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Wing Commander di Chris Roberts

14 luglio 1999 Recensioni 1 Commento
Wing Commander

Uip, 25 Giugno 1999 – Finto

Dopo anni di viaggi interstellari, i terrestri entrano finalmente in contatto con una razza aliena. Sfortunatamente i rapporti partono col piede sbagliato, e la mancanza di un sistema di navigazione capace di viaggiare nell’iperspazio è l’unica cosa che impedisce agli alieni di invadere il nostro sistema solare…


Di rado il mondo dei videogiochi è stato alla base di film di buon livello. Molto di rado. Praticamente mai. Wing Commander non fa eccezione. Per essere un film di fantascienza è incredibilmente povero sotto l’aspetto visivo, nonostante i 30 milioni di dollari di budget gli effetti speciali non si possono definire in altro modo se non “brutti”, e il racconto è davvero poca cosa. E sì che al timone c’è proprio l’uomo che ha creato la saga videoludica di Wing Commander, Chris Roberts. Ma evidentemente una cosa è ideare un videogioco e dirigerne le poche scene dal vivo, un’altra è dirigere e produrre un intero film.

Se in un videogioco il protagonista è il personaggio che il giocatore interpreta, il protagonista di questo film è il buio! E’ l’ombra a farla da padrona su storia e personaggi, probabilmente per nascondere la bassa qualità degli effetti speciali. Lascia perplessi anche il modo in cui sono realizzati gli alieni, dei gattoni spaziali messi insieme con pezzi di plastica che paiono riciclati da altri film (o direttamente dai videogiochi?), ma che per fortuna si vedono quasi esclusivamente nell’ultimo quarto d’ora di pellicola.

Il problema è che limitando la presenza dei cattivi all’ultima parte del film si deve creare tensione all’interno del gruppo dei “buoni” per tener desta l’attenzione degli spettatori, il che non sarebbe una cattiva idea se le scene “tese” fossero costruite bene, ma non è questo il caso. Aggiungiamoci gli attorucoli che riempiono il cast al fianco di due vecchi marpioni come Tchéky Karyo e Jürgen Prochnow, e la frittata è fatta.


Titolo: Wing Commander – Attacco alla Terra  (Wing Commander)
Regia: Chris Roberts
Sceneggiatura: Kevin Droney
Fotografia: Thierry Arbogast
Interpreti: Freddie Prinze Jr, Matthew Lillard, Tchéky Karyo, Jürgen Prochnow, Saffron Burrows, David Suchet, David Warner, Ginny Holder, Hugh Quarshie, Ken Bones, John McGlynn, Richard Dillane, Mark Powley, Chris Roberts, Mark Hammill
Nazionalità: USA, 1999
Durata: 1h. 40′


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Attualmente c'è 1 commento a questo articolo:

  1. Massimiliano ha detto:

    Ricordo la saga di Wing Commander. Ero all’università quando uscì il primo gioco (1990), e non avevo neanche il pc per farlo girare. Ricordo le notti di meraviglia a combattere i Kilrathi, le battaglie, il mio innamoramento per “Angel”…
    Ebbene, tutto scomparso. Guardo oggi questo film, e vedo un’occasione sprecata.
    Primo: l’avarizia. Effetti speciali inesistenti. Questo di per sè non è un difetto, ma la realizzazione delle navi e dei caccia è penosa: questi ultimi sembrano assemblati con i fondi di magazzino di un ferramenta di periferia; non c’è neanche uno dei caccia presenti nel gioco, e sì che sono i (co)protagonisti. Si vede solo un ammasso di ferraglia male assortita. Una realizzazione tecnica da cani.
    Secondo: i nemici. Nel gioco, i veri protagonisti erano i Kilrathi. I “gattoni” erano personaggi ben delineati, inquietanti, misteriosi e carismatici, tanto che nel secondo capitolo addirittura uno di essi era un wingmate. Nel film, non se ne vede uno manco a pagarlo: quando entrano in scena, alla fine, si capisce che facevano meglio a starsene tra le quinte. Sembrano davvero dei personaggi presi dal “Muppet show”.
    Terzo: il plot narrativo (alias: il misero canovaccio confuso e traballante che hanno messo insieme). La trama non esiste, si vede solo per un’ora e mezzo un gruppo di sbandati che si muovono a casaccio sul set saltando da un iperspazio all’altro e gettando missili a tutto quello che si muove. Anche mia nipote di 4 anni avrebbe fatto di meglio (povero Chris Roberts…). Se avessero fato anche un solo ulteriore salto nell’iperspazio, avrei potuto spaccare lo schermo per riflesso condizionato. Dai: Bastava copiare un po’ “Caccia a Ottobre Rosso” mettendo le astronavi al posto dei sottomarini, eccheccacchio ve lo devo dire io!
    Quarto: gli attori. Il film sembra girato da un gruppo di fan della saga di WC (anzi, credo che questi ultimi avrebbero dato di più). Il protagonista è un pariolino scicchettoso che sembra assoldato con un casting in discoteca; la protagonista si beve tutti i clichè di b-hollywood nelle più diverse declinazioni della “bella fi.a comandante-autoritaria-sexy-dal cuore d’oro-alla fine ti bacio”; i gregari sono delle macchiette indistinte da dimenticare. Tutti poi, assomigliano a delle controfigure degli attori di “Top Gun” che giocano a recitare nelle pause sul set all’insaputa degli attori veri.
    Insomma, quei caccia li pilotavo meglio io quando ero davanti al mio 286 vent’anni fa. Che peccato!

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