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Ribelle - The Brave di Mark Andrews & Brenda Chapman

24 agosto 2012 Recensioni 7 Commenti
Ribelle - The Brave

Walt Disney, 5 Settembre 2012 – Incantevole

Merida è una giovane e ribelle principessa scozzese che scatena una terribile maledizione rivolgendosi a una strega che possa esaudire il suo desiderio. Dovrà utilizzare tutto il proprio coraggio per riuscire a riportare la pace nel regno e salvare la vita di sua madre…


Merida in Ribelle - The BraveRibelle – The Brave racconta la storia di Merida, una fiera e appassionata ragazza che vuole trovare se stessa e lotta per cambiare il suo destino. Questa tempestosa adolescente tenta di riconciliare il modo in cui il mondo la considera con il modo in cui lei considera se stessa, facendo emergere pian piano un grandissimo coraggio. E’ una forza della natura, uno spirito vibrante, espresso già soltanto dalla sua capigliatura selvaggia, una giovane donna intraprendente che ama arrampicarsi sulle scogliere, scorrazzare libera a cavallo e lanciare frecce.

Re Fergus e Merida sotto gli occhi della regina Elinor in una scena di Ribelle - The BraveLa sua è una storia di formazione, un viaggio attraverso il quale, alla fine, madre e figlia imparano ad apprezzarsi di più. Una storia moderna, credibile perché vera nei rapporti, che rispecchia i conflitti e le problematicità di un’adolescente che cresce, e decide chi vuole essere. Si tratta di una storia universale, perché ha a che fare con il concetto di voler scegliere la propria vita, ma allo stesso tempo di continuare a rispettare la propria famiglia. Non è una favola ma un’avventura epica che intreccia fantasia e riferimenti storici, relativi alle tradizioni, ai costumi e alle mitologie scozzesi. Non solo: è il primo film della Pixar in cui la protagonista è una donna, divenendo così la pellicola più ardita, sofisticata e complessa mai realizzata dallo studio fino ad oggi.

Merida in una scena di Ribelle - The BraveIl film è diverso da tutto ciò che abbiamo mai visto prima. In termini di animazione, Ribelle – The Brave si distingue per le sfumature che danno vita a un’atmosfera incantata, per la credibilità resa non solo dall’utilizzo di nuovissime tecnologie ma soprattutto dall’attenzione alla verità delle cose. Evoca la sensazione di magia senza ricorrervi, crea la fantasia utilizzando elementi naturali, aggiungendo il lichene sulle pietre secolari o mostrando la luce che si rifrange nelle gocce di rugiada sull’erba. Tutte queste emozioni sono bilanciate da un umorismo eccezionale, legato ai personaggi stessi e non alle battute, soprattutto al trio di fratelli gemelli alquanto birichini, a una serie di Lord stravaganti, al re Fergus, uomo chiassoso e turbolento, saggio e coraggioso che contrasta con la moglie Elinor, donna che svolge i suoi doveri con eleganza e dignità.

Coprodotto da Disney-Pixar, diretto da Mark Andrews e Brenda Chapman, prodotto da Katherine Sarafian, Ribelle – The Brave è un’avventura grandiosa e memorabile, ricca di qualità drammatiche, autenticità e brio, un capolavoro dove immaginazione e realtà si fondono nella realizzazione del Sé.


La locandina di Ribelle - The BraveTitolo: Ribelle – The Brave (The Brave)
Regia: Mark Andrews, Brenda Chapman (co-regia di Steve Purcell)
Sceneggiatura: Mark Andrews, Steve Purcell, Brenda Chapman, Irene Mecchi
Fotografia: Robert Anderson
Doppiatori: Rossa Caputo, Anna Mazzamauro, Ugo Maria Morosi, Emanuela Rossi, Shel Shapiro, Enzo Iacchetti, Giobbe Covatta
Nazionalità: USA, 2012
Durata: 1h. 40′


