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"A Beautiful Mind" di Ron Howard

30 gennaio 2003 Recensioni 4 Commenti
A Beautiful Mind

Uip, 22 Febbraio 2002 – Efficace

John Nash è un genio della matematica, ma è schizofrenico. Durante la guerra fredda lavora per il Governo decrittando i codici segreti dei sovietici. Anche la sua relazione con Alicia è secondaria rispetto al suo lavoro di spia, fino a quando non viene internato in ospedale psichiatrico…


Russell Crowe e Ed Harris in A Beautiful MindRon Howard si conferma un regista dotato di ottima tecnica e con la rara capacità di spettacolarizzare la vicenda senza esagerare con gli effetti speciali, piegando le nuove tecnologie alle esigenze puramente drammaturgiche. In un film come questo, questa sua caratteristica aiuta molto lo spettatore a rimanere concentrato sulla vicenda, o a notare altri particolari, come la recitazione, a dire il vero un po’ di maniera, di Russell Crowe.

Russell Crowe e Jennifer Connelly in A Beautiful MindLa storia di John Nash è una vicenda che colpisce al cuore, a maggior ragione per il fatto di essere vera, così com’era successo a quella di Susanna Kaysen in Ragazze interrotte. Rispetto alla vicenda reale, il film si concede qualche taglio e qualche edulcorazione che comunque non disturbano, e qualche romanticheria francamente di troppo (la scena delle forme cercate nelle stelle avrebbe meritato di rimanere sul pavimento della sala montaggio). Ma se l’efficacia narrativa insita nello stile di Howard (notevole la vividezza delle allucinazioni del protagonista, ad esempio) e la carica emotiva della storia in sé sono i punti forti del film, la poca chiarezza – forse il poco tempo scenico – del periodo più importante della cura medica del protagonista ne rappresenta il punto debole.

Russell Crowe e il regista Ron Howard sul set di A Beautiful Mind Se infatti Alicia è sulla carta la vera eroina della vicenda, non abbandonando mai il marito e anzi finendo per esserne l’unica ragione di vita, nel film finito questo aspetto non viene assolutamente fuori: non è grazie all’amore e al sostegno della moglie, infatti, che il John Nash cinematografico vince la schizofrenia (o meglio: impara a conviverci), ma è attraverso la completa dedizione al suo lavoro, ai numeri, a quella complessa scienza che è la matematica.

Un difetto grave ma non gravissimo, per un film che ancora una volta dimostra come si possa (e anzi si debba) tradire una storia reale a fini drammaturgici, e di come gli effetti speciali si possano utilizzare per esaltare la sceneggiatura piuttosto che per nasconderne i buchi.


La locandina di A Beautiful MindTitolo: A Beautiful Mind (Id.)
Regia: Ron Howard
Sceneggiatura: Akiva Goldsman
Fotografia: Roger Deakins
Interpreti: Russell Crowe, Ed Harris, Jennifer Connelly, Paul Bettany, Christopher Plummer, Adam Goldberg, Vivien Cardone, Josh Lucas, Anthony Rapp, Jason Gray-Stanford, Judd Hirsch, Austin Pendleton, Thomas Walsh, Jill Marie Simon
Nazionalità: USA, 2001
Durata: 2h. 16′


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Attualmente ci sono 4 commenti a questo articolo:

  1. Riccardo ha detto:

    straordinario, bravissimo ed harris come al solito, ma soprattutto crowe.

  2. Edoardo ha detto:

    Alberto,mi trovo d’accordo con la tua recensione. Ma tu che ne pensi di Jennifer Connelly come attrice?

  3. Alberto Cassani ha detto:

    Sulla Connelly ho cambiato parere nel corso degli anni. All’inizio non mi piaceva per nulla, ma poi devo dire che è diventata più che discreta. Non è e non sarà mai una grande attrice, però.

  4. Sebastiano ha detto:

    Secondo me per fare grandi le attrici (e gli attori) occorrono grandi parti, e la Connelly non mi pare ne abbia avute di abbastanza grandi.

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