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The Silent Man di Peter Landesman

11 aprile 2018 Recensioni 0 Commenti
The Silent Man

Bim, 12 Aprile 2018 – Verboso

Circa 200 giorni prima delle elezioni presidenziali del 1972 muore J. Edgard Hoover, numero uno dell’FBI. A sostituirlo non viene chiamato il vicedirettore Mark Felt, il quale – pur violando il codice del Bureau – diventa informatore per il Washington Post sotto lo pseudonimo “Gola Profonda”. E’  lui la fonte dietro lo scandalo Watergate…


Il regista Peter Landesman, da giornalista investigativo qual è stato, applica lo stesso rigore e la stessa intensità anche nella scrittura della sceneggiatura di The Silent Man: si documenta a fondo sfruttando la possibilità di trascorrere tre anni insieme a Mark Felt prima della morte di quest’ultimo, avvenuta nel 2008. Il caso Watergate fu argomento già raccontato al cinema da Tutti gli uomini del Presidente nel 1976, in cui lo scandalo fu raccontato dalla prospettiva del mondo giornalistico; ora, invece, vale il punto di vista delle più alte cariche del Potere, che lasciano una finestra aperta su un Governo nel totale scompiglio.

Landesman, attraverso Felt, penetra nel meccanismo interno dell’FBI e ci dimostra una realtà mai raccontata prima. Lo svelamento della fonte anonima “Gola Profonda” permette di andare a fondo nel personaggio di Felt, dalla sua vita personale al suo bagaglio interiore, alla sua condizione di isolamento e ai rischi connessi. Il regista sfrutta il carattere epico della vicenda per svilupparne soprattutto l’aspetto mitico e romantico della situazione. E Liam Neeson – con il suo fisico elegante, alto e pacato; con la sua integrità come uomo e come artista – è l’immagine speculare di quella di Felt: stoico, misurato, incisivo e spietato.

Landesman sceglie una scala cromatica particolare per il film: non voleva che The Silent Man sembrasse un film d’epoca – tipicamente anni 70 – ma neanche che richiamasse visivamente la stretta contemporaneità. Ha quindi scelto di girare con una macchina da presa digitale ma con obiettivi anamorfici vintage così da avere un quadro pittorico organico. La macchina da presa diventa l’occhio di un voyeur, punto di vista soggettivo rispetto alle cose e alle persone, utilizzando colori umorali – ma mai artificiali – che esprimano emozioni. Tutto è filmato attraverso filtri azzurri per raffreddare ogni cosa, rendendola fresca, ma mai fredda. Tutto, però, risulta un po’ troppo argomentato: i dialoghi-fiume vengono costruiti con una semplice alternanza di primi piani tra tutti i relatori, e spesso la mancanza di ritmo appesantisce ancor di più una tematica già nota per essere scrigno di miliardi di parole.


La locandinaTitolo: The Silent Man (Id.)
Regia: Peter Landesman
Sceneggiatura: Peter Landesman
Fotografia: Adam Kimmel
Interpreti: Liam Neeson, Diane Lane, Marton Csokas, Tom Sizemore, Tony Goldwin, Ike Barinholtz, Josh Lucas, Wendi Mclendon-Covey, Kate Walsh, Brian D’arcy James, Maika Monroe, Michael C. Hall, Tom Sizemore, Julian Morris, Bruce Greenwood, Noah Wyle, Eddie Marsan
Nazionalità: USA, 2018
Durata: 1h. 43′


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