tua scrittura. Mi piacerebbe molto produrlo e girarlo, come pure cercare di convincere qualcun altro a unirsi al progetto per avere a disposizione un budget tale da poterlo girare in una bella location…”

    E per il soggetto di cui io e W.A. avremmo avuto la stessa pensata (io già quindici anni fa):

    L’ho letto tutto fino alla fine: lo trovo suggestivo, spettacolare, incantevole e toccante in certe parti. In una parola, fantastico. Non è facile da realizzare, questo sì, non solo per un regista alle prime armi, ma per chiunque che non sia Spielberg, Weir o Cameron… Il fatto di prevedere location in quattro diverse zone del mondo lo rende di un fascino incredibile, ma al tempo stesso farebbe tremare le vene nei polsi a qualsiasi produttore europeo, grande o piccolo. Ma l’importante è pensare in grande, e far sognare in grande chi potrebbe un giorno contribuire a portare al cinema una storia come questa. … Il loro viaggio alla riscoperta della cultura su cui si fonda l’umanità per riscoprire anche se stessi e trovare la felicità è una cosa che mi catturerebbe fin dal primo momento del film… A parte questi rilievi, l’idea del labirinto, o comunque di un luogo riposto, abbandonato, come spazio di contrazione e rimescolamento di diversi frammenti di tempo e teatro di esperienze passate o future che hanno segnato o segneranno la vita delle persone è bellissima”. Caro Alberto, posso chiederti che formazione hai? Hai fatto scuole di cinema? Io sì. Ciao.

  6. Alberto Cassani ha detto:

    Lisa, io non sono per nulla “asservito alla cultura ufficiale”. Semplicemente, mi baso sui fatti: tu sei una (per me) sconosciuta che accusa Woody Allen di plagio dicendo di essere più brava di lui. Non so nemmeno se ti chiami davvero Lisa, né tantomeno conosco il tuo cognome. Persino il commento che citi a proposito del tuo soggetto è anonimo (per noi che ti leggiamo). Per quale motivo dovrei credere alle tue parole? Vuoi che la gente creda a te su questa cosa invece che a Woody Allen? Fagli causa e vincila. Perché anche se dovessi mai riuscire a realizzare il tuo film, nulla proverebbe comunque che Allen ti ha copiata (anzi, secondo me finiresti tu a vederti denunciata).

    Peraltro, la K di Oscar sembra a te una pochezza, ma non a chi ti legge. Perché, come ho detto, squalifica ciò che scrivi. O meglio: fa venire dei dubbi sulla veridicità di ciò che scrivi. Nota che te l’ho detto la seconda volta che l’hai scritto, quando è diventato evidente che davvero non sapevi come si scrive. Se uno che dice di essere professore di italiano sbaglia a coniugare i verbi, pensi che sia credibile? Quello che evidentemente ti sfugge è che ciò che traspare attraverso gli scritti non ha niente a che vedere con quello che una persona è davvero, e nella formazione di questa immagine contano più le c e le k delle idee. Se uno scrive con linguaggio sms, non può pretendere che gli altri si fermino a pensare se le sue idee sono geniali o meno…

    Comunque, io ho studiato comunicazioni visive in un istituto tecnico di Milano, poi sono andato a Bologna a fare il DAMS e quindi a Los Angeles per lavorare in un’azienda che fa post-produzione televisiva. Tornato in Italia nel 1998, ho lavorato per cinque anni come cameraman e montatore per documentari e servizi giornalistici. Poi ho deciso di cambiare leggermente settore, ed ora sono dieci anni che faccio il critico cinematoagrafico. Ma ovviamente, queste sono solo le mie parole. Chissà se la realtà è davvero questa…

  7. lisa ha detto:

