Soundtrack: "Viva l'Italia" di Giuliano Taviani & Carmelo Travia
Massimo Privitera, 16 Gennaio 2013: * * * |
In collaborazione con Colonne Sonore
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Avvezzi alle commedie di costume, Taviani e Travia compongono per il film di Massimiliano Bruno una colonna sonora che rispecchia l’aspetto più amaro e riflessivo della pellicola, preferendolo a quello comico che pure insiste e persiste per tutto il film…
Quanto sarebbe bello se tutti i nostri politici sbroccassero e incominciassero a dire la verità, soltanto la verità, invece del solito cumulo di bugie a cui ci sottopongono da anni, rendendosi più veri, reali, espiando le loro molteplici colpe e facendo si che il nostro Paese sia davvero un Paese più libero, democratico e sano? Al bravissimo Michele Placido in Viva l’Italia, nel ruolo di un bieco, viscido politico ad alti livelli, accade proprio questo: sbrocca di brutto a causa di una malattia (presunta o reale?) e incomincia a dire tutta la verità, sputtanando sia i tre figli straraccomandati (Bova, Gassman, Angiolini) che colleghi e amici, con le conseguenze tragicomico-surreali del caso. E con una vena dolceamara da vecchia commedia italica che non guasta, anzi rinforza il tutto!
Il regista Massimiliano Bruno affida il commento sonoro del film a una serie di canzoni italiane più o meno note (alcune scritte per l’occasione) e dalla tematica chiara e puntuale sulla situazione sociale, politico-culturale ed emotiva nostrana, in perfetto tema con la trama del film, e alla partitura originale composta e orchestrata da Giuliano Taviani e Carmelo Travia, avvezzi alle commedie di costume nazionali (Boris – Il film e la serie, La donna della mia vita, Nessuno mi può giudicare, Amore, bugie e calcetto). Il loro score (eseguito dall’Orchestra Czech National Symphony) rispecchia più l’aspetto amaro e riflessivo della pellicola che quello comico, che pur insiste e persiste lungo quasi tutto il film. Ne sono lo specchio esplicito temi quali “In bilico” con quel violoncello struggente che asseconda il mesto incedere degli archi e del pianoforte in un Leitmotiv dalle forti tonalità drammatiche; “La Costituzione” con un valzer elegiaco dalle reminiscenze minimali alla Alexandre Desplat; “Xanax” dal piano angosciato, gli archi in controcanto e le chitarre elettriche con ritmiche sintetiche a creare un dolore profondamente immerso nell’animo; e infine “Ritorno a casa” con il piano e il violoncello, uno a supporto emotivo dell’altro, e la chitarra in ritmico aiuto, a delineare un Leitmotiv tristemente dolce, ma con quella forte sensazione di volersi rifare di tutto il tempo perduto a inseguire il niente. Al lato opposto, i brani briosi come “Stalker”, dall’ostinato iniziale desplatiano e dalle atmosfere onirico-sornione, con quel piano e band swingante finale, “Manusc” dall’inconfondibile sonorità alla Django Reinhardt con lo swingato clarinetto di Luca Sbardella e “Scorfano”, beffardamente cattivo con il suo incedere veloce dell’orchestra d’archi e fiati con un tema da commedia anni 50-60, raffigurano i momenti più leggeri della storia.
Il reparto canzoni mette in bella mostra Mino Reitano con la sua speranzosa e teneramente epica “Italia”, Marco Filardo, Marco Conidi e Frankie HI-NRG, con la partecipazione di Piji, in “Viva l’Italia”, balcanica ballata hip-hop istruttiva e popolare, molto solare, e i primi due cantautori con la canzone pop romantica “La verità” assai anni 70, il regista Massimiliano Bruno con il rap arrabbiato “Mio padre” composto appositamente per il film e il ridicolo pezzo disco “Senti il sentimento” in stile Mike Francis, la nota e bella ballad rap “Quelli che benpensano” di Frankie HI-NRG MC, Caparezza con la sferzante e acida “Alita gli ani” (scritta per i titoli di coda), Daniele Silvestri con la sudamericana e denunciante “Il mio nemico”, Mannarino con la rumba sul filo dell’ironia criticante “Svegliatevi italiani” in stile Paolo Conte, Luca D’Aversa con la poppeggiante, alla Daniele Silvestri, “Imparerò”, la delicata e sensuale al contempo Emilia Bruno in “Le risposte che non hai”, canzone d’amore lieve per chitarra solista, e in conclusione Giangrande con “La neve di Eva” per chitarra, effetti synth e voce sognante.
Da sottolineare che la selezione delle canzoni è encomiabile perché davvero riesce a dare voce a tutto quello detto e non detto nel film di Bruno, in maniera perfetta come poche volte accade quando si scelgono le canzoni preesistenti o nuove per commentare una pellicola.
Titolo: Viva l’Italia
Compositore: Giuliano Taviani, Carmelo Travia, Aa.Vv.
Etichetta: GDM, 2012
Numero dei brani: 19 (7 di commento + 13 canzoni)
Durata: 60′
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