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40 anni vergine di Judd Apatow

12 gennaio 2006 Recensioni 8 Commenti
40 anni vergine

Uip, 13 Gennaio 2006 – Platonico

Andy Stitzer ha un lavoro sicuro in un negozio di elettronica e una notevole collezione di action figure, ma ha un “problema”: ha quarant’anni, ma è ancora vergine. Quando i suoi colleghi lo scoprono, decidono di provare di tutto per portarlo al fatidico obiettivo…


Elizabeth Banks e Steve Carell in 40 anni vergineUna storia semplice, forse banale, ma di rara comicità. Sulla scia geniale-demenziale di Tutti pazzi per Mary (vagamente anche la mimica, la recitazione e la faccia da sfigato dell’attore protagonista ricordano quella di Stiller), condito da dialoghi taglienti e battute a raffica, intramezzato da non poche trovate tra il romantico ed il tragicomico, 40 anni vergine potrebbe dal titolo sembrare quel che non è. Lungi da qualsiasi volgarità gratuita, il film ruota sì tutto intorno al sesso, ma in maniera del tutto “costruttiva”, nell’intento di far schierare lo spettatore sempre più dalla parte di chi vive con preoccupazione ma con una certa dignità una situazione di “anormalità” in cui l’odierna società sessuomane lo ha relegato. Ed è così che Andy riesce magicamente a far sembrare tutti gli altri, ognuno con le proprie fissazioni, ancor più anormali di lui.

Pur non avendo dalla sua protagonisti illustri e grandi star di Hollywood, questa commedia tra il romantico ed il bizzarro sfrutta l’innegabile talento interpretativo di Steve Carell (famoso negli States per la conduzione di numerosi show televisivi) che in alcuni punti riesce a salvare giusto in tempo il tracollo delle vicende in dettagli (troppo) intimi qualche volta troppo eccessivi.

Catherine Keener e Steve Carell in 40 anni vergineTra le chicche di 40 anni vergine un divertentissimo finale colorato e danzato accompagnato da Let the Sun Shine In (la mitica colonna sonora del musical Hair), del quale ogni riferimento al testo della canzone non sembra proprio essere casuale. Last but not least, una lode alle straordinarie scenografie (soprattutto agli arredamenti ed all’oggettistica degli interni) che hanno come punta di diamante una miriade di pezzi unici da collezione tra cui spicca ad esempio la riproduzione della testa della creatura anfibia verde protagonista de Il mostro della laguna nera di Jack Arnold. Per i nostalgici di vecchi fumetti, dei vecchi cartoon e delle pietre miliari dei film dell’orrore è davvero il non plus ultra.


La locandina di 40 anni vergineTitolo: 40 anni vergine (The 40-Year-Old Virgin)
Regia: Judd Apatow
Sceneggiatura: Judd Apatow, Steve Carell
Fotografia: Jack N. Green
Interpreti: Steve Carell, Catherine Keener, Paul Rudd, Romany Malco, Seth Rogen, Elizabeth Banks, Leslie Mann, Jane Lynch, Gerry Bednob, Shelley Malil, Kat Dennings, Jordy Masterson, Chelsea Smith, Jonah Hill, Erica Vittina Phillips
Nazionalità: USA, 2005
Durata: 1h. 56′


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Attualmente ci sono 8 commenti a questo articolo:

  1. Anonimo ha detto:

    Una recensione di Molto Incinta non sarebbe male 😉

  2. Alberto Cassani ha detto:

    Diciamo che Apatow ha una comicità molto precisa, che se apprezzi la apprezzi (quasi) sempre, e se non ti piace non ti piace mai. Per cui se ti è piaciuto questo è molto facile che ti piaccia anche “Molto incinta”. Francamente, però, dei tantissimi film che mancano nel sito direi che “Molto incinta” non è uno di quelli che smaniamo dalla voglia di recensire…

  3. Andrea ha detto:

    Io sono uno di quelli che la apprezza.. Bello questo e bello pure “Molto Incinta”. Li consiglio entrambi. E ovviamente consiglio “Suxbad”.. (di cui Apatow credo sia produttore). McLovin!!!!!

  4. Marco ha detto:

    Albe che ne pensi di “Funny People”?

  5. Alberto Cassani ha detto:

    Non l’ho visto.

  6. Marco ha detto:

    Non è malaccio. Mixa bene dramma e commedia con qualche bella battuta. Forse la durata è un pò eccessiva ma a me non ha pesato.

  7. Marco ha detto:

    Checchè se ne dica io ho sempre trovato Apatow un bravo narratore in grado di non far pesare la durata oversize delle sue commedie, gestisce in modo decente tutti gli attori dando loro sempre una propria personalità ed un loro motivo nell’essere presente nel film.
    Anche le storie non sono mai banali, leggere si (a volte anche troppo demenziali) ma banali mai.
    Ed i dialoghi “tarantiniani” si seguono senza annoiare, anche perchè usufruisce di bravissimi caratteristi che infilano sempre battute al fulmicotone.
    Penso che riesca a parlare bene delle dinamiche in cui tutti noi ci possiamo riscontrare.
    Ovviamente non sono film fruibili a tutti, nonostante siano commedie “d’autore” (concedetemelo) visto che è una comicità tipicamente americana lontana dai nostri canoni (vedesi Adam Sandler), eppure se si sta al gioco penso che non si abbia, alla fine, la sensazione di aver sprecato del tempo.
    Dico questo dopo aver visto l’ultimo “Questi Sono i 40”, spin-off (penso sia il primo caso in una commedia) di “Molto Incinta”.

  8. Marco ha detto:

    Rinnovo il pensiero del mio precedente commento aggiungendo un altro tassello, l’ultimo suo “Un Disastro Di Ragazza”.
    Stavolta Apatow è solo regista e la mente creatrice è Amy Schumer, che scrive, produce e recita in un film, a detta sua, autobiografico.
    Lo stile Apatow è rimasto invariato e ben si sposa anche ad una sceneggiatura non sua, grazie alla grandissima prestazione della protagonista che riesce a passare da un inizio molto divertente e gradualmente ad uno svolgimento a tinte drammatiche, ma senza calcare troppo la mano giustamente; una sorta di “dramedy”, come quasi tutte le commedie di Apatow.
    Lo svolgimento non è originalissimo, a dire il vero, però alla fine (scontata) ci si arriva senza annoiarsi e su binari che ben calibrano i due generi sopracitati.
    Molto buoni i protagonisti secondari e menzione a parte per i divertentissimi camei sportivi.

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