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50 primavere di Blandine Lenoir

19 dicembre 2017 Recensioni 0 Commenti
50 primavere

Bim, 21 Dicembre 2017 – Brioso

Arrivata alla soglia dei cinquant’anni, Aurore sente che il suo mondo sta andando in pezzi: la situazione al lavoro è peggiorata, sta per diventare nonna, la figlia minore vuole andare via di casa, e persino gli ormoni complottano contro di lei. Decisa a non fare travolgere dagli eventi, Aurore decide di dare una svolta alla propria vita…


Ancora una volta, Blandine Lenoir ha girato un film dedicato all’universo femminile. Se nel precedente Zouzou aveva affrontato il rapporto madre-figlia e la scoperta della sessualità, in 50 primavere propone invece il ritratto a tutto tondo di una donna che si ritrova a dover affrontare grandi cambiamenti fisici ed emotivi e a rimettersi in discussione a cinquant’anni. La regista francese ha scelto il genere della commedia brillante per raccontare la storia di Aurore, e delle tante che possono identificarsi con lei, e per parlare di un tema che le sta chiaramente a cuore: il ruolo della donna nella società. Non si tratta di un film manifesto, quanto di un’opera leggera che, attraverso le vicissitudini che capitano alla protagonista, vuole far riflettere su argomenti significativi come la discriminazione dovuta all’età e all’aspetto fisico, la maternità, l’amore, il cambiamento del corpo e la menopausa.

La Lenoir insiste soprattutto sulla questione dell’età, che simboleggia un momento di svolta nell’esistenza della protagonista: l’avere raggiunto i cinquant’anni significa essere messa in disparte dalla vita delle figlie, ormai divenute grandi; dal mondo del lavoro, in cui il non essere più giovane vuol dire essere messa in secondo piano; ma soprattutto, il cambiamento radicale nel corpo. Il tema della menopausa è affrontato raramente al cinema, ma la regista lo ha saputo raccontare con intelligenza e sensibilità: i dialoghi tra Aurore e le donne che incontra, e che stanno vivendo la sua stessa condizione, hanno un tono comico ma arguto. Per esprimere l’idea dell’emarginazione di una donna che ha raggiunto una determinata età, e a cui le porte si chiudono davanti metaforicamente e non, la Lenoir è ricorsa a un espediente semplice ma efficace: in più di una scena, si vede Aurore che cerca senza successo di fare aprire una porta automatica.

Anche la musica gioca un ruolo importante e fa da cornice alla storia, una delle scene più emozionanti e significative di 50 primavere  è quando, ritrovatasi sola in casa, Aurore balla sulle note di una canzone di Nina Simone e immagina che le sue figlie siano lì con lei, rivedendole bambine. Il film propone un bel ritratto al femminile, e funziona anche perché la protagonista è interpretata da una sempre bravissima Agnès Jaoui, ironica e convincente nel ruolo di Aurore, una donna che grazie alla sua positività e senso dell’umorismo non si lascia mettere da parte, anzi: è pronta a rimettersi in gioco anche in amore. Accanto alla Jaoui, si muove un buon cast di comprimari, che le danno man forte sia nelle scene più comiche che in quelle commoventi, e che interpretano personaggi di contorno ma ugualmente importanti.

Grazie a una sceneggiatura ben scritta, a dialoghi divertenti e ironici, e a un montaggio dal ritmo vivace, 50 primavere scorre leggero per un’ora e mezza, permette agli spettatori di provare empatia per Aurore e di riconoscersi nei vari personaggi ma soprattutto regala una certa dose di ottimismo, che fa uscire dalla sala cinematografica divertiti e speranzosi.


La locandina di 50 primavereTitolo: 50 primavere (Aurore)
Regia: Blandine Lenoir, Jean-Luc Gaget
Sceneggiatura: Blandine Lenoir
Fotografia: Pierre Milon
Interpreti: Agnès Jaoui, Thibault De Montalembert, Pascale Arbillot, Sarah Suco, Lou Roy-Lecollinet, Nicolas Chupin, Samir Guesmi
Nazionalità: Francia, 2017
Durata: 1h. 29′


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