"Planet 51" di di Jorge Blanco

Moviemax, 20 Novembre 2009 – Scontato
La vita scorre tranquilla in una cittadina di un placido pianeta perso nell’universo, fino a quando un alieno non atterra sul loro suolo: è un umano. Tra il panico generale e la paura di un’invasione, gli unici a dare sostegno all’astronauta sono lo spaurito Lem e i suoi amici amanti dei fumetti…
L’animazione al computer, con o senza 3D, rappresenta l’ultima frontiera da conquistare per il cinema europeo, tradizionalmente arretrato dal punto di vista tecnologico. Dopo non pochi tentativi fallimentari, finalmente arriva dalla Spagna – con fondi anche statunitensi – uno dei pochi film tecnicamente riusciti che però, sotto la regia di Jorge Blanco e la co-regia di Javier Abad e Marcos Martinez, rivela le sue pecche sotto il profilo squisitamente cinematografico.
Un’avventura fantascientifica scritta da Joe Stillman che ribalta il tipico rapporto tra umani ed extraterrestri cercando una comicità basata sul paradosso e sugli anacronismi, un po’ come fossimo in una versione aggiornata dei cartoni di Hanna & Barbera. Il centro del progetto narrativo verte infatti sul calco degli Stati Uniti degli anni 50, della loro cultura e del loro immaginario trasportato in un mondo fuori dalla Terra, abitato da esseri in tutto e per tutto simili agli alieni dei film di serie B di quegli anni (non a caso il film comincia in un cinema dove si proietta una pellicola di quel genere), in cui l’inserimento dell’umano come alieno mette in luce e alla berlina gli atteggiamenti dei terrestri nei confronti dell’ignoto e del diverso.
Il problema è la mancanza di fantasia con cui gli autori strutturano il pianeta 51 (riferimento all’area in cui si dice siano nascosti esperimenti con extraterrestri), secondo stilemi, riferimenti e tocchi (poco) umoristici prevedibili con ovvio corollario di citazioni cinematografiche spesso fuori target o luogo. Mancanza di fantasia che limita le possibilità della sceneggiatura di costruire un racconto divertente e appassionante e non permette a Blanco e compagni di poter davvero sfidare Pixar o Dreamworks sul terreno del grande cinema d’animazione, dove non è solo la tecnologia ad essere vincente. Tecnologia che qui è comunque un buon punto di partenza, ricca nell’animazione e tondeggiante come pongo nel disegno, per cercare di affrontare faccia a faccia i colossi americani. Che però hanno nella potenza della loro immaginazione la vera carta vincente.
Titolo: Planet 51 (Id.)
Regia: Jorge Blanco (co-regia: Javier Abad e Marcos Martinez)
Sceneggiatura: Joe Stillman
Fotografia: —
Doppiatori: Luca Ward, Alessandro Tiberi, Maria Letizia Scifoni, Corrado Conforti, Rodolfo Bianchi, Vittorio Stagni, Manuel Meli, Massimiliano Alto, Pasquale Di Molfetta, Alberto Di Molfetta, Nicola Savino
Nazionalità: Spagna – Regno Unito – USA, 2009
Durata: 1h. 31′
In questo film bisogna apprezare l’iniziativa di uno studio spagnolo nel fare concorrenza alle grandi major hollywoodiane nel campo dell’animazione digitale, infatti il film dal punto di vista della grafica è ineccepibile…bellissimo!
Lo stesso non si può dire della sceneggiatura che rimpasta clichè gia visti al cinema ( infatti è opera della DreamWorks che di originalità non ha molta), ho apprezzato solo alcune battute veramente efficaci e l’ambientazione del pianeta alieno stile anni ’50 da noi; un paradosso che ho trovato originale!
Mi sono molto divertito a scovare i vari rimandi ai vecchi film di fantascienza, cosa che i bambini (target a cui è rivolto il film) non potranno capire.
Comunque carino ma sconsigliato agli over 13.
Che c’entra la Dreamworks? L’unico collegamento tra Planet 51 e la Dreamworks è che lo sceneggiatore ha scritto i primi due Shrek, ma se è per questo è anche co-sceneggiatore di Beavis & Butthead e produttore di King of the Hill.
Comunque nell’animazione digitale in Spagna sono chilomentri avanti a noi, da loro si producono molti più cartoni animati – sia per il cinema che per la Tv – e quindi è più facile trovare capitale da investire nelle nuove tecnologie applicate all’animazione.
Dato che lo sceneggiatore ha scritto i primi due Shrek lo avrà fatto per conto di qualcuno, appunto per la DreamWorks.
Se invece avesse scritto dei film per conto della Pixar la situazione, in quanto a qualità di script, sarebbe stata moooooolto diversa.
Non ci siamo intesi: Joe Stillman sono quindic’anni che scrive sceneggiature, non ha certo imparato a farlo lavorando per la Dreamworks. Tanto più che in entrambi gli Shrek ha riscritto la sceneggiatura scritta da qualcun altro e quello che lui ha scritto è stato poi riscritto da qualcun altro, mentre qui è invece tutta farina del suo sacco. Non puoi dire che la sceneggiatura “è opera della Dreamworks”: è opera di uno che per qualche mese in 15 anni di carriera ha lavorato per la Dreamworks
Poi, comunque, i primi due Shrek e Kung Fu Panda hanno delle ottime sceneggiature da film comico. La Pixar mira a fare film diversi, film con un impianto drammatico e uno sviluppo brillante: sono due tipi di film completamente diversi che hanno in comune solo il fatto di essere entrambi realizzati a cartoni animati.
è come per Toy Story che cerca di spiegare in maniera fantastico il drammatico legame fra bambino e giocattolo è questo che intendi, Alberto?
Sì. Un po’ anche come La vita è bella, se vogliamo esagerare.
Daccordo su tutto, grafica accattivante, sceneggiatura agghiacciante. Non un filo di originalità!
Voto: 6-
Jorge devi lasciare definitamente la tua fidanzata stephi perché non è per te…io sono quella giusta e io sono divertentissima… Sono la tua anima gemella fidati di me torelli Carlotta ti amo
Sì, va bene. Ma ovviamente il regista di questo film non è l’attore di “Violetta”…