    Non penso che potrebbe denunciarmi perché io ho depositato il copyright presso un’importante società già nel 1996, a meno che lui l’abbia depositato prima. Se l’avesse fatto, avrebbe girato “Midnight…” molto tempo fa, incassando così moltissimo al botteghino. “Midnight…” è il film di Allen con il maggiore incasso della sua carriera e mi sembra strano che arrivi a tanto dopo gli ultimi flop al botteghino, una cronica mancanza di idee e in età avanzata. Non c’è nessun motivo per cui tu debba credere alle mie parole: non sono famosa come Allen! Ci mancherebbe! La gente ragiona così: uno è più credibile di un altro solo perché è famoso e io non voglio toglierti questa convinzione! Se basta un k a squalificare il mio lavoro, allora domani lo butto perché viviamo in un mondo alla rovescia. Se penso che il film “Jules et Jim” era stato tratto da fogli buttati che il vento stava disperdendo, rimpiango quei bei tempi! E, a quanto pare, c’erano pure errori di ortografia. Dunque, mettila così: mi sono inventata tutto e lascia perdere. Sì, sei molto preparato e io ti credo; però tu lavori grazie all’immaginazione altrui, sei un ottimo tecnico, ma ti manca la fantasia e la capacità di immedesimarti in chi si vede scippare un’idea (è quasi come se ti rubassero un figlio).

  8. lisa ha detto:

    O magari W.A. aveva salvato il suo copyright prima del 1996, ma io come avrei potuto conoscerne la trama? Non è gente che spedisce dappertutto le proprie idee nella speranza di essere ascoltata: se le tiene ben nascoste nel cassetto. Dunque, con che coraggio potrebbe denunciarmi? E poi informati su come lavorava con l’ex moglie Mia Farrow quando raccoglievano di notte i copioni mai letti e gettati nella spazzatura (c’era la raccolta della carta il giorno seguente) dalle case di produzione. Non ti sei mai chiesto come mai le sue storie sono così “slegate”?

  9. Plissken ha detto:

    Sig.na Lisa secondo me lei continua piuttosto incomprensibilmente ad ignorare la cosa più importante espressa dal Cassani, ovvero che egli non ha confutato la veridicità delle sue parole, piuttosto la forma in majestatis in cui lei inconsapevolmente (e la cosa assume una certa gravità considerando che una “scrittrice” dovrebbe farsi capire) continua a porsi.

    Più che consigliarle di ricorrere a vie legali non credo potesse fare, onestamente presupporre pubblicamente un plagio da parte di Allen in questa sede sarebbe un po’ eccessivo, non crede? Su quali basi? Non se ne abbia a male, ma lei (per ora) è una sconosciuta, una utente come tanti altri: non per cattiveria, è la natura delle cose.

    La maggior parte dei giovani o meno “talenti incompresi” ha come principale problema quello di non avere conoscenze e “visibilità” tali dal poter in qualche modo far notare il proprio lavoro a chi di dovere: non sembrerebbe il suo caso, visto che da quanto si evince dai suoi post lei di conoscenze na ha, addirittura oltremanica e “da Oscar”. Se così è, mi consenta: come mai fino ad ora nessuno ha acquistato i diritti delle sue sceneggiature? Eppure sono ascrivibili al genio, secondo le sue parole. Che sia un problema di atteggiamento?

    “E ora MI ritrovo con questa trama banalizzata all’inizio e alla fine, sicuramente ricca di gag sciocche che snatura il MIO scritto” . Onestamente mi sorprende molto che una persona come lei non si renda conto che il porsi con tali parole dinnanzi agli altri denota a titolo gratuito saccenza e presunzione “oltre il limite consentito”.
    Prima di andare in escandescenze, consideri che io non ho nulla contro di lei e che baso il mio commento basandomi sulla percezione che ho della sua Persona derivata solo ed esclusicamente da quello che lei ha scritto. Per quel che posso saperne, lei potrebbe essere il più grande genio del secolo o semplicemente una mitomane: le auguro di aver presto la possibilità di poter dimostrare di propendere verso la prima ipotesi, ma prima cominci ad esprimersi con atteggiamenti meno altezzosi, senza offesa eh; porsi diplomaticamente agli altri evitando di salire su di un piedistallo senza poter provare di averne titolo, presumo sia parte fondamentale del futuro suo (glielo auguro) mestiere. 🙂

  10. lisa ha detto:

