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"Rapunzel - L'intreccio della torre" di Nathan Greno & Byron Howard

5 dicembre 2010 Recensioni 2 Commenti
Rapunzel - L'intreccio della torre

Walt Disney, 3 Dicembre 2010 – Prezioso

Strappata alla culla e ai regali genitori, Rapunzel cresce segregata in una torre con una una strega che utilizza il potere dei suoi lunghi capelli per rimanere sempre giovane. Il giorno del suo 18° compleanno, Rapunzel decide di fuggire. In suo aiuto giunge un giovane e aitante ladro…


Flynn Rider e RapunzelDi fronte al cinquantesimo lungometraggio d’animazione di casa Disney si può tirare un sospiro di sollievo: il film c’è, e ha le carte in regola per rimanere a lungo nel cuore degli spettatori. Perché se il lieto fine è ovvio, arriva comunque dopo una buona dose di azione, avventura e risate.

Del celebre racconto dei fratelli Grimm è rimasto ben poco – come del resto accade sempre nelle pellicole disneyane degli ultimi vent’anni, dove il concetto di modernizzazione rimane uno dei punti importanti – ma questa infedeltà letteraria non è una pecca. Nella parabola teutonica della giovane con i lunghi capelli non c’è spazio per l’azione e, come anche per La Bella e la Bestia, il fulcro narrativo è legato a una serie di ripetizioni standard tipiche della favolistica tedesca.

Madre Goethel in RapunzelBen sapendo che i tempi dei bellissimi fotogrammi disegnati a mano sono ormai passati, e che in quest’era è il computer a regnare sovrano coadiuvato dalla tecnologia (“mania” sarebbe un termine più appropriato) del 3D, non si può comunque evitare di notare come lo stile giapponesizzante con cui sono disegnati alcuni personaggi (tra cui la stessa protagonista) strida con l’accurata eleganza dell’animazione.

Maximus in una scena di RapunzelLo sceneggiatore è riuscito a creare qualcosa di magico, non solo dal punto di vista prettamente narrativo (ottimo ritmo, gag perfette e una concatenazione causa/effetto degna dei migliori prodotti Pixar), ma anche psicologico, con una menzione per la meravigliosa cattiva Madre Goethel, davvero una degna erede di Crudelia e Malefica. L’utilizzo di una base fiabesca, e quindi classica, avrebbe potuto generare un ibrido indeciso tra tradizione e innovazione, non del tutto adatto al pubblico smaliziato del giorno d’oggi. Invece la caratterizzazione dei personaggi è estremamente moderna e riuscitissima.

Flynn Rider insieme a RapunzelAi tre personaggi principali se ne aggiungono altri due tipici del mondo Disney come gli animali antropomorfi: il cavallo Maximus e il camaleonte Pascal, che in più di una sequenza rubano la scena ai veri protagonisti. Tra paesaggi bellissimi, citazioni cinematografiche (da Titanic a Biancaneve) e musiche funzionali del sempre più solido Alan Menken, Rapunzel smentisce una volta di più la profezia lanciata da più di un critico che ai tempi di La Bella e la Bestia, di fronte alla tridimensionalità della scena del ballo, aveva tacciato di morte la Disney e il cartone animato. Nulla di tutto ciò: la fabbrica che ha fatto sognare generazioni intere di bambini e adulti è più viva che mai, e questo suo cinquantesimo gioiellino è destinato a diventare un classico.


La locandina di RapunzelTitolo: Rapunzel – L’intreccio della torre (Tangled)
Regia: Nathan Greno & Byron Howard
Sceneggiatura: Dan Fogelman
Fotografia:
Doppiatori: Laura Chiatti, Giampaolo Morelli, Massimiliano Alto, Giò-Giò Rapattoni, Pino Insegno, Gerolamo Alchieri, Mirko Pontrelli, Mario Biondi, Vladimiro Conti, Alessandro Ballico, Lucrezia Cesari
Nazionalità: USA, 2010
Durata: 1h. 40′


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Attualmente ci sono 2 commenti a questo articolo:

  1. max ha detto:

    Che spasso .Mi sono proprio divertito a vederlo.

  2. Marco ha detto:

    D’accordo con la recensione. All’alba del 50esime classico, la magia torna effettivamente a casa Disney.

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