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"To Rome With Love" di Woody Allen

18 aprile 2012 Recensioni 9 Commenti
To Rome With Love

Medusa, 20 Aprile 2012 – Inconcludente

Quattro storie a Roma: un impresario newyorchese in pensione scopre un talento nascosto nel suocero italiano, un famoso architetto statunitense diviene la guida spirituale di uno studente, una coppia pordenonese è in vacanza a Roma, e un modesto impiegato diventa famoso…


Alec Baldwin in To Rome With LoveSe dopo il riuscito Midnight in Paris si era tornati a sperare in un ritorno al Woody Allen del passato, To Rome With Love non fa che aggiungere un altro tassello alla parabola discendente del regista, sempre più spaesato nella sua trasferta europea che dura ormai da diversi anni. Nel raccontare Roma, infatti, Allen permea il suo film di stereotipi, dipingendo una città da cartolina, permeata dalla fotografia perennemente ocra e patinata di un Darius Khondji per nulla in forma, e sostanzialmente priva di vita, senz’anima.

Roberto Benigni in To Rome With LoveSe nel film parigino, gli stereotipi e il gusto rétro fungevano da contrappunto alla malinconia del personaggio di Owen Wilson, questa volta essi non sono giustificati a causa di una sceneggiatura non all’altezza. Da questo punto di vista, fra le quattro, la trama più apprezzabile è indubbiamente quella che vede il ritorno di Allen alla recitazione: il suo umorismo caustico è in gran spolvero e l’intreccio, seppur mal gestito, regala una notevole dose di surreale follia. Discorso simile si può fare per la parte con protagonista Alec Baldwin: l’attore statunitense è visibilmente divertito e non mancano diversi momenti brillanti, ma purtroppo la Page ed Eisenberg non sono assolutamente all’altezza e lo svolgimento risulta inconcludente, ricordando spesso lavori precedenti del regista in cui realtà e fantasia si sovrappongono, quali La dea dell’amore o Harry a pezzi.

Ellen Page e Jesse Eisenberg in To Rome With LoveMa la grande falla del film sono indubbiamente gli altri intrecci “italiani”: le vicende della coppia di sposi Tiberi e Mastronardi non fanno che ricalcare spudoratamente (e male) quelle vissute da Leopoldo Trieste e Brunella Bovo ne Lo sceicco bianco, con l’aggiunta di Penélope Cruz nei panni della classica prostituta alleniana dispensatrice di saggezza. L’episodio con Benigni è un disastro imbarazzante senza capo né coda, in cui il comico toscano non fa che interpretare se stesso. In cabina di regia c’è un visibile disagio da parte di Allen nel dirigere attori che recitano in una lingua diversa dalla sua, e questo si avverte con chiarezza.

Alessandro Tiberi, Roberto Della Casa e Penélope Cruz in To Rome With LoveTo Rome With Love diverte e intrattiene, e indubbiamente questo era l’intento. Il risultato finale è una commedia leggera e spensierata senza alcun messaggio da comunicare, molto meno acuta e intelligente degli standard a cui il regista “più europeo fra gli americani” ha abituato il suo pubblico negli anni passati. La speranza è che il suo prossimo film possa riportarlo su territori a lui più congeniali…


La locandina di To Rome With LoveTitolo: To Rome With Love (Id.)
Regia: Woody Allen
Sceneggiatura: Woody Allen
Fotografia: Darius Khondji
Interpreti: Woody Allen, Alec Baldwin, Roberto Benigni, Penélope Cruz, Judy Davis, Jesse Eisenberg, Greta Gerwig, Ellen Page, Antonio Albanese, Fabio Armiliato, Alessandra Mastronardi, Ornella Muti, Riccardo Scamarcio, Alessandro Tiberi
Nazionalità: Spagna – USA – Italia, 2012
Durata: 1h. 51′


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Attualmente ci sono 9 commenti a questo articolo:

  1. alessia ha detto:

    E’ paradossale leggere “fotografia perennemente ocra e patinata di un Darius Khondji per nulla in forma, e sostanzialmente priva di vita, senz’anima.” accanto all’immagine splendidamente fotografata di Alec Baldwin 🙂 Della serie, parliamo male di qualsiasi cosa a tutti i costi perché è così l’andazzo…