    Al Signor Plissken: non mi sono posta su nessun piedistallo, semplicemente, leggendo quest’articolo, mi era venuta voglia di far conoscere la mia opinione e di sentire i pareri altrui. Quel produttore da Oscar (con la c) è europeo. Certamente gli è convenuto non contattarmi più (ci son di mezzo i quattrini). La mia opinione è che l’ossatura basilare di questo soggetto sia stata presa da un mio lavoro (ho sentito il parere del legale della società di autori di cui sono socia che ha già dato perzialmente ragione a me). Uscito il film in Europa, prenderò posizione. Gli altri credano quel che vogliono. È il grosso limite degli “intellettuali europei”: cercare il pelo nell’uovo e non saper vedere l’insieme. Negli USA hanno il pregio di saper riconoscere le idee ed è per questo che il loro cinema è fortissimo. Ho inoltre l’impressione che l’ambiente dei cineasti italiani pulluli di finti “intenditori” pronti a sputare sentenze e ad assurgersi a giudici capaci solo di umiliare invece di ascoltare. Guai a toccare la cultura ufficiale e i suoi meccanismi! Io volevo solo esporre il mio problema, ma ne è uscita una discussione piena di formalità, di cultura enciclopedica e arroganza. Ci credo che il cinema italiano sia in crisi. Vi meritate solo gli spocchiosi Moretti, i superficiali Muccini, ecc. La creatività del cinema italiano è in caduta libera e ora mi è chiaro il perché.

  11. lisa ha detto:

    Per Alberto: Comunque, grazie per il tuo primo post, mi aiuta a chiarirmi le idee, ciao!

  12. Plissken ha detto:

    Sig.na Lisa,

    non credo che nessuno abbia né voglia ma soprattutto l’intenzione di delegittimare la validità dei suoi scritti, anzi, credo sia facilmente intuibile come chi si senta defraudato del proprio lavoro possa trovarsi in uno stato di amarezza e/o sconforto e da questo punto di vista sicuramente vi è sincera solidarietà.

    La sua opinione è stata letta, poi discussa in modo civile ed imparziale: le è stato dato l’unico suggerimento plausibile, ma certamente non si è levato un coro di sdegno avverso ad Allen per quanto espresso da una persona di cui non si conosce nulla, abbia pazienza. Parlando di “giudici”, anch’essi formulano i verdetti in base a delle prove: non è possibile anche volendo fare altrimenti.

    Casomai, mi permetta, è lei a fare da giudice e giuria: come sarebbe “vi meritate solo…” ecc. ecc? Che ne sa lei di cosa mi merito, scusi? Non vorrà avere lei la pretesa di spiegarmi cosa guardare e non al cinema spero.

    Nessuno si è permesso di giudicare quanto da lei espresso: lei potrebbe essere interamente dalla parte della ragone, ma anche non. Non è possibile formulare un verdetto a suo favore in base alla sua parola, non per astio verso di lei, ma per rispetto verso la parte avversa, mi sembra talmente palese…

    Ah, giusto per la cronaca, i “quattrini” ci sono di mezzo anche per ciò che concerne le sceneggiature degli altri.

  13. Alberto Cassani ha detto:

    Mi sembra che Plissken abbia sintetizzato bene ciò che ho scritto nei commenti precedenti: non è che noi (inteso come noi che ti leggiamo, Lisa) non abbiamo ragione di crederti perché Woody Allen è famoso e tu no. Woody Allen non c’entra niente. Non abbiamo ragione di crederti perché non sappiamo chi sei! Se un perfetto sconosciuto ti ferma per strada dicendoti di essere un grande scrittore e di aver inventato Harry Potter ma JK Rowling gliel’ha rubato, tu gli credi? Tu hai fatto esattamente la stessa cosa… Noi non sappiamo niente, di te: sei una perfetta sconosciuta… Fai benissimo a voler far sentire la tua voce, a diffondere le tue idee, siamo qui per questo. Ma questo non vuol dire che siamo pronti ad accettare acriticamente tutto ciò che viene scritto su queste pagine (sia nei commenti sia, a maggior ragione, nelle recensioni). Come dice Plissken, se non ci dai qualche prova che ciò che dici è vero come puoi pretendere di essere creduta? Bada bene, comunque, che io non ho scritto che non ti credo: ho scritto che non ho ragione di farlo, perché di ragioni tu non me ne hai date. Ti basterebbe dirci come ti chiami e come si intitola quel cortometraggio presentato a San Francisco per guadagnare credibilità ai nostri occhi, perché smetteresti di essere una completa sconosciuta e potremmo cominciare a farci un’idea del tuo lavoro.