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Attualmente ci sono 7 commenti a questo articolo:

  1. Matte ha detto:

    Davvero uno dei cartoni migliori degli ultimi tempi. L’ho visto stasera con degli amici e abbiamo passato un’ora e mezza a ridere e a commuoverci come dei bimbetti

  2. Fauno ha detto:

    Guardandolo al cinema ho trascorso una piacevole serata; sicuramente un prodotto di buona qualità che potenzialmente può suscitare nelle giovani menti il giusto spirito di auto realizzazione. Ciò detto, trovo tuttavia che definire questa pellicola “un capolavoro dove immaginazione e realtà si fondono nella realizzazione del Sé” sia un tantino eccessivo e che tale giudizio sopravvaluti nettamente il prodotto in termini di messaggi/contenuti, sceneggiatura, dialoghi, originalità e aspettativa (anche degli autori stessi).

    Penso che la Signorina Belletti si sia lasciata trascinare un pochino e che abbia ricamato (molto evocative ed apprezzabili le metafore che costruisce) su di una storia per ragazzi (come tante se ne vedono e ancora se ne vedranno), la veste di un prodotto di ben più pregiato valore artistico.

    In ogni caso concordo assolutamente nell’attribuire i giusti meriti a elementi riusciti come la caratterizzazione dei personaggi e alla qualità grafica.

    Lo ritengo un prodotto per ragazzi, perfetto per trascorrere poco più di un’ora a cuor leggero e magari in compagnia di qualche amico.

    Il mio voto personale è 6.75.

  3. caterina ha detto:

    [quote]Il film è diverso da tutto ciò che abbiamo mai visto prima[/quote]
    Koda fratello orso dice niente?
    l’espediente della trasformazione è a dir poco abusato.
    La piccola grande innovazione, a mio avviso, è una principessa disney senza storie amorose nè principi di sorta. Ma per gli standard pixar è una sonora spanciata nell’acqua.
    Alla fine è una rivendicazione dell’infanzia più che dell’indipendenza e anche il rapporto madre/figlia si risolve con un consolante ammorbidimento del genitore piuttosto che di qualche – qualunque – conquista o crescita della figlia.

    Indubbiamente il chara-design di Merida, della madre e del padre è ben riuscito e l’espressività di Merida è spettacolare ma molti altri personaggi risultano inutili, scialbi (la serva grassoccia, i pretendenti) o ridondandti (i tre – 3 – fratellini).
    Inoltre c’è una inspiegabile sciatteria nella sceneggiatura. Le scelte della madre a metà film non sono minimamente giustificate, forse erano palesemente “assurde” fin dall’inizio?
    Il torneo tra i pretendenti si risolve in un’unica prova e un sacco di battibecchi Noia
    Il mistero sugli antenati è davvero poco sfruttato e buono solo per un paio di scene che definire di lotta.

    Ad ogni modo anche per me è un film gradevole e divertente ma che fa parte della peggiore accezione della categoria “film per tutta la famiglia”.

    Consiglio di vedere “Il Segreto di Kells” ben più fantasioso e originale, seppur non privo di difetti,

  4. Fauno ha detto:

    Caterina, concordo in pieno!

  5. Federica Belletti ha detto:

    Ciao! Intanto vi ringrazio per i commenti, mi fa piacere sentire le vostre opinioni e avere l’opportunità di discuterne insieme. Vi rispondo perché credo che parlarne sia un’opportunità bellissima, e perché il contesto dove è stato visto questo film mi ha “educata a farlo”, cioè il Giffoni film festival.

