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"Quo vado?" di Gennaro Nunziante

19 gennaio 2016 Recensioni 4 Commenti
Quo vado?

Medusa, 1 Gennaio 2016 – Ruffiano

Un impiegato provinciale con la fissa del posto fisso ad ogni costo, si ritrova dopo la riforma governativa per l’abolizione delle provincie dinnanzi a una tremenda scelta: rinunciare al posto fisso o essere trasferito. Ma quest’ultima possibilità si rivelerà tutt’altro che un secondo “paradiso”…


Checco Zalone in Quo vado?Checco Zalone torna in sala a ridosso del periodo dei cinepanettoni, con un film studiato ad arte per essere tanto politicamente corretto quanto campione d’incassi al botteghino. Laddove la moderna comicità italiana ha mostrato punte di alta “raffinatezza” con corpi da capogiro, battute volgari, espulsioni gassose e i soliti stereotipi da manuale Cencelli, in quella che sembra la sua opera più matura Zalone – sotto la regia del fidato Gennaro Nunziante – veste i panni dell’uomo italiano medio, nell’Italia mediocre che tanto ci piace beffeggiare.

Checco Zalone e Eleonora Giovanardi in una scena di Quo vado?C’è un villain, la dottoressa Sironi, che fa di tutto per fargli firmare le dimissioni; una donna, la bella Valeria (Eleonora Giovanardi), con cui mettere alla berlina l’inciviltà della nostra cultura; un mentore, Lino Banfi, silurato ai suoi tempi e ora gola profonda del “non firmare”… E poi c’è lui – Checco – un bambinone cresciuto, troppo sopra le righe per risultare credibile e in questa quarta opera troppo decontestualizzato per essere “uno di noi”. L’empatia in sala è possibile quando ci si immedesima nei ruoli, ma se le situazioni di Quo vado? possono appartenere, con opportuni ridimensionamenti, a scene di vita comune, il modo in cui vengono affrontate risulta fantascientifico.

Una scena di Quo vado?Indubbiamente si ride, ma si riflette anche, poiché per quanto annacquata c’è una morale, e la voglia di voler affrontare tematiche attuali – come il lavoro o l’integrazione – ma anche il confronto stesso fra culture, mostrando come ogni verità possa essere tale se argomentata dal giusto punto di vista. L’happy-ending è scritto fin dalle prime battute ma rivela una sorpresa che conferma come nella vita ci possa essere, quando meno la si attenda, una sliding door.


La locandina di Quo vado?Titolo: Quo vado?
Regia: Gennaro Nunziante
Sceneggiatura: Luca Medici, Gennaro Nunziante
Fotografia: Vittorio Omodei Zorini
Interpreti: Checco Zalone, Eleonora Giovanardi, Sonia Bergamasco, Maurizio Micheli, Ludovica Modugno, Ninni Bruschetta, Paolo Pierobon, Azzurra Martino, Lino Banfi, Angela Napa, Fabio Casale, Adam Nour Marino, Massimiliano Montgomery
Nazionalità: Italia, 2015
Durata: 1h. 26′


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Attualmente ci sono 4 commenti a questo articolo:

  1. Marco ha detto:

    Albe, o chiunque l’abbia visto; che ne pensate di “Italiano Medio” di Maccio Capatonda?

  2. Marco ha detto:

    Riguardo il film sopracitato l’ho trovato una buona commedia “intelligente”, per quanto questo termine possa apparire strano in un film del genere. Una riuscita critica nei confronti del nostro modo di essere odiernamente in Italia.
    Il finale mi è piaciuto meno (in confronto all’intero minutaggio) però chiude in linea con quello che voleva raccontare, giustamente in modo amaro e rassegnevole.
    Direi una bella sorpresa nel panorama nostrano.
    Pareri vostri?

  3. Marco ha detto:

    Una gustosa critica sociale.
    Si ride più volte.
    Meravigliosa Bergen.
    Il finale la parte più bella di tutte.

    Albe che ne pensi di questo e degli altri di Zalone?
    Riesci a rispondermi alla domanda del mio commento precedente?
    Grazie 🙂

  4. Alberto Cassani ha detto:

    Per un motivo o per l’altro, non ho mai visto nessun film di Checco Zalone.

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