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"Siembra" di Ángela Osorio & Santiago Lozano

11 marzo 2016 Recensioni 0 Commenti
Festival Internazionale di Cartagena 2016

Inedito in Italia – Toccante

Turco è un contadino della costa pacifica colombiana che ha abbandonato la propria casa a causa della guerra, e ora sogna di ritornarci. Ma la morte improvvisa del figlio lo costringerà ad abbandonare ogni speranza e vagare per una città sconosciuta cercando di dargli degna sepoltura…


Diego Balanta in una scena di SiembraNel mare di film che traggono linfa vitale dal conflitto armato, un Leitmotiv tanto fertile quanto soffocante del panorama cinematografico colombiano, Siembra è una ventata d’aria fresca. Co-diretto da Ángela Osorio e Santiago Lozano, tocca un aspetto tra i più delicati della guerra interna al Paese – lo sfollamento forzato – e lo fa con uno sguardo umano e originale che lo rende uno dei lavori più significativi del suo genere. Il dramma si consuma in una baraccopoli alla periferia di una grande città colombiana di cui Osorio e Lozano omettono il nome. Scelta molto probabilmente voluta, perché l’assenza di una collocazione geografica specifica fa di Siembra una parabola universale e tristemente comune a tutto il Paese. Turco è uno dei 6,4 milioni colombiani che il conflitto armato ha costretto ad abbandonare la propria casa, e che ora sogna solo di ritornare a coltivare la sua terra e un giorno essere sepolto sotto un albero del pane, e che sotto quell’albero, quando verrà il momento, ci sia spazio anche per i suoi cari.

José Luis Preciado e Diego Balanta in SiembraSiembra avrebbe potuto facilmente finire per estetizzare il dramma di Turco e degli altri sfollati che lo circondano, ma così non avviene. Osorio e Lozano portano in scena l’universo di Turco con un tocco delicato e compassionevole che riesce a rendere giustizia a un contadino rimasto senza terra e costretto, come chi gli sta attorno, a vagare nel limbo di una città che lo tratta alla stregua di un paria, di un errore. Ma anche se quella terra un tempo sua«oramai è diventata proprietà dei padroni del tuo mondo» (come lo ammoniranno i suoi vicini), sarà proprio la speranza di riconquistarla a riempire il vuoto provocato dalla morte del figlio. La terra, in un certo senso, diventa un personaggio a sua volta, la cui memoria sarà evocata dai canti tradizionali della costa pacifica.

José Luis Preciado in SiembraOsorio e Lozano scelgono di lavorare con attori non professionisti per avvalersi di musicisti e ballerini. Questo perché Siembra è un film profondamente musicale. È la musica (e la danza) che offre al figlio di Turco un’opportunità di riscatto personale, ed è sempre la musica (e il canto) che lo accompagnerà, da morto, nel suo ultimo viaggio. E qui sta la grandezza di Siembra, e la bravura di Osorio e Lozano: non è solo la tragedia di Turco a essere trattata con profondo rispetto, ma la stessa cultura degli afro-colombiani del Pacifico, cui Turco e gli altri sfollati si aggrapperanno per sfuggire all’alienazione e alla solitudine di un universo straniero.

Inés Granja in SiembraPresentato per la prima volta nel 2015 al Festival di Locarno, dove si è aggiudicato il premio Boccalino della critica indipendente per la miglior regia, Siembra vince il Premio Speciale della Giuria nella sezione Cinema Colombiano del 56mo Festival di Cartagena. Un riconoscimento meritatissimo per una pellicola che porta sullo schermo una delle più grandi tragedie colombiane evitando di trattarla come uno spettacolo, e trasformandola invece in un’opportunità di riflessione sulle conseguenze di un conflitto senza fine.


Il manifesto del Festival Internazionale di Cartagena 2016Titolo: Siembra
Regia: Ángela Osorio & Santiago Lozano
Sceneggiatura: Ángela Osorio, Santiago Lozano
Fotografia: Juan David Velásquez
Interpreti: Diego Balanta, Inés Granja, José Luis Preciado, Carol Hurtado, Jhon Ramos
Nazionalità: Colombia – Germania, 2015
Durata: 1h. 20′


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