"Victor Victoria" di Blake Edwards
 
												
						CIC, 2 Ottobre 1982 – Cesellato
Una cantante alla fame incontra un anziano intrattenitore gay (alla fame anche lui) che ha una idea: fingere che Victoria sia in realtà un uomo, Victor, conte polacco e farlo esibire come travestito. Un donna che finge di essere un uomo che finge di essere una donna…
 Ha poco più di trent’anni, questa commedia di Blake Edwards, e appartiene a un’altra epoca. Un’epoca in cui girare una commedia non significava solo mettere in scena una storia d’amore e qualche scena divertente, ma poteva essere un modo per parlare d’altro. Di omosessualità, naturalmente, ma anche di parità dei sessi, di apparenza, di spettacolo.
Ha poco più di trent’anni, questa commedia di Blake Edwards, e appartiene a un’altra epoca. Un’epoca in cui girare una commedia non significava solo mettere in scena una storia d’amore e qualche scena divertente, ma poteva essere un modo per parlare d’altro. Di omosessualità, naturalmente, ma anche di parità dei sessi, di apparenza, di spettacolo.
 La presentazione dei personaggi è lenta e complessa e nella prima parte le gag sono rade, il film ha un tono quasi drammatico anche perché i personaggi in scena sono praticamente solo due, poveri e alla fame. Edwards, maestro dell’accumulazione, aggiunge i personaggi poco alla volta, per tutta la durata della pellicola (l’ultimo in ordine di apparizione è un investigatore privato che ricorda Clouseau). E’ proprio con l’arrivo di un personaggio, King, che inizia la seconda – meravigliosa – parte del film e si innesca una girandola di eventi che danno luogo a una serie spassosissima di gag – verbali e visive – fino al gran finale nel quale a ridere non è solo il pubblico ma anche i personaggi in scena.
La presentazione dei personaggi è lenta e complessa e nella prima parte le gag sono rade, il film ha un tono quasi drammatico anche perché i personaggi in scena sono praticamente solo due, poveri e alla fame. Edwards, maestro dell’accumulazione, aggiunge i personaggi poco alla volta, per tutta la durata della pellicola (l’ultimo in ordine di apparizione è un investigatore privato che ricorda Clouseau). E’ proprio con l’arrivo di un personaggio, King, che inizia la seconda – meravigliosa – parte del film e si innesca una girandola di eventi che danno luogo a una serie spassosissima di gag – verbali e visive – fino al gran finale nel quale a ridere non è solo il pubblico ma anche i personaggi in scena.
 Tra una battuta e l’altra, però, Edwards riesce a dirci che in Europa gli omosessuali non devono nascondersi come negli Stati Uniti, che le donne hanno diritto di lavorare per contribuire alle finanze della famiglia esattamente quanto gli uomini e che i gusti sessuali sono la cosa più naturale del mondo, di cui non ci si deve vergognare. Gestiti con attenzione questi momenti e dialoghi più seri riescono a non appesantire o fermare l’azione ma, al contrario, impreziosiscono il discorso.
Tra una battuta e l’altra, però, Edwards riesce a dirci che in Europa gli omosessuali non devono nascondersi come negli Stati Uniti, che le donne hanno diritto di lavorare per contribuire alle finanze della famiglia esattamente quanto gli uomini e che i gusti sessuali sono la cosa più naturale del mondo, di cui non ci si deve vergognare. Gestiti con attenzione questi momenti e dialoghi più seri riescono a non appesantire o fermare l’azione ma, al contrario, impreziosiscono il discorso.
 Scritto a partire da un film tedesco del 1933 ma adattato praticamente su misura per la Andrews, moglie di Edwards, ne mette in luce i pregi sia come attrice (fu nominata all’Oscar) che come cantante (il numero in stile spagnolo è un continuo salire e scendere dalla scala musicale), ma i personaggi sono scritti talmente bene che tutto il cast fa un figurone, tanto che la sceneggiatura dovrebbe essere consegnata come manuale a ogni aspirante scrittore.
Scritto a partire da un film tedesco del 1933 ma adattato praticamente su misura per la Andrews, moglie di Edwards, ne mette in luce i pregi sia come attrice (fu nominata all’Oscar) che come cantante (il numero in stile spagnolo è un continuo salire e scendere dalla scala musicale), ma i personaggi sono scritti talmente bene che tutto il cast fa un figurone, tanto che la sceneggiatura dovrebbe essere consegnata come manuale a ogni aspirante scrittore.
 Titolo: Victor Victoria (Id.)
Titolo: Victor Victoria (Id.)
Regia: Blake Edwards
Sceneggiatura: Blake Edwards
Fotografia: Dick Bush
Interpreti: Julie Andrews, James Garner, Robert Preston, Lesley Ann Warren, Alex Karras, John Rhys-Davies, Graham Stark, Peter Arne, Herb Tanney, Michael Robbins, Norman Chancer, David Gant, Maria Charles, Malcolm Jamieson, John Cassady
Nazionalità: Regno Unito – USA, 1982
Durata: 2h. 13′







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