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"Piccola patria" di Alessandro Rossetto

9 aprile 2014 Recensioni 0 Commenti
Piccola patria

Istituto Luce Cinecittà, 10 Aprile 2014 – Interessante

Luisa e Renata, due ragazze che vivono un rapporto di amicizia malato, inquinato dai soliti interessi che sono la rovina della maggior parte dei rapporti interpersonali in ogni angolo del mondo: sesso, soldi e ricatti…


Roberta Da Soller e Maria Roveran in una scenaAlessandro Rossetto fa un ritratto coinciso e spregiudicato dell’Italia del nord-est, dal quale fa emergere in maniera indiscutibile le sue origini di regista documentarista. Infatti, giunto al suo primo lungometraggio, continua a rendere protagonista assoluto il territorio quasi più della storia in sé per sé e dedica a questi spazi sterili, molte riprese aeree, che ricongiungono il vuoto di questi ambienti al vuoto sentimentale delle due amiche e non solo. Ragazze senza nulla in cui credere se non il guadagno a qualsiasi costo per raggiungere i propri obiettivi, a cui quindi non basta, l’umile impiego in un albergo di zona, ma decidono di trovare fortuna a modo loro e ovviamente scelgono strade sbagliate. Non emergono di certo per intelligenza le due donne in questione, Rossetto fa un quadro sdegnoso di queste tardo adolescenti ciniche e prive di scrupoli, pronte a compromettere anche la loro amicizia oltre alla loro rispettabilità.

Una scenaNeanche quella parte d’Italia in cui vivono ne esce vittoriosa, tra razzismo, mediocrità culturale, aridità sentimentale; qui dove la parola “negro” ha ancora un significato definito ed è di uso naturale nel gergo corrente della zona, qui dove due amiche mettono in scena giochini hard in cambio di soldi, qui dove un conoscente di famiglia approfitta del corpo della figlia dell’amico senza ombra di scrupolo e qui dove genitori dimostrano incapacità di relazionarsi con i propri figli.

Una scenaE poi l’elemento scatenante, il popolo extracomunitario, che ancora provoca fastidi e rapporti tesi con gli abitanti della zona, quando invece dimostrano di non essere peggio dei “padroni di casa”. Bilar è il ragazzo albanese che frequenta Luisa e tra i due il vero “malato” di certo non è lui, anzi quando scopre di essere una pedina per i giochetti hot della sua ragazza, reagisce con disprezzo.

Roberta Da Soller e Maria Roveran in una scenaInteressante l’impasto linguistico, musicale commistione di dialetti e lingua albanese, mai perfettamente integrate nel sottolineare quel senso di incomunicabilità che di fondo è il tema principale attorno al quale Rossetto sviluppo l’intera vicenda. L’abbandono, il degrado, esistenze corrotte e deteriorate, sono solo un aspetto di questo piccola patria, angolo marcio di un’Italia che non è altro che parte integrante di un’altra putrida e sola grande patria.


La locandina di Piccola patriaTitolo: Piccola patria
Regia: Alessandro Rossetto
Sceneggiatura: Caterina Serra, Alessandro Rossetto, Maurizio Braucci
Fotografia: Daniel Mazza
Interpreti: Maria Roveran, Roberta Da Soller, Vladimir Doda, Diego Ribon, Lucia Mascino, Mirko Artuso, Nicoletta Maragno, Mateo Cili, Giulio Brogi, Drival Hajdaraj, Valerio Mazzucato
Nazionalità:Italia, 2013
Durata: 1h. 51′


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