    Comunque, Woody Allen ha tutto il diritto di farti causa per plagio, esattamente come tu hai diritto di denunciare lui. Starà al giudice stabilire se la denuncia ha fondamento o meno. Ossia se le somiglianze sono sostanziali e non casuali, se ci sia stato realmente furto di idee e chi abbia effettivamente scritto per primo la storia. Tra l’altro è curioso che tu prenda in considerazione la possibilità di aver casualmente avuto la stessa idea di Allen senza sapere che lui l’aveva avuta prima di te, mentre invece ti rifiuti di accettare che lui possa aver avuto la tua stessa idea senza sapere nulla di ciò che tu hai scritto. Eppure è perfettamente plausibile che due persone ai due lati del mondo abbiano la stessa idea e la sviluppino indipendentemente in due modi completamente diversi.

    Infine, non è un caso che io abbia scritto “solo” tra virgolette, riferito alle idee. Certo che le idee sono centrali (ma non solo quelle narrative, anche quelle prettamente filmiche), ma non è detto che siano sufficienti a definire un plagio. “The Assassination” ha la stessa idea narrativa di “Taxi Driver”, ma tutto il resto è talmente diverso da cancellare qualsiasi ipotesi di plagio. Se Paul Schrader avesse voluto, avrebbe potuto al massimo ottenere un “liberamente tratto da…”, ma non avrebbe comunque visto una lira proprio perché le idee di base (ossia le “idee” in senso cinematografico) non sono protette da copyright. Stando a quanto dici, l’unica somiglianza tra la tua sceneggiatura e il film di Woody Allen è l’idea di partenza. Quindi, ammesso che tu non possa dimostrare che Allen ha letto la tua sceneggiatura, se non ci sono altri punti in comune trovo ben difficile che il giudice ti dia ragione. Ma andare per vie legali è l’unica cosa che puoi fare per proteggere il tuo lavoro, nel caso in cui tu ti senta derubata. Ma ribadisco comunque che, finché non potremo leggere/vedere il tuo lavoro e confrontarlo con quello di Allen, ci è totalmente impossibile esprimere un’opinione precisa a riguardo. Tu vai a pure a vedere il film (perché mi par di capire da ciò che hai scritto stamattina che tu non l’abbia ancora visto), e torna tranquillamente qui a farci sapere cosa ne pensi e cos’hai intenzione di fare.

  14. lisa ha detto:

    Per Alberto: Un “liberamente tratto” è già una bella prova di onestà. Curioso è il fatto che quel produttore non mi abbia più richiamata e, dopo circa un anno e mezzo, sia apparso “Midnight…”. Se mi dai il tuo mail, ti posso inviare il soggetto così da poterlo confrontare (e saprai il mio nome), sempre che tu ne abbia voglia. Ciao!

  15. lisa ha detto:

    Per Plissken: non ho mai desiderato un coro di sdegno contro Allen, che è uno dei miei registi preferiti. Desideravo solo indicazioni.

  16. Alberto Cassani ha detto:

    Lisa, c’è il tasto per mandare una mail nel menu in alto. Il tuo soggetto lo leggo volentieri, ma non prima di essere tornato da Festival di Venezia.

  17. lisa ha detto:

    Ho provato ad inviarti un messaggio, ma mi si dice che questa operazione è impossibile. Non so che fare. Buon festival! Ciao.

  18. lisa ha detto:

    Per Alberto: Puoi scrivermi a questo indirizzo:

    lbtatiana99@gmail.com

  19. Fa piacere constatare che Woody Allen non sia morto… artisticamente. Un film divertente, semplice…

    MIDNIGHT IN PARIS

  20. Ezekiel ha detto:

    Don’t feed the troll! Qui sopra lo avete fatto ingrassare alla grande.

