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"The Double" di Michael Brandt

9 marzo 2012 Recensioni 1 Commento
The Double

Eagle Pictures, 9 Marzo 2012 – Criptico

Un assassino sovietico, noto come Cassius, sembra riapparire dopo anni di “inattività”, costringendo un agente della CIA in pensione ad allearsi con un giovane agente dell’FBI per risolvere il caso della morte di un Senatore…


Stephen Moyer e Richard Gere in The DoubleMichael Brandt e Derek Haas (cosceneggiatori di Quel treno per Yuma e Wanted) debuttano rispettivamente alla regia e alla produzione con un thriller di spionaggio che, ambientato in una Washington diversa dal solito – più ruvida, sporca, caotica, più adatta al gioco di spie – vede protagonisti due grandi interpreti, Thoper Grace e Richard Gere.

Il trucco per apprezzare il film è lasciarsi trasportare dall’azione. Niente di più facile, a prima vista, per un film che ha nel DNA inