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"Initial D" di Andrew Lau & Alan Mak

1 settembre 2005 Recensioni 0 Commenti
Initial D

Disponibile in home-video – Giocoso

Intorno alle strade del monte Akina si sviluppano le storie di un gruppo di ragazzi affascinati dalla velocità e dal pericolo. Piloti professionisti, spacconi pantentati e incapaci neo-patentati si sfidano lungo i pericolosi tornanti di quella discesa per provare chi sia il vero e unico “Dio di Akina”…


Jay  Chou e Anne Suzuki in Initial DUn tempo si sarebbe parlato di un film “fumettone”, poi di “cartone animato”, infine – piaga dei nostri tempi cinematografici – di un film “videogioco”. Initial D è in effetti tutte queste cose insieme: tratto da un manga poi trasposto in anime, arriva ora sullo schermo inseguendo quel feeling da Need for Speed: Underground che possa conciliare la provenienza fumettistica con il pubblico di questo genere di film.

Jordan Chan in Initial DIl lettore non digiuno di esperienze veloci&furiose avrà capito l’antifona, ma Initial D si prende il tempo necessario per assicurare una buona dose di commedia e anche di risvolti emozionali giovanilistici. In questo modo, la narrazione riesce a non soccombere al rombo dei motori, pur fragoroso e continuo, e a tenere insieme le diverse parti acrobatiche con discreto successo. Merito di Andrew Lau e Alan Mak, i due registi, che si ritrovano dopo aver firmato insieme la trilogia sfaccettata, godibile e niente affatto banale di Infernal Affairs. Questo è uno dei motivi per cui Initial D stupisce, abbandonando la quasi totalità di quelle tematiche per abbracciare l’entertainment purissimo.

Anthony Wong in Initial DCerto, quanto a spettacolarità il duo in regia non si fa mancare nulla, e il materiale è un vero invito a nozze per Andrew Lau, che in Infernal Affairs si era perfino tenuto a freno. Oltre a tutto il campionario di riprese spericolate durante le corse in macchina, anche una sequenza di dialogo non passa liscia, ma viene spesso sovrapposta, spezzettata, rallentata, “freezata”, centrifugata. Niente di nuovo, in effetti, a parte che il risultato è migliore di un abituale Michael Bay o di un Fast&Furious qualsiasi. Con queste dovute premesse, il film sicuramente tiene, e il fatto che alcuni personaggi vengano dimenticati, altri siano appena abbozzati e che a tratti l’ansia da stordimento sia eccessiva, probabilmente non importa.

Jay  Chou in Initial DIl cast comprende vari idoli adolescenziali, tra cui le versioni “in erba” di Tony Leung e Andy Lau in Infernal Affairs, che all’inizio sembrano i protagonisti ma che invece rimarranno di contorno. Il migliore di tutti è però Anthony Wong, esperto navigatore del cinema hongkonghese, qui nell’inedito ruolo di padre suonato e deprecabile che saprà, al momento giusto, rivedersi nel figlio. Una sua strizzata d’occhio con sigaretta in bocca e sorrisetto è sicuramente il picco recitativo del film, derapate escluse.


La locandina di Initial DTitolo: Initial D (Tau man chi D)
Regia: Andrew Lau & Alan Mak
Sceneggiatura: Felix Chong
Fotografia: Andrew Lau, Lai Yiu Fai, Ng Man Ching
Interpreti: Jay Chou, Anne Suzuki, Edison Chen, Anthony Wong, Shawn Yue, Chapman To, Jordan Chan, Kenny Bee, Tsuyoshi Abe, Liu Keng Hung, Chie Tanaka, Kazuyuki Tsumura
Nazionalità: Cina – Hong Kong, 2005
Durata: 1h. 49′


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