    Comunque, un buon film di Allen. Niente di più, niente di meno.

  21. Alberto Cassani ha detto:

    A onor del vero Lisa mi ha mandato via mail la sua sceneggiatura e quelle di alcuni cortometraggi scritti da lei.

  22. DIO ha detto:

    Ehi Lisa! Ma che stai dicendo!? Prima che Allen ti fottesse, tu avevi già fottuto me! L’idea per il film intendo.

  23. Alberto Cassani ha detto:

    Ronnie James, per cortesia: puoi non essere d’accordo con l’opinione di Lisa sul proprio lavoro e su quello di Allen, però cerchiamo di rispettarne le opinioni. Anche perché altrimenti si finisce per infoltire le fila dei troll invece di combatterli.

  24. DIO ha detto:

    Hai perfettamente ragione Alberto. Ma la presunzione e la spocchiosità nelle sue parole mi hanno irritato a tal punto che non ho proprio resistito. Detto questo, DIO può far parte di una schiera di Troll? Blasfemia! Pentiti Cassani Alberto! se non con me, almeno con mio figlio Gesù Cristo.

  25. Alberto Cassani ha detto:

    Ma secondo me è proprio il più troll di tutti: mette strane idea nella testa delle gente, e poi se ne sta lì nascosto a ridere delle nostre reazioni…

  26. DIO ha detto:

    dopotutto i troll non posso che averli creati io.

  27. Fabrizio ha detto:

    Alberto, da te mi sarei aspettato un semaforo giallo. Rispetto a qualche anno fa sei diventato molto più buono.

    Secondo me questo è un film certamente piacevole ma piuttosto povero e piatto da un punto di vista tematico e narrativo, che ha avuto un bel successo perché basato su un’idea più facilmente vendibile rispetto a quelle degli altri film “europei” di Allen. Bella l’idea, simpatici gli sviluppi, ma troppa faciloneria e superficialità. So che “Match Point” non ti aveva entusiasmato, ma mi pare decisamente superiore a “Midnight in Paris”, più autorevole da un punto di vista autoriale, più definito e conclusivo.

    Non che sia brutto, anzi, ma se lo guardi senza sapere chi l’abbia diretto (sarà anche per la presenza di Owen Wilson), questo sembra più un film di Shawn Levy che non di Allen.

  28. Alberto Cassani ha detto:

    Sicuramente “Match Point” era un film più solido di questo, forse anche più attento dal punto di vista tecnico, ma secondo me era riuscito ben peggio di quanto avrebbe potuto. Questo è leggero e in diverse cose pure superficiale, ma rispetto a molte altre cose dell’Allen recente penso che nel complesso sia decisamente più piacevole.

  29. Edoardo ha detto:

    Se con questo film sembrava essersi ripreso, “To Rome with love” lascia presagire tutt’altra cosa. Sarà che c’è Benigni, ovvero l’ “artista” più sopravvalutato di Italia.

  30. Alberto Cassani ha detto:

    Mercoledì mattina la recensione di Luca Buccella.

  31. lisa ha detto:

    RISPOSTA A EDOARDO: Dunque, questi bruschi cambiamenti da un film all’altro, questa brillante idea di “Midnight…” e questo flop annunciato di “To Rome…” danno da pensare. Io non spedirò mai più via mail o altro dei miei lavori! Meglio lasciarli dimenticati in un cassetto. La settimana scorsa ho preso un altro colpo al cuore: una mia prosa poetica, spedita ad un concorso in Sicilia e pubblicata in un sito di internet, me la sono ritrovata nell’incipit di un romanzetto del 2011 di un famoso scrittore (commerciale) siciliano. Volevo trarne un racconto, ma poi ci sarà chi dirà che sono stata io a copiare lui! Per fortuna ho salvato il copyright già molti anni fa. La casa editrice, da me interpellata, mi ha risposto che non posso provare che la mia poesia sia finita nelle mani del “maestro”. Ma, dico io, se un ladro entra a casa mia e mi ruba un gioiello unico, ma non lascia tracce di DNA o impronte, e poi lo mostra alla tele, potrò pur dire che era mio! (Avendo anche le prove della mia proprietà). Io non vivo con quel “maestro”, non so cosa combina, ma la struttura, il nucleo portante e i molti parallelismi con il mio scritto sono innegabili. Insomma: vige la legge del più forte! Nel senso del più furbo. Non si deve spedire niente in giro!

