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"2 giorni a Parigi" di Julie Delpy

24 settembre 2007 Recensioni 0 Commenti
Emanuele Rauco, 24 Settembre 2007: Appiatito
DNC, 28 Settembre 2007

La parigina Marion e il newyorchese Jack sono una coppia che si trova nella capitale francese per sistemare alcune questioni logistiche. Così, mentre Marion presenta a Jack il suo mondo e la sua famiglia, i due riflettono sulle differenze sociali e culturali che avevano sempre ignorato…


I film diretti da attori o ex tali sono una categoria di film un po’ particolare, che andrebbe separata e analizzata a prescindere dal genere o dai modi di racconto del film stesso, tanto è evidente (spesso, non sempre: Clint Eastwood vale da caso assoluto) la differenza di sensibilità e background rispetto a un comune regista. Non fa eccezione, dopo gli esempi più o meno riusciti di George Clooney (Good Night, and Good Luck., Confessioni di una mente pericolosa) o Robert De Niro (Bronx, The Good Shepherd), il film con cui la deliziosa Julie Delpy esordisce davanti alla macchina da presa, una logorroica commedia incentrata sugli stereotipi culturali.

Scritta, montata e musicata dalla regista, una commedia di caratteri e situazioni che guarda a Rohmer e Allen (giusto per colpire cerchio e botte), in cui la fittissima girandola di dialoghi, battute, colloqui e riflessioni personali si stempera mano a mano in un intreccio sentimentale un po’ tirato per i capelli, dove le differenze culturali diventano banco di prova di un amore.

Girato in una Parigi sempre molto fotogenica ed emotiva, il film parte come una gustosa riflessione sui luoghi comuni e i cliché nazionali che ci accompagnano sempre, che inghiottono la persona in un gioco superficiale di identità e personalità fasulle e che si nutre della comunicazione globale e dei mass media. Delpy si diverte soprattutto con i rimandi delle diverse percezioni, dei pregiudizi di cui vive il luogo comune citando sottilmente “fonti” come Sicko o Fast Food Nation, si diverte a ritrarre molto ironicamente l’invasore conservatore e la pacifista libertina e a sondarne i comportamenti.
Se l’operazione è già di per se rischiosa – vivendo sul filo della banalità, con estemporanei tocchi poetici (Marion è una fotografa che non vede) – non aiuta che tutta la seconda parte si appiattisca su un tira e molla sentimentale fatto di continue gelosie e presunti tradimenti, risolti da crisi estemporanee ed estenuanti e le battute che da divertenti diventano fuori luogo. Delpy, che per circa metà film riesce a donare alla sua ronde un ritmo spigliato e non pochi momenti gustosi, gira un po’ a vuoto nella sceneggiatura, continuamente sospesa e indecisa tra bozzetti sempre meno efficaci e un intreccio sempre più ingombrante, alla quale la regia – non è trascurabile il fatto che ancora l’autrice non abbia la leggerezza dei suoi numi – non sa regalare un respiro sufficiente.

Gli attori se la cavano molto bene, sia la soave Julie (doppiata in modo incantevole da Pascale Reynaud), sia l’insopportabile e divertente Goldberg, oltre a tutti gli attori di contorno, e questo è normale nei film diretti da chi vive di recitazione. Ma il progetto e l’urgenza di esso sembrano un po’ troppo labili e non adeguatamente messi a fuoco, per benedire in toto l’esordio della francese dietro la macchina da presa. Che speriamo però non smetta d’incantarci con la sua levità.


Titolo: 2 giorni a Parigi (2 Days in Paris)
Regia: Julie Delpy
Sceneggiatura: Julie Delpy
Fotografia: Lubomir Bakchev
Interpreti: Adam Goldberg, Julie Delpy, Daniel Brühl, Marie Pillet, Albert Delpy, Alexia Landeau, Adam Jodorowsky, Alex Nahon, Charlotte Maury, Vanessa Seward, Thibaut De Lussy, Chick Ortega, Patrick Chupin, Antar Boudache
Nazionalità: Francia – Germania, 2007
Durata: 1h. 38′


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