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"La orca" di Eriprando Visconti

30 giugno 2007 Recensioni 0 Commenti
Alberto Cassani, 30 Giugno 2007: Triviale
Stefano Film, 1976

Una banda di piccoli criminali rapisce una ragazza di buona famiglia con l’intenzione di chiedere un cospicuo riscatto, ma le trattative vanno per le lunghe e la vita dei rapitori ne subisce le conseguenze. Col passare dei giorni, uno di loro si innamora della ragazza…


Una banda di piccoli criminali rapisce una ragazza di buona famiglia del pavese con l’intenzione di chiedere un cospicuo riscatto, ma le trattative vanno per le lunghe e la vita dei rapitori ne subisce le conseguenze. Gino ha bisogno della sua parte per saldare i debiti contratti giocando a biliardo, Paolo deve pagare le medicine per la figlia avuta dall’amante, mentre Michele è costretto a rimanere chiuso nel casolare di campagna dove hanno nascosto la ragazza. E con il passare dei giorni il rapporto tra Michele e Alice si fa più stretto: lui si innamora e lei ne approfitta, ma ancora non riesce a convincerlo a liberarla…

Horcynus Orca è un romanzo di Stefano D’arrigo pubblicato nel 1975 ma iniziato oltre vent’anni prima. Ambientato subito dopo l’armistizio del 1943, racconta del ritorno di un marinaio siciliano al paese d’origine, che trova sconvolto dalla guerra e dall’apparizione di un mostro marino. Alice ne ha una copia nella borsetta quando la rapiscono, ma se dovrebbero esserci paralleli tra il film e il libro al di là dell’ispirazione per il titolo, le intenzioni degli autori non sono andate a buon fine. La orca è una pellicola povera di mezzi come di capacità, che vuol forse mettere sul piatto temi importanti come la lotta di classe e il rapporto vittima-carnefice, ma che risulta lacunosa nella narrazione e pretestuosa nell’uso del nudo e del sesso.

Eriprando Visconti, nipote di Luchino e in occasioni precedenti regista apprezzato dalla critica come dal pubblico, cerca un minimo di ricercatezza visiva ma finisce per dare al film uno stile che agli occhi di oggi appare invecchiato malissimo. Il ridoppiaggio in studio rende poi poco spontaeno l’accento lombardo dei protagonisti, e le mediocri musiche elettroniche del Guardiano del Faro non aiutano certo l’efficacia delle atmosfere. Come detto, poi, molte sequenze sembrano solo un pretesto per mostrare le grazie di Rena Niehaus e accattivarsi così il pubblico popolare, incorrendo però negli strali della censura.

Le brutture peggiori sono però in fase di sceneggiatura, dove Visconti e Morpugno dimostrano totale disinteresse per le indagini della polizia, che pure portano il film alla sua conclusione, e gestiscono in maniera rozza il ribaltamento psicologico tra la prigioniera e il suo carceriere. La struttura della banda, i suoi capi, è chiaramente qualcosa che non interessa gli autori, ma se la loro attenzione era puntata sulle psicologie dei protagonisti, allora avrebbero dovuto sforzarsi di più che mettere un Diabolik in mano al pescatore calabrese interpretato da Michele Placido. E se l’intento di tutto il film era suonare realistici, il risultato è invece piatto e noioso.


Titolo: La orca
Regia: Eriprando Visconti
Sceneggiatura: Lisa Morpugno, Eriprando Visconti
Fotografia: Blasco Giurato
Interpreti: Rena Niehaus, Michele Placido, Flavio Bucci, Bruno Corazzari, Adriano Amidei Migliano, Anna Canzi, Livia Cerini, Vittorio Mezzogiorno, Gabriele Ferzetti, Miguel Bosé, Carmen Scarpitta, Piero Faggioni, Otello Toso, Jacopo Tecchio
Nazionalità: Italia, 1976
Durata: 1h. 26′


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