  32. Alberto Cassani ha detto:

    Lisa, io capisco benissimo la tua rabbia, però ti ripeto che dovresti farti valere nelle sedi più opportune. Continuare a ripetere che questo e quello ti hanno copiato, senza mai neanche dare la possibilità a chi ti legge (a parte me) di capire se sia vero oppure no, non ti fa fare proprio una bella figura. E’ logico che poi un lettore occasionale ti prende per un troll… Se poi nel caso dello scrittore siciliano il tuo lavoro è stato pubblicato su un sito internet non ci sono scappatoie: se veramente il “Maestro” ha copiato il giudice di dà ragione. Ma se sei tu stessa che rinunci a difendere i tuoi diritti, allora lamentarsi non serve a nulla.

  33. lisa ha detto:

    PER ALBERTO: da quel sito sono “misteriosamente” sparite altre mie due poesie insieme a quella di cui parlavo. Non mi rispondono e mi è dunque impossibile reperirle. Ne sono rimaste altre due che ho ora stampato insieme all’indirizzo del sito. Per il concorso in Sicilia, è stato tanti anni fa. Io, ingenuamente, pensavo che bastasse scrivere “copyright”. Invece, a quanto pare, in internet e ovunque, ognuno può pescare quello che vuole. O almeno certi personaggi importanti. beh, io non spedirò mai più niente. Per “Midnight…” ben due avvocati sono convinti che io non racconti frottole e stanno preparando argomentazioni per un’evt. denuncia. Io sono così: non copio nulla! Se degli scritti mi ispirassero, li citerei e ne chiederei dapprima il permesso al loro autore. Per un soggetto, mi sono ispirata a un gruppo religioso del mondo classico, però l’ho scritto ben chiaro nelle note d’intenzione. Ma se anche l’autore fosse un perfetto sconosciuto, mai gli ruberei le idee!

  34. Alberto Cassani ha detto:

    Oh, era ora: hai fatto benissimo a rivolgerti finalmente agli avvocati. Potendolo fare, è il modo migliore per proteggere i tuoi diritti. Poi starà a loro capire se ci sono le basi per una causa ed eventualmente al giudice dire se effettivamente c’è stato plagio o meno. Io, per quanto riconosca le somiglianze tra il tuo lavoro e quello di Allen, non sono in grado di dire se la cosa possa essere una casualità o meno, tantopiù che in materia di diritto d’autore ogni nazione ha leggi diverse e io già non conosco nel dettaglio quella italiane, figuriamoci quelle straniere.
    Tra l’altro, prova magari a contattare Demetrio Casile (http://www.casile.it) che non sento da una vita ma è sempre stato molto disponibile e nei primi anni 90 ha avuto una causa con una casa di produzione di Hollywod che gli aveva rubato la sceneggiatura di “Un eroe per caso” (non so com’è finita quella storia, però). Magari ti può dare qualche indicazione su come muoverti per certe cose.

    Purtroppo, quando una cosa viene pubblicata, in qualunque forma, diventa a conti fatti di dominio pubblico. E’ impossibile impedire a qualcuno di copiarla o rubarla, l’unica cosa che si può fare è fargliela pagare caramente per le sue azioni. A Hollywood questo tipo di cause sono abbastanza frequenti, in Europa molto meno. A me è capitato più volte di trovare miei scritti sui siti di altri, spesso senza il mio nome né un link alla pubblicazione originale, ma la tua è una situazione ben più grave, che è giusto affrontare di petto. Visto che già sei in ballo, non vedo perché non sentire gli avvocati anche per lo scrittore siciliano: le registrazioni degli iscritti al concorso e una copia delle opere partecipanti deve pur esistere, no?