    Con “la realizzazione del se” di Merida mi riferisco soprattutto al fatto che riesce ad assumersi le sue responsabilità alla fine del film, senza per questo perdere la sua natura di “spirito libero”. In una parola, cresce, trovando -perché costretta di fronte ad un evento che può diventare irreversibile- un punto di equilibrio fra il voler scegliere la propria vita e il rispettare la famiglia. La fusione di realtà e immaginazione riguarda il modo naturale e verosimile in cui è stata resa l’antica Scozia, gli abiti, gli animali, i personaggi, l’atmosfera proprio. Pensate ai “fuochi fatui”: “Nel folklore scozzese, si dice che portassero alla ricchezza o alla rovina, che potessero quindi cambiare il destino, ma in realtà sono il fenomeno prodotto dai gas delle paludi che trasudano attraverso la terra e interagiscono con le risorse naturali, creando delle fiammelle bluastre. Le persone seguivano queste luci credendo che fossero fatine ma alla fine restavano impantanati e venivano risucchiati dalle paludi” ( Mark Andrews). Questo per me è fondere realtà e immaginazione!

    Non credo sia solo una storia per ragazzi, perché ammicca in un certo senso anche ai genitori dei ragazzi: il re e la regina non sono le solite macchiette che fanno da sfondo alle azioni della protagonista, ma hanno uno “spessore quotidiano” importante: il padre che asseconda la figlia, i battibecchi moglie-marito, il controllo che assume la regina nel portare avanti la famiglia.

    I tre lord del regno —Dingwall, Macintosh e MacGuffin, leader dei rispettivi clan, sono davvero dei personaggi inutili. Questo non significa che la sceneggiatura sia insignificante, perché non tutti i personaggi possono essere trattati allo stesso modo. Uno degli sceneggiatori di Sergio Leone, quando chiesi che senso avesse il personaggio di Dominik in “C’era una volta in America”, mi rispose: “Nessuno, Dominic esiste per dire una sola battuta, “Noodles sono inciampato”. Lord Macintosh è palesemente un omaggio a Steve Jobs; Lord Dingwall è nella voce di chi lo interpreta, Robbie Coltrane, l’ Hagrid di Harry Potter. Il giovane MacGuffin ha una parlata incomprensibile, perché viene da una parte della Scozia dove davvero hanno un dialetto incomprensibile, il Doric (per tornare al discorso della realtà). Sono inutili all’azione, ma ognuno di loro ha una ragione di esserci, anche se piccola. Poi devo dire che io l’ho visto in lingua originale, e i dialoghi, le musiche, erano davvero davvero belli!

    Ultima cosa… Una principessa senza principe azzurro per me è una grande innovazione invece! La pixar ha fatto un lavoro pazzesco, ho letto che hanno sviluppato un software apposta per le reazioni del suo viso quando si arrabbia con la regina, per non parlare della simulazione del movimento dei capelli.

    Ti ringrazio del consiglio per il film!

  6. Re del PopCorn ha detto:

    Film purtroppo “soltanto” bello.
    E, viste le aspettative e i precedenti, non è affatto sufficiente.

    Visivamente notevolissimo (ma ha davvero tutta questa importanza?!).
    Ma a livello di sceneggiatura io ci vedo almeno un paio di passi indietro rispetto a quanto proposto di recente dalla Pixar (i due Cars esclusi).

    Così come vedo una tendenza alla “disneyzzazione” che non mi piace per niente: canzoncine inutili (di cui non si sentiva affatto la mancanza) che fanno capolino, standardizzazione della trama, poca o nulla cattiveria nei personaggi (persino al cattivissimo di turno viene concesso un’uscita di scena “dignitosa”).

    A livello di originalità, poi, siamo ai minimi storici per prodotti di questo tipo.
    Peccato.

  7. Marco ha detto:

    Tutto ciò che penso è stato già ben esplicato dai commenti di Fauno, Caterina e quello precedente al mio.
    Visivamente molto accattivante ma trama abbastanza scontata e risibile, già vista e sentita insomma.
    Concordo con i pregi della recensione ma quest’ultima è veramente troppo esagerata e buonista.

    Esclusi i due “Cars, “A Bug’s Life” e Monsters & Co.” l’ultimo grande Pixar rimane “TS3”.

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