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Racconti da Stoccolma di Anders Nilsson

3 marzo 2008 Recensioni 0 Commenti
Racconti da Stoccolma

Teodora, 30 Aprile 2008 – Grossolano

Una giornalista di successo che deve subire le numerose violenze di suo marito e la diffidenza dei colleghi; una ragazza rimasta coinvolta nell’ostracismo verso la sorella non più vergine; un buttafuori che deve fronteggiare la criminalità e la violenza del suo locale…


Una scenaLa realtà è una cosa seria. Sembrerà una tautologia da quattro soldi, ma al cinema è una frase che si rivela sempre più vera, perché in tempi in cui la cronaca e la storia danno mille motivi di riflessione, il lavoro del cinema sul reale rischia di diventare sempre più sterile, come risucchiato dalle forme di finzione e narrativa (anche per immagini) che attraverso l’immaginazione filtrano e rielaborano. Perciò interessante e coinvolgente era il progetto di Anders Nilsson di mescolare il racconto di genere, dal thriller al nero con sfumature pulp, con gli spunti più cupi e interessanti della cronaca. Peccato che il risultato sia confuso e viziato da molte imperfezioni.

Scritto dal regista con l’autore di racconti Joachim Hansson, Racconti da Stoccolma è un dramma nero, a tinte fortissime, contaminato dal noir e dal thriller che da denuncia sociale però rischia di tramutarsi (e purtroppo qua e la lo fa) in una sequela di ricatti allo spettatore, in stile tv-movie verità delle reti generaliste.

Bahar ParsAmbientato – ovviamente – in una Stoccolma anonima e poco location (anche perché il titolo originale significa “Quando scende il buio”), il film è un viaggio oscuro e disperato all’interno delle pieghe malate che un paese civile, moderno e moralmente avanzato come la Svezia può ancora portare al suo interno, rendendo palesi le turbe profonde che rendono la nazione quella con la più alta percentuale di suicidi al mondo: dalla negazione dei diritti delle donne alla dittatura della famiglia e della verginità, fino al ribollire di criminalità nelle strade cittadine, le estreme situazioni di violenza quotidiana ci sono tutte, servite con l’enfasi e la dose di spettacolarità giuste per colpire il pubblico.

Bibi AndersonE’ qui il vero problema del film di Nillson, nel voler arrivare al pubblico con mezzi eccessivi, con ammiccamenti quasi sadici, confondendo la partecipazione del pubblico alla violenza al voyeurismo, facendo quasi sentire in colpa lo spettatore, non chiamandolo mai in causa, ma facendolo assistere a scene sadiche e a situazioni piene di ricatti morali con apparente freddezza da racconto realistico, ma con la calcolata costruzione dei prodotti per la Tv statunitense, che non si fanno mancare climax spettacolari, scene come pugni allo stomaco e lieti fine che accomodano l’accomodabile.

Una scenaRegia ipocrita e molto furba nel dosare la suspense e la tensione e competente nel muovere la macchina da presa, ma che non prende mai posizione in modo radicale né in ciò che racconta, né in come la racconta, soffermandosi sugli effetti e mai su cause o conseguenze, lavorando di fronzoli quando serve secchezza. La sceneggiatura peggiora la situazione, servendo una terza storia (quella del buttafuori) assolutamente inutile, riempiendo la prima di stereotipi e cliché da competizione, gestendo il racconto corale in modo meccanico e confuso e riuscendo solamente nella seconda storia, dove l’atmosfera, il racconto, i personaggi riescono a convincere.

Una scenaRacconti da Stoccolma è un film in cui il tono sopra le righe azzera il potenziale di durezza, al quale non si può imputare nulla in quanto ad efficienza e capacità di coinvolgere il pubblico ma che a lungo andare stanca, irrita e spazientisce, anche perché gli attori non danno mai il loro meglio, costretti in luoghi comuni ed espressioni monocordi (fatta eccezione per la giovane Bahar Pars). Qualcuno dovrebbe far capire a Nilsson che nei film, come nella vita, le sfumature sono essenziali.


La locandinaTitolo: Racconti da Stoccolma (När mörkret faller)
Regia: Anders Nilsson
Sceneggiatura: Anders Nilsson, Joakim Hansson
Fotografia: Per-Arne Svensson
Interpreti: Oldoz Javidi, Lia Boysen, Reuben Sallmander, Per Graffman, Bibi Andersson, Bahar Pars, Mina Azarian, Cesar Sarachu, Peter Engman, Annika Hallin, Nisti Stêrk, Anja Lundqvist, Zeljko Santrac, Jonatan Blode, Tobias Aspelin
Nazionalità: Svezia, 2007
Durata: 2h. 13′


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