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"The Iron Lady" di Phyllida Lloyd

1 febbraio 2012 Recensioni 2 Commenti
Tiziana Cappellini, 30 Gennaio 2012: Malinconico
Bim, 27 Gennaio 2012

La vita di Margaret Thatcher viene evocata attraverso i suoi ricordi di donna anziana e vedova, mescolando la nostalgia verso il passato all’avanzamento della senilità. Attraverso la ricostruzione delle principali tappe della sua singolare carriera politica, ne emerge un ritratto inaspettato…


The Iron Lady coglie e rappresenta il lato umano dell’ex Primo Ministro britannico, del quale però narra luci e ombre. L’inizio un po’ lento indugia nel ritratto di una donna malata e sola, confusa nei suoi ricordi che rivive davanti ai propri occhi come fossero realtà, mentre il frequente ricorso ai flashback si fa progressivo senza mai abbandonare il presente. Tuttavia, in questo film i flashback non sono solo il classico espediente narrativo utile alla ricostruzione di antefatti, ma sono anche un modo per mescolare i pensieri tramite un buon montaggio. Nella mente della Thatcher i pensieri si affollano sovrapponendosi al presente, dunque una cena con vecchi amici è il pretesto per rivivere un’analoga cena di gioventù e un modo per confrontare le ambizioni giovanili con i risultati poi ottenuti nella vita adulta.

In certi casi, l’uso della macchina da presa e alcune inquadrature volutamente sporcate da un taglio obliquo sono uno specchio della sofferenza mentale della Thatcher anziana, che ne rifugge scappando nei suoi ricordi. Si assiste a un paio di cenni della sua prima giovinezza fino al giorno in cui viene accettata a Oxford, per poi seguirla come moglie e madre intrecciando contemporaneamente a questo l’evoluzione della sua carriera. Si tratta però di flashback piuttosto rapidi: sarà solo dopo il primo ingresso della Thatcher a Westminster come parlamentare che la narrazione del presente si alternerà a quella del passato, al quale lascerà maggior spazio. È in questa circostanza che le inquadrature, girate anche con rigore geometrico, tendono a esprimere un preciso messaggio attraverso l’impatto visivo: la difficoltà di essere l’unica donna in un contesto maschile e maschilista da fronteggiare e nel quale emergere come avverrà.
Il rigore geometrico tornerà anche in scene successive – come nella disposizione dei reporter durante le interviste della Thatcher dopo l’elezione come Primo Ministro – mentre l’uso del montaggio diventerà ancora più tecnico nel corso della narrazione. Infatti, il montaggio non solo mescola alcuni filmati d’archivio alla pellicola cinematografica, ma addirittura unisce le riprese della vera Thatcher a quelle di Meryl Streep che la interpreta, per esempio nella sequenza dei saluti alla folla che attende l’arrivo del Primo Ministro.

I documenti di repertorio sono inseriti spesso nel film, specie quelli riguardanti lo scampato attentato avvenuto a Brighton presso il Grand Hotel che ospitava la Thatcher, così come ripetute sono le immagini degli scontri violenti avvenuti all’epoca del suo governo fra polizia e disoccupati. Questo è uno dei nodi nevralgici del suo operato che vengono mostrati, insieme ad altri che emergono a sprazzi dalla sua memoria, come lo sciopero dei minatori, e altri invece approfonditi come la guerra delle Isole Falkland. Fra le ombre di Margaret Thatcher emergono anche la sua intransigenza e una famiglia trascurata per la carriera, mostrando ciò con una certa obiettività, tuttavia tesa a simpatizzare con chi è in fondo un essere umano. Infatti è la scelta di mostrare una Thatcher umanizzata come donna, moglie e madre ad attenuare i suoi difetti caratteriali ed errori politici, per quanto non si nascondano e non si vogliano necessariamente edulcorare. In ogni caso la sua tempra leggendaria emerge con chiarezza soprattutto grazie all’interpretazione della Streep, che rende ancora meglio le fragilità del suo malinconico tramonto senza scomparire dietro al trucco sorprendente.


Titolo: The Iron Lady (Id.)
Regia: Phyllida Lloyd
Sceneggiatura: Abi Morgan
Fotografia: Elliot Davis
Interpreti: Meryl Streep, Jim Broadbent, Olivia Colman, Roger Allam, Susan Brown, Nick Dunning, Nicholas Farrell, Iain Glen, Richard E. Grant, Anthony Head, Harry Lloyd, Michael Maloney, Alexandra Roach, Pip Torrens, Julian Wadham
Nazionalità: Regno Unito – Francia, 2011
Durata: 1h. 45′


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Attualmente ci sono 2 commenti a questo articolo:

  1. Matteo ha detto:

    Non l’ho ancora visto, ma è uno di quelli che mi impongo di andare a vedere, se non altro per la Streep

  2. Marco ha detto:

    Molto bella e dettagliata la recensione con cui condivido tutto quanto. Mi è piaciuta soprattutto la musica che sottolinea i flashback, i primi soprattutto.
    Una bella biografia. Ed un bel film.

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