  2. Alberto Cassani ha detto:

    Alessia, il fatto che una sequenza sia ben fotografata non vuol dire che la fotografia sia realmente di alto livello. E soprattutto, non vuol dire che sia adatta al film per il quale è stata studiata e realizzata. Khondji è probabilmente il miglior direttore della fotografia d’Europa, ma non è certo nelle collaborazioni con Woody Allen che ha realizzato i suoi lavori migliori. Non capisco poi quale sarebbe l’andazzo di cui parli e che porterebbe a parlar male a tutti i costi di qualcosa, ma va be’…

  3. Anonimo ha detto:

    To Rome with love e’ un fil bellissimo, moderno e difficile da capire perche’ Allen e’ avanti. e’ riuscito a far vedere Roma come la vedono quelli che non la conoscono e che la sognano, con personaggi che pur sembrando comuni sono straordinari come ogni uno di noi vorrebbe essere. questo film e’ cosi’ moderno e sicuro che si permette di sembrare banale per trarre in inganno,secondo il gioco di Allen, chi vede le cose solo da fuori. Con tutta brodaglia che va in giro e che si deve arricchire di effetti speciali per sorprendere Allen ha proposto una traccia apparentemente semplice che lascia allo spettatore sensibile la possibilita’ di arricchirsi con spezzoni di vita che gli appartengono. Questo film e’ un ringraziamento, un inchino filologico di una persona colta alla storia del cinema che ha visto Roma protagonista dagli anni cinquanta ad oggi: le citazioni da sordi a gasman, dall’antica Roma a Fellini nessun italiano o francese avrebbe potuto ferle così bene e con tanta umilta’ se non un intellettuale come Allen. Darius Khondji ha ricamato sapientemente dalla sua posizione come un sardo obbediente che interpreta il senso del soggetto da vestire. Roma e’ ocra nel cervello e nel desiderio di chi la ama, come NY e’ metallica o Parigi e’ roseggiante. Gli stereotipi non sono questi, e se lo fossero sarebbero un giusto mezzo di espressione per comunicare un logo a chi se ne intende. Non ultimo l’invenzione folle della doccia che rende normale chi sogna di poter fare cose grandi nel suo intimo, proprio come quando, sempre nel bagno Allen ingurgito’ acqua di colonia per profumare il suo alito emozionato.
    PER ME CINQUE STELLE!

  4. Gino Gentile ha detto:

    Io sono l’ anonimo del terzo commento. Mi scuso per non aver scritto prima il nome e per aver aggiunto questo messaggio, grazie

  5. Marco ha detto:

    Noioso e mediocre. Storie prive di pathos che non riescono minimamente ad interessare lo spettatore, intrecciate alla bellemeglio.
    Allen rifà se stesso nella peggio maniera.
    Si sorride su due battute massimo, la fotografia non è malaccio e la Page è l’unica che mi è piaciuta.
    Suscita un minimo di divertimento le sequenze del tenore in doccia nel teatro.
    Per il resto la tristezza e la povertà la fanno da padrona.
    Roma veramente sprecata, soltanto una superficiale cartolina.
    Il Decamerone di Allen ha floppato alla grande.

  6. Riccardo ha detto:

    Premetto che il film ancora non l’ho visto: la presenza di due mostri sacri come Allen e Benigni mi avevano avvicinato con una certa curiosità alla visione del film. Ma visti i commenti negativi che circolano sul web, non credo di aver poi così tanta voglia di vederlo. Ma il punto è che onestamente trovo un po’ contraddittoria questa recensione: si parla di disastro su tutta la linea ma nell’ultimo paragrafo si sostiene di avere per le mani una godibile commedia d’intrattenimento. Ora non so se ho frainteso io… solo che alla fine della lettura ero leggermente perplesso 😉

  7. Alberto Cassani ha detto:

    Be’, ma a ben guardare le due cose non sono necessariamente in contraddizione: questo film è una commedia leggera e divertente ma stereotipata e mal girata. Se si fosse trattato di un altro regista ci si sarebbe anche potuto passare sopra, ma da Woody Allen non ci si può accontentare di un film così.

  8. Riccardo ha detto:

    Ok: grazie per il chiarimento.

  9. […] l’ultimo esperimento europeo di To Rome With Love, Woody Allen ritorna in America e lo fa nelle due città simbolo del suo cinema anni 70, New York […]

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