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"Nella valle di Elah" di Paul Haggis

31 agosto 2007 Recensioni 11 Commenti
Nella valle di Elah

Mikado, 23 Novembre 2007 – Profondo

Un agente della polizia militare in pensione ha perso da dieci anni il figlio maggiore in guerra. Quando il corpo del minore viene trovato fatto a pezzi ai confini della base militare dov’era stanziato, l’uomo non accetta di rimanere estraneo all’indagine e convince una giovane detective della polizia locale ad occuparsi del caso…


Charlize Theron e Tommy Lee Jones in Nella valle di ElahLa Valle dell’Elah, in quella che oggi è la Palestina, fu il luogo in cui si affrontarono l’esercito dei Filistei e quello degli israeliti di Re Saul. Per quaranta giorni il gigante Golia attraversò la valle alla ricerca di un israelita che accettasse la sua sfida, fino a quando il giovane Davide non imbracciò una fionda e lo abbatté con un solo colpo. E’ il coraggio di vincere le proprie paure e combattere in difesa del proprio popolo, ma anche il piccolo che sfida il gigante e vince una battaglia impossibile, il tema del nuovo film scritto e diretto da Paul Haggis dopo che Crash portò a casa l’Oscar due anni fa.

Tommy Lee Jones in Nella valle di ElahIn un ruolo pensato e scritto per Clint Eastwood, Tommy Lee Jones mette in mostra tutto il suo talento e ci fa credere che il suo ex soldato sia una persona reale piuttosto che una figura di celluloide. Al suo fianco Charlize Theron si impegna per non sfigurare, ma è una sfida persa in partenza per la bella sudafricana, e non sorprenderebbe se con questa sua interpretazione Jones portasse a casa premi importanti. Gli applausi scroscianti ricevuti dal film al Festival di Venezia, comunque, sono per gli attori come per il regista e la sua sceneggiatura.

Charlize Theron in Nella valle di ElahPaul Haggis parte da un evento realmente accaduto e immagina una storia fatta solo ed esclusivamente di personaggi stereotipati, ma che funziona proprio perché messa in scena da personaggi che conosciamo così bene. Forse le metafore suonano un po’ esagerate, suonano troppo “spiegate”, ma non c’è dubbio che il racconto sia efficace proprio perché ci è facile capire le psicologie dei personaggi e possiamo quindi concentrarci sulla storia. Una storia che sa arricchire una trama poliziesca piuttosto banale con una riflessione per nulla scontata sulla guerra e su chi la combatte, ma soprattutto sulla situazione in cui versa un’intera nazione. E se i pregiudizi politici dei singoli spettatori non potranno non filtrare il giudizio generale nei confronti della pellicola, non si può non apprezzare il fatto che Haggis cerchi di farci riflettere senza per questo volerci portare a lezione. Il suo film pone delle domande ma non ha la pretesa di conoscere le risposte: l’unica sua vera affermazione è che c’è un problema, e che è ora che tutti ne prendiamo coscienza.


La locandina di Nella valle di ElahTitolo: Nella valle di Elah (In the Valley of Elah)
Regia: Paul Haggis
Sceneggiatura: Paul Haggis
Fotografia: Roger Deakins
Interpreti: Tommy Lee Jones, Charlize Theron, Susan Sarandon, James Franco, Jonathan Tucker, Josh Brolin, Jason Patric, Rick Gonzalez, Joseph Bertot, Brent Briscoe, Devin Brochu, Mehcad Brooks, Chris Browning, Wes Chatham, Barry Corbin
Nazionalità: USA, 2007
Durata: 2h.


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Attualmente ci sono 11 commenti a questo articolo:

  1. Edoardo ha detto:

    Secondo me “Nella valle di Elah” è molto più bello di “The Hurt Locker”,ad esempio,ed è incredibile che non sia stato considerato come meritava dalla giuria degli oscar (solo la nomination,comunque meritatissima,a Tommy Lee Jones).

  2. Alberto Cassani ha detto:

    Se è per questo il film è tornato a casa a mani vuote da Venezia, battuto da “Lussuria” di Ang Lee (http://www.cinefile.biz/?p=851) per il Leone d’oro e dal Brad Pitt di “Jesse James” per la Coppa Volpi.

  3. Edoardo ha detto:

    No,dai,”Lussuria” non meritava di soffiare il posto ad un film del genere. Per quanto possa riconoscere la bravura di Ang Lee,il film non m’è piaciuto per niente. “Jesse James” non l’ho visto. A te l’interpretazione di Pitt come ti è sembrata?

  4. Alberto Cassani ha detto:

    Nella norma. Casey Affleck era molto ma molto più bravo, solo che l’anno prima avevano premiato il fratello e quindi hanno pensato non fosse il caso di premiare lui.

  5. Edoardo ha detto:

    Per cosa avevano premiato “Big Jim” ?

  6. Alberto Cassani ha detto:

    “Hollywoodland” (http://www.cinefile.biz/?p=1932). Che ci poteva anche stare perché lui lì era bravo, ma non mi ricordo quali erano gli altri papabili per il premio.

  7. Edoardo ha detto:

    Sì,sì: lì Affleck era bravo. Una delle sue poche prove che mi abbia davvero convinto e pure il film non era male.

  8. Marco ha detto:

    D’accordo con Alberto. Un film che va guardato attentamente e va compreso anche se dalle tematiche un pò risapute e già descritte in altri film di genere: dei veterani di guerra si è parlato e parlato e ne hanno sfornati di film, Haggis comunque ha voluto fare una sua considerazione su questa guerra in Iraq ma che personalmente non credo ci sia qualche differenza su per esempio quella in Vietnam.
    Un film quindi dalle tematiche risapute ma attualizzate agli avvenimenti recenti (o più che altro di qualche anno fa).
    L’avrei fatto un tantino più veloce.
    Buone tutte le interpretazioni (ottimo Lee Jones).
    Una menzione che Alberto penso abbia dimenticato: bellissima l’ultima scena della bandiera, il pensiero di Haggis fa riferimento proprio a quest’ultima scena e che, per chi l’abbia compresa, dovrebbe dar da pensare.

  9. Marco ha detto:

    Albe hai visionato “The Next Three Days”? Anche se è un remake lo trovato ben scritto e ben gitato. Haggis sa veramente il fatto suo. Tensione che non scema mai e non ho trovato nè una leggerezza di script nè una “falla” in regia.
    Buonissima prova di Crowe e di tutto il reparto attori.

  10. Alberto Cassani ha detto:

    No, non l’ho mai visto.

  11. Plissken ha detto:

    Anche io concordo appieno con la recensione. Un film molto bello ed intenso, uno dei migliori che ho visto negli ultimi anni.

    Il finale mi ha fatto venire la pelle d’oca.

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