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"Suffragette" di Sarah Gavron

2 marzo 2016 Recensioni 4 Commenti
Suffragette

Cinema/Bim, 3 Marzo 2015 – Incisivo

La giovane Maud Watts rischia ogni giorno di ammalarsi nell’ambiente malsano della lavanderia londinese in cui lavora 13 ore al giorno, sotto il rischio continuo di abusi dal suo capo. L’unica via di uscita è ribellarsi e unirsi al gruppo delle Suffragette, che la faranno precorritrice del lungo percorso verso la conquista della parità dei diritti…


Carey Mulligan in SuffragetteDopo il suo ammiratissimo film d’esordio Brick Lane, Sarah Gavron trova grande affinità nelle produttrici Alison Owen e Faye Ward e nella sceneggiatrice Abi Morgan, con le quali costruisce la sua squadra per dare principio d’opera e compimento a questo nuovo progetto. Dopo un lungo lavoro di ricerca e documentazione, la sceneggiatura raggiunge la sua forma definitiva nel 2014, in cui risulta evidente l’aspirazione dell’equipe produttiva nel voler raccontare la vicenda di una donna lavoratrice che nel 1912 attraversa un particolare momento storico, perfettamente incorniciata in una dose di emozione e tantissimi momenti di suspense.

Carey Mulligan ed Helena Bonham Carter in una scena di SuffragetteMediante gli occhi di una ragazza comune si vuole esplorare come l’ingiustizia possa radicalizzare le persone, come degli individui possano sentirsi attratti dal fondamentalismo ed essere disposti a sacrificare ogni cosa per perseguire un ideale. Suffragette non è un nostalgico dramma in costume come tanti, ma un film in cui si intendono celebrare i progressi fatti dalle donne risvegliate dalla loro coscienza politica, con un forte richiamo ai sacrifici compiuti nell’intraprendere il lungo percorso nella lotta per ottenere la tanto cercata parità. La regista racconta della sensazione di trovarsi davanti a una storia mai raccontata realisticamente: «è come se l’opinione pubblica ignorasse il vero spirito pionieristico delle suffragette rispetto alla loro epoca, il loro infrangere tabù e convenzioni della società del tempo».

Carey Mulligan in una scena di SuffragetteIn questa storia di azione sociale e cambiamento politico, tutto doveva essere funzionale e realistico. Il direttore della fotografia Edu Gradu ha girato in super 16 utilizzando contemporaneamente 4 macchine da presa a spalla, cosicché gli attori non sapessero mai di preciso quando venivano inquadrati, creando così naturalismo nelle loro interpretazioni e dando energia alla messinscena. Anche per acconciature, trucco e costumi non si è voluto esaltare la bellezza delle protagoniste, anzi le attrici non si sono preoccupate del fatto che le loro imperfezioni fossero celate.

Meryl Streep in SuffragetteLa regia è delicatissima, Maud e le sue compagne vengono spesso ritratte attraverso primi e primissimi piani per trasferire sul pubblico il senso di inquietudine e coraggio che le possedeva. Helena Bonham Carter e l’apparizione di Meryl Streep, nelle vesti di Emmeline Pankhurst, evidenziano la risolutezza e l’intraprendenza; Carey Mulligan è perfetta nel rendere la sua protagonista apparentemente fragile ma sorprendentemente forte. COme spiega lei stessa, il film «Non vuole essere il racconto di un’epoca che non ha più alcuna rilevanza per noi, non è su un evento storico; è su un movimento generale e diffuso ed è un movimento che è ancora in corso.»


La locandina di SuffragetteTitolo: Suffragette (Id.)
Regia: Sarah Gavron
Sceneggiatura: Abi Morgan
Fotografia: Eduard Grau
Interpreti: Carey Mulligan, Helena Bonham Carter, Brendan Gleeson, Anne-Marie Duff, Ben Whishaw, Meryl Streep, Grace Stottor, Geoff Bell, Amanda Lawrence, Shelley Longworth, Adam Michael Dodd, Sarah Finigan, Drew Edwards, Lorraine Stanley, Romola Garai, Adam Nagaitis
Nazionalità: Regno Unito, 2015
Durata: 1h. 46′


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Attualmente ci sono 4 commenti a questo articolo:

  1. Plissken ha detto:

    Per ciò che concerne la dichiarazione d’intenti, non si può che lodare la regista e lo staff per carità, che oltre a porre l’attenzione su figure “così vicine così lontane” come le protagoniste della pellicola, hanno posto molta attenzione ad inserirle in maniera davvero credibile (perlomeno per quel che ne capisco io…) nel contesto storico cui appartengono.

    A mio personale avviso però, al di là di pochi momenti, la regia scivola un po’ dall'”elegante” al “troppo” delicato, con il risultato di smorzare/affievolire sovente la carica emotiva nonostante l’impegno profuso per l’attuazione del contrario.

    Insomma… secondo me è da vedere, ma il film non morde o meglio, considerando LE protagoniste, non graffia molto.

  2. Annalisa ha detto:

    secondo me invece se avesse dato al film una sfumatura più “forte” avrebbe reso gli intenti e le personalità di queste donne troppo aggressive, in questa maniera invece la delicatezza usata rende più giustizia al legittimo attivismo delle suffragette!

  3. Plissken ha detto:

    Ottime considerazioni: le suffragette non erano eroine ma attiviste le cui quotidiane problematiche evidenziano l’appartenenza ad un mondo “reale”, lontano da stereotipi (anche) cinematografici volti a conferire ai personaggi capacità straordinarie… direi che “ci sta tutto” se ho ben inteso.

    Diciamo che dal canto mio avrei preferito in talune circostante una regia più “decisa” o meglio aggressiva, ma rimane ovviamente un’opinione soggettiva.

  4. Marco ha detto:

    La recensione non esprime però una propria opinione sulla sceneggiatura; gradirei che la recensionista colmi questa lacuna 😉
    Da parte mia mi è piaciuto: ben narrati i fatti e ben girato, la regia non smorza mai il ritmo e lo spettatore, lontano dall’essere completamente immerso nella vicenda sia chiaro, segue il tutto con discreta attenzione.
    Il coinvolgimento emozionale nella vicenda, per me, vi è stato sopratutto nell’ultima parte.
    Molto buone le prove attoriali e scenografie veritiere.
    Grazie al cinema ho scoperto un altro passaggio storico che, ahimè, ignoravo.

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