"Re per una notte" di Martin Scorsese
CIDIF, 1983 – Paradossale
Nell’affollata New York di inizio anni 80, il giovane Rupert Pupkin sogna di sfondare nel mondo dello spettacolo. Finalmente riesce ad avvicinare il conduttore televisivo Jerry Langford, che per lui non è solo un mito, ma anche la chiave per arrivare alla tanto agognata…
Nonostante Re per una notte abbia ormai compiuto un quarto di secolo, sorprende per quanto possa calzare alla società attuale, ma soprattutto sorprende per quanto ne abbia precorso i tempi. Il fenomeno del divismo – ancora più datato del film stesso ma comunque insuperato – il desiderio di un facile successo mediatico, la smania di apparire, possibilmente bruciando le tappe per raggiungere subito alte vette, sono ormai parte del quotidiano versante mediatico, e Scorsese ce lo spiega con largo anticipo.
Certamente la situazione e i personaggi sono tanto estremizzati quanto grotteschi, o almeno lo è Rupert. Il suo desiderio di sfondare come comico lo trasporta in un mondo fatto di sogni che si sovrappongono alla realtà, con la quale perde il contatto fino a optare per soluzioni sconsiderate. Accanto a lui si pone l’amica Masha, che invece in Jerry vede l’oggetto del desiderio, anche se in maniera altrettanto psicopatica. Se Jerry è l’unico fra i tre protagonisti pressoché assoluti ad essere la maschera seriosa, equilibrata e quindi normale, vengono comunque gettate ombre anche su di lui, che si sottrae alla richiesta personale di un’ammiratrice o che evita di rilasciare autografi per dubbia mancanza di tempo.
Attraverso Rupert, si lascia intendere che certi sogni che paiono irraggiungibili bisogna coltivarli con lavoro, pazienza e impegno, partendo dal basso. D’altro canto, chi ha raggiunto la fama pare non considerare nemmeno la possibilità di dedicare anche solo pochi minuti a chi chiede aiuto e consiglio. Oppure, forse, in un mondo di riflettori, di produttori, di assistenti personali, di rigidi controlli e, in fondo, di successo precario anche per chi è arrivato, è solo la dura legge del mercato. Oppure ancora, è solo un modo per difendersi dalla popolarità se, come Jerry è solito fare, è necessario camminare in strade affollate per sentirsi al sicuro dall’assalto di fan indiscreti.
Il film è anche una profusione di dialoghi – spesso somiglianti a monologhi – di Rupert, che con le sue chiacchiere tenta di manipolare gli altri tanto quanto Scorsese col montaggio manipola realtà e fantasia, oltre che il tempo. Questo succede in particolare con l’apparizione di Rupert allo show televisivo condotto da Jerry, apparizione abilmente interrotta e ripresa poi nella sequenza successiva con Rupert che vi assiste guardandosi alla Tv di un locale pubblico. Questa manipolazione che mescola realtà e fantasia si spinge oltre, si dilata nel finale, nel quale paradossalmente condensa il tempo con un’ellissi in cui si narrano gli ultimi anni trascorsi da Rupert prima di tornare, sempre paradossalmente, alla ribalta.
Questo ritorno – verosimilmente reale, ma comunque è lecito dubitarne e pensare che invece si tratta ancora di fantasia – è ancora più paradossale perché si crea il fenomeno mediatico su presupposti sbagliati o addirittura moralmente contestabili, e comunque con una bravura ancora tutta da provare al pubblico che ne ha decretato il successo con facilità. Come a sostenere che prima si deve costruire la carriera e poi il personaggio nasce da sé anziché fare, sempre paradossalmente, il contrario.
Sia Robert De Niro nei panni di Rupert sia Sandra Bernhard in quelli di Masha sostengono con le loro interpretazioni una sceneggiatura sopra le righe, spiazzante nel suo essere grottesca e danno vita a due personaggi strampalati nella sostanza, ma forse non tanto improbabili da trovare una collocazione – eccetto l’estremizzazione delle loro azioni, naturalmente – nella realtà e al di fuori dunque dall’immaginario cinematografico.
Titolo: Re per una notte (King of Comedy)
Regia: Martin Scorsese
Sceneggiatura: Paul D. Zimmerman
Fotografia: Fred Schuler
Interpreti: Robert De Niro, Jerry Lewis, Diahnne Abbott, Sandra Bernhard, Shelley Hack, Ed Herlihy, Lou Brown, Loretta Tupper, Peter Potulski, Vinnie Gonzales, Whitey Ryan, Doc Lawless, Marta Heflin, Tony Randall, Liza Minnelli
Nazionalità: USA, 1982
Durata: 1h. 49′
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