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Soundtrack: "Jurassic World" di Michael Giacchino

8 febbraio 2016 Soundtrack 0 Commenti
Jurassic World

Francesco Carbonaro, in collaborazione con Colonne Sonore* * * *

Per Jurassic World Michael Giacchino ha composto una colonna sonora di grande spessore, riuscendo a coniugare la sua musica con l’ineludibile presenza di John Williams: una partitura ricca di immagini del passato ma allo stesso tempo improntata all’assoluta personalizzazione dell’atmosfera musicale…


Quando si torna a lavorare su qualcosa che ha avuto un valore iconico per un’intera generazione, vi è sempre il timore di non essere all’altezza del compito e di danneggiarne l’immagine che ha avuto una tale fortuna da mettere in soggezione chiunque si cimenti in una sua ripresa. Probabilmente a Michael Giacchino saranno venute in mente queste idee, quando gli è stato proposto di scrivere la partitura del nuovo capitolo legato al mondo dei dinosauri. Jurassic World si pone in diretta continuità con il primo Jurassic Park e da esso trae piena linfa, da un punto di vista sia visivo sia musicale. Per il compositore non sarà stato facile misurarsi con una partitura che ha fatto la storia delle colonne sonore ma, con grande umiltà, Giacchino ha saputo creare qualcosa che non avrebbe potuto fare a meno della grandiosa opera di John Williams; egli ha composto qualcosa dotato di una veste personale che si modella su un tessuto musicale di comprovata grandezza, come può essere quello del genio musicale di Williams.

Fin dal primo brano “Bury the hatchling” sentiamo che ci troviamo di fronte a un’atmosfera profondamente diversa; qui è un clima di sospensione che apre l’intera partitura e che sarà una costante per il prosieguo. Dal carattere più disteso appare invece la seconda traccia (“The family that strays together”) dove l’atmosfera si fa più familiare, intima, quasi come se volesse essere un preludio al successivo “Welcome to Jurassic World” che costituisce un vero e proprio tributo alla partitura del primo film nel quale era presente un brano dal titolo molto simile (“Welcome to Jurassic Park”). Dalle note di Williams, Giacchino estrae la linfa vitale che ha reso il film del 1993 iconico non solo per le scene ma anche per la sua musica. Di immagini si nutre anche questa partitura, immagini musicali del passato che vengono sapientemente innestate su nuovi terreni musicali, come accade in “As the Jurassic World turns” dove il coro interviene a modificare in maniera modesta e creativa le solide strutture musicali di Williams.
La mano di Giacchino rimane comunque in primo piano e dimostra un atteggiamento reverenziale nei confronti del maestro di New York; si può percepire la sua presenza nel brano “Clearly his first rodeo” dove un gioco di violini caro a Giacchino prende la scena musicale come accade anche in “Indominus Wrecks”. La notevole capacità del compositore sta nell’aver saputo, non solo riprendere dal passato, ma creare qualcosa di assolutamente nuovo come dimostra “Gyrosphere of influence” brano nel quale per la prima volta si può ascoltare il tema proprio di Giacchino che non è una mera ripetizione di quello di Williams ma un omaggio in un certo senso, dal momento che ne riprende l’ariosità che solo uno stretto ammiratore di Williams poteva infondere alla sua musica.
Sulla medesima strada prosegue “Pavane for a dead Apatosaurus” nel quale qualcosa, tuttavia, sembra minacciare la leggerezza precedente. Un clima musicale più sincopato si fa strada nei brani successivi dove le trombe e i violini creano un tessuto ruvido, di attesa e pericolo sul quale si staglia la riproposizione del tema (“The Dimorphodon Shuffle”) o sul quale si crea un gioco mirabile di dinamismo musicale costruito in maniera sapiente come accade in “Chasing the dragons” che costituisce un brano di forte efficacia musicale. Su uno stesso serrato ritmo e «nervosismo» procedono i brani successivi “Raptor your heart out” e “Costa Rican standoff”. Di grande impatto musicale è “Our Rex is bigger than yours” il quale si apre con l’esplosione del tema firmato Giacchino sul quale presto interviene un coro e una eco del tema de Il mondo perduto.
Tra i brani più riusciti vi sono sicuramente “Nine to survival job” con la maestosità del suo finale e “The park is closed” con una splendida commistione del vecchio e del nuovo, della grandezza artistica di Williams e della sapienza musicale di Giacchino. Un compendio di quanto ascoltato fin qui costituisce “Jurassic World suite” nel quale trovano unione le componenti migliori ascoltate durante l’intera esecuzione, un crogiolo nel quale il compositore ha voluto riproporre sezioni precedenti, unendo atmosfere di attesa con elementi dal ben più imponente impatto. Hanno un valore di contorno i pezzi finali (“It’s a small Jurassic World, “The Hammond lab overture” e “The Brockway monorail”) che costituiscono una componente accessoria alla colonna sonora ma, non per questo, di pregio inferiore come dimostra la traccia finale “Sunrise O’er Jurassic Word” scritto da Mick Giacchino.

Il lavoro di Giacchino è sicuramente di grande spessore. Egli ha saputo coniugare la sua musica con l’ineludibile presenza della mole di Williams. Non è un caso che i due compositori, avendo studiato alla medesima scuola, “Juilliard School Of Music”, dimostrino una certa affinità musicale sulla quale Michael Giacchino ha fatto leva per creare una partitura ricca di immagini del passato ma allo stesso tempo improntata a un’assoluta personalizzazione dell’atmosfera musicale nella quale è riuscito a innestare sapientemente il carattere iconico della musica di John Williams su un sostrato che rimane assolutamente originale.


La copertina del CDTitolo: Jurassic World (Id.)

Compositore: Michael Giacchino

Etichetta: Black Lot Music, 2015

Numero dei brani: 24

Durata: 76′ 47”


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