Piccole donne di Greta Gerwig
Warner, 9 Gennaio 2020 – Patinato
La Guerra di Secessione fa da sfondo alla storia delle quattro sorelle March, il cui padre è partito per il fronte. Le giovani imparano a crescere e diventare ragazze responsabili, pronte a difendersi da qualsiasi vicissitudine, e sopratutto ognuna di loro è determinata a inseguire i propri sogni…
Ciò che è quasi imprescindibile nel romanzo Piccole Donne, classico scritto oltre due secoli fa da Louisa May Alcott, è il clima natalizio fortemente impresso nell’incipit, che ha il potere di condizionare tutto il resto della narrazione in qualunque altra stagione si svolga. Ma in questa nuova pellicola cinematografica, la regista Greta Gerwig sceglie una diversa atmosfera: opta per gli esterni cittadini e per i paesaggi marini. Ovvero, esplicita in immagini ciò che spesso nel romanzo è solo accennato, e sviluppa sequenze poco esplorate in precedenza.
A parte qualche licenza poetica, quale ringiovanire dei personaggi o scegliere degli attori con connotazioni che si discostano dalle caratteristiche dei loro alter ego letterari, il rispetto del romanzo c’è. Le vicende non sono modificate: casomai si sono aggiunti dei dialoghi, ma è questione di poche battute. Altrettanto viene fatto con i luoghi: l’Europa così lontana che defila il personaggio di Amy mentre la sorella Jo – vera protagonista ed eroina di sempre, sia del libro sia di ogni film che ne sia stato tratto – affronta drammatici periodi familiari, viene mostrata più volte e resa nel suo fascino artistico. Tuttavia, il romanzo viene scomposto in flashback, anche troppo frequenti, che nella narrazione filmica rivivono nella mente della protagonista. D’altro canto il film non rispetta da subito l’ordine cronologico, preferendo iniziare nel punto in cui le vicende volgono verso la conclusione.
Grande impegno è stato dato alla ricostruzione di scenografie e costumi – premiati con i recenti Oscar – realizzando un film in cui ogni singola inquadratura è un trionfo di bellezza e di atmosfera. Non manca nemmeno la vera Orchard House – la casa della famiglia Alcott, a Concord, in cui Louisa scrisse Piccole Donne e diventata nel tempo un museo – ripresa totalmente in esterno almeno un paio di volte. Mentre degli interni, eccezione fatta per il salone, si è preferito cogliere gli angoli: della camera da letto, della cucina e anche della soffitta. Ma non si è altrettanto colto lo spirito materno della mamma e matriarca, di statura ben inferiore rispetto a quanto appare nel romanzo, che tiene le redini di casa e figlie mentre il marito è in guerra, facendo poi un paio di comparse in questo film tanto deboli quanto inutili.
È vero che il film pone al centro non solo le protagoniste ma anche l’affermazione della donna, subordinando di conseguenza le figure maschili, ma questa sorta di celebrazione – inevitabile nel voler omaggiare la Alcott femminista e progressista quale fu – spezza il vero fulcro di sempre del romanzo. Quello che, pur datato e superato, rende l’omonimo film di Mervyn LeRoy la migliore trasposizione a oggi. Che non modernizza troppo, ma semplicemente restituisce nello spirito e nelle atmosfere l’anima del romanzo: non l’individualismo di ciascuna delle sorelle, ma la loro unione che da sé crea il calore di una casa colta sempre in interni, ma più efficace dei nuovi esterni.
Piccole donne è un film che alla fine, nonostante l’alto livello visivo, resta più patinato che coinvolgente, senza trasmettere la sua vera essenza: quella che fa sentire il calore familiare e natalizio perfino nelle pagine, e nelle sequenze, calde ed estive.
Titolo: Piccole donne (Little Women)
Regia: Greta Gerwig
Sceneggiatura: Sarah Polley, Greta Gerwig
Fotografia: Yorick Le Saux
Interpreti: Saoirse Ronan, Emma Watson, Florence Pugh, Eliza Scanlen, Timothée Chalamet, Meryl Streep, Laura Dern, James Norton, Bob Odenkirk, Louis Garrel, Chris Cooper, Abby Quinn, Tracy Letts
Nazionalità: USA, 2019
Durata: 2h. 15′
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