  35. lisa ha detto:

    PER ALBERTO. Grazie per i consigli. Farò qualcosa in tal senso. Certo che è doloroso vedersi soffiare le proprie idee. Per il concorso di poesie, non c’è nemmeno più traccia di quello, ma è anche colpa mia che sono sbadata e non conservo tutto come si dovrebbe. Ho i copyright, quelli sì. Vedremo. Per lo scrittore siciliano, aspetto la risposta della casa editrice. Poi, procederò anche lì. Io avrei paura ad appropriarmi del lavoro altrui, anche se in piccola parte. Non dormirei più di notte! Cmq, grazie ancora e cari saluti!

  36. lisa ha detto:

    PER ALBERTO. Da quel sito sono sparite tre mie poesie sul Mondo Classico. Speriamo che anche le altre due non facciano la fine di quella che parlava del ritrovamento (in epoca attuale) di monete d’oro appartenute a un soldato greco in fuga dalla guerra, che morì quasi subito, in mezzo alla natura, a causa del morso di una serpe… Ah! Quanti serpenti girano fra le persone!

  37. Marco ha detto:

    Carino ma nulla più, non sono d’accordo con tutte le lodi che hanno tessuto al film.
    Un’idea simpatica che è stata venduta bene.
    Mi ha dato l’idea che tutto lo staff fosse in viaggio di piacere e a tempo perso hanno girato un film.
    Emerge prepotentemente solo la bellissima e bravissima Cotillard.
    Sopravvalutato.

  38. Federico ha detto:

    Anche se sono passati anni dal commento di Lisa, ci tengo a sottolineare che capisco il suo disappunto nel vedere somiglianze tra il film di Allen e la sua sceneggiatura, ma va detto che l’idea per Midnight in Paris, Woody Allen la ebbe nel 1965 quando ancora faceva lo stand-up comedian e scrisse un monologo dal titolo “The lost generation” nel quale di fatto anticipava il soggetto del film.
    Come si può sentire da questa registrazione dell’epoca: https://www.youtube.com/watch?v=z85zt_EUySg
    Qui il testo in italiano:
    Ero in Europa, tanti anni fa, con Ernest Hemingway. Hemingway aveva appena scritto il suo primo romanzo e lo diede a leggere a Gertrude Stein e a me.
    Gli dicemmo che era un buon romanzo ma non un grande romanzo. Aveva
    bisogno di una ripulitina, poi sarebbe potuto passare. Ci ridevamo e
    scherzavamo su, e Hemingway mi mollò un cazzotto in bocca.
    A quel tempo, Picasso abitava in Rue de Bacque. Una sera l’andammo a
    trovare, e aveva appena finito di dipingere un odontotecnico, nudo, nel
    deserto del Gobi. Gertrude Stein disse che era un buon quadro ma non un
    grande quadro, e ci mettemmo a ridere, e Hemingway mi mollò un cazzotto in bocca.
    Mi ricordo quando Scott Fitzgerald e sua moglie Zelda rientrarono da
    uno sfrenato veglione di Capodanno. Era aprile inoltrato. Scott aveva
    appena finito di scrivere Grandi speranze. Gertrude Stein e io lo leggemmo
    e trovammo che era un buon romanzo, ma non c’era bisogno di scriverlo
    perché lo aveva già scritto Charles Dickens. Ci ridemmo su e
    Hemingway mi mollò un cazzotto in bocca.
    Quell’estate andammo in Spagna a vedere Manolete toreare. Dimostrava
    diciotto anni e Gertrude Stein disse che, no, ne aveva diciannove anche se
    ne dimostrava diciotto. “Tantevolte”, le dissi, “un ragazzo di diciotto
    anni ne dimostra diciannove, laddove, tante altre volte, un diciannovenne
    può sembrare facilmente un diciottenne, e questo vale particolarmente per
    uno spagnolo purosangue”. ridemmo su e Gertrude Stein mi mollò un cazzotto in bocca.

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