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"Slevin" di Paul McGuigan

19 luglio 2006 Recensioni 3 Commenti
Slevin

Moviemax, 25 Agosto 2006 – Gustoso

New York. A causa di uno scambio di identità, Slevin rimane coinvolto nella guerra tra due capi criminali: il Rabbino e il Boss. Slevin è costantemente sorvegliato dall’inflessibile Detective Brikowski e dallo scellerato assassino Goodkat. Per riuscire ad uscirne vivo, dovrà tramare un’ingegnosa congiura…


Bruce WillisCome suggerisce il trailer, abbiamo “il Rabbino”, “il Boss”, “la Ragazza della porta accanto”, “il Killer”, “l’Errore” e “il Detective”. Fin qui verrebbe da pensare al solito film di gangster fatto di vendette trasversali, ammazzamenti e malavita. E in effetti c’è anche tutto questo, ma quando a interpretare i succitati personaggi sono Ben Kingsley, Morgan Freeman, Lucy Liu, Bruce Willis, Josh Hartnett e Stanley Tucci, ci si rende conto che probabilmente non è l’ennesimo filmetto estivo buono solo per combattere la calura. Slevin è un mix tra noir e grottesco, tra poliziesco e thriller, tra Tarantino, Hitchcock e Leone. Un ibrido affascinante, che non spicca certo per originalità stilistica e narrativa ma che, con qualche piroetta avanti e indietro nel tempo e qualche brillante invenzione registico/scenografica, riesce ad attirare l’attenzione dello spettatore, sempre più confuso con lo scorrere dei minuti ma sempre più affascinato dagli eventi, dai dialoghi intriganti e dalle divertenti situazioni al limite dell’inverosimile.

Ben Kingsley e Morgan FreemanQuello che colpisce di più, durante la visione di Slevin, è senza dubbio l’entusiasmo con cui i grandi nomi del cast si sono divertiti a recitare in ruoli così eccessivi, fuori dell’ordinario e senza regole in cui probabilmente mai fino ad ora si erano cimentati. Non fa eccezione neanche Bruce Willis che, sebbene ricalchi in molti aspetti il suo personaggio in The Jackal, ha scelto comunque di rimanere in secondo piano e deliziarci con un paio di battute davvero memorabili e qualche colpo dei suoi, lasciando decisamente il grosso della scena agli altri.

Josh HartnettTutto inizia piuttosto lentamente, la storia stenta a decollare e il meccanismo narrativo a innescarsi. La sensazione è quella di aver già visto tutto centinaia di volte: false identità, personaggi incomprensibili, assassini misteriosi e apparentemente insensati, incontri che sembrano casuali ma non lo sono e poliziotti alla ricerca di prove. Ma dopo il disorientamento più totale e l’alienazione da un contesto che solo i protagonisti conoscono alla perfezione, a un certo punto scatta la scintilla e niente più appare come fino a quel momento ci era stato descritto. E’ proprio in quel momento che lo spettatore inizierà a prendere parte allo spettacolo, lasciandosi alle spalle i dubbi e le illogicità, e metterà insieme i pezzi cruciali dell’affascinante puzzle. Solo allora l’attenzione si sposterà dal cercare di capire il perché degli eventi al godere appieno di uno spettacolo seducente a prescindere dalla sua sequenzialità. Con in tasca, naturalmente, la certezza che prima o poi si riuscirà a trovare il bandolo della matassa e ogni cosa diventerà cristallina.

Josh Hartnett e Bruce WillisTutto il merito di questa operazione totalmente indipendente va alla brillante e inconsueta sceneggiatura scritta da Jason Smilovic (quasi un esordiente), capace di stravolgere i canoni della narrazione e dare agli attori dei dialoghi davvero formidabili su cui cesellare i personaggi con il loro straordinario talento.

Lucy Liu e Josh HartnettHartnett (nei panni del giovane Slevin) riesce finalmente a scrollarsi di dosso la sua faccia pulita da commedia sentimentale e a tirar fuori qualcosa di inaspettato, un’ironia e una grinta che in pochi si aspettavano al suo primo vero ruolo da protagonista assoluto. Lucy Liu si spoglia in un colpo solo dei suoi ruoli di femme fatale e di combattente per vestire i panni di un personaggio pressoché agli antipodi di tutti quelli interpretati finora nella sua carriera. Svampita, simpatica, dolce e gentile fa innamorare il giovane Slevin saltellando da un appartamento all’altro e da una scena all’altra spinta dal sentimento e da un’innata passione per le investigazioni e per i misteri irrisolti. Morgan Freeman/il boss e Ben Kingsley/il rabbino se la intendono a meraviglia, e senza scalmanarsi troppo giocano davanti ai nostri occhi una delle partite a scacchi più eccitanti nella storia dei gangster-movie, subendo entrambi la mossa fatidica dell’inevitabile scacco matto.

Per gli amanti del thriller è un must da non perdere.


La locandinaTitolo: Slevin – Patto criminale (Lucky Number Slevin)
Regia: Paul McGuigan
Sceneggiatura: Jason Smilovic
Fotografia: Peter Sova
Interpreti: Josh Hartnett, Bruce Willis, Lucy Liu, Morgan Freeman, Ben Kingsley, Michael Rubenfeld, Peter Outerbridge, Stanley Tucci, Kevin Chamberlin, Dorian Missick, Mykelti Williamson, Scott Gibson, Daniel Kash, Robert Forster
Nazionalità: USA, 2006
Durata: 1h. 49′


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Attualmente ci sono 3 commenti a questo articolo:

  1. Mickey Rourke ha detto:

    è l’unico film di cui non ho letto la trama su wikipedia prima di vederlo e devo dire che non mi ha deluso, la trama mi è parsa originale. Un bel thriller.

  2. Riccardo ha detto:

    Secondo me, sto film è un’autentica chicca. Riferimenti a ‘Rapina a mano armata’ di Kubrick e a ‘Il padrino’ di Coppola nell’incipit.

  3. Marco ha detto:

    Qualcuno ha visionato “Victor”, film del 2015 sempre di Paul McGuigan?

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