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Voci di Franco Giraldi

10 maggio 2002 Recensioni 0 Commenti
Voci

Làntia, 10 Maggio 2002 – Sterile

Michela e Angela sono due giovani donne dirimpettaie di pianerottolo: tanto è timida e schiva la prima, quanto è estroversa e (apparentemente) solare la seconda. La morte improvvisa di Angela è il pretesto per Michela, aspirante cronista, per intraprendere un’inchiesta privata…


La voce di Angela, dolce infantile trasparente (forse) e cristallina, contro quella di Michela – alias Valeria Bruni Tedeschi – ruvida sgradevole impacciata diffidente (forse). La voce di Nando, lo slavo, l’uomonero: grave, austera, inquietante (forse). E le voci del coro: la sorella della vittima, il patrigno, l’amica, la madre; voci beffarde, tutte ad indicare quello che non sono, ognuna a sostenere la sua verità. Voci berteggianti: non è facile per la protagonista destreggiarsi tra le diverse traiettorie che ogni singola voce le dispiega, come non è facile per Michela superare la sua diffidenza e addentrarsi in un mondo, fuori e dentro di lei, che non le appartiene. Vincerà, Michela, sia smascherando l’assassino e scoperchiando una torbida storia di molestie familiari, sia allentando le proprie difese e schiudendosi verso quella vita emotiva che l’amica aveva tentato invano di alimentare.

Questo l’intreccio psicologico-narrativo del romanzo di Dacia Maraini, lo stesso che il rimescolamento della trasposizione cinematografica (la cornice non è più una certa Roma anni ’80 ma un’iper-urbana Genova contemporanea, e cambia, per ragioni di plot, l’identità dell’assassino) non ha fondamentalmente tradito. Certo, rimane la trama, l’intrigo, nonché il viaggio iniziatico di Michela all’interno delle zone in ombra della società e (soprattutto) di se stessa; ma cosa rimane della partecipazione, dell’empatia, del processo di identificazione che inevitabilmente e oggettivamente il romanzo della Maraini, piaccia o non piaccia, suscita nel lettore? E la questione della violenza sulle donne e della solitudine femminile, temi fondanti del romanzo, perché devono rimanere secondari se non accidentali? Non c’è traccia di questo nel film, che rimane un giallo ben pensato, ma sterile e a basso rilievo.

Franco Giraldi non è un novellino, ha attraversato mezzo secolo di cinema italiano, e forse quella di concedere maggior spazio all’intreccio che non all’investigazione delle tematiche che tanto peso hanno nell’opera della Maraini è stata una scelta ponderata, ma rimane comunque l’amaro in bocca per il film completo (con personaggi a tuttotondo e meno stereotipati, e maggior respiro a caratteri femminili che sono invece appena abbozzati) e complesso che avrebbe potuto essere.


Titolo: Voci
Regia: Franco Giraldi
Sceneggiatura: Franco Giraldi, Serena Brugnolo, Chiara Laudani, Alessio Cremonini
Fotografia: Marco Pontecorvo
Interpreti: Valeria Bruni Tedeschi, Gabriella Pession, Gabriele Lavia, Miki Manojlovic, Sonia Bergamasco, Rossella Bergo, Imma Piro, Erika Blanc
Nazionalità: Italia, 2000
Durata: 1h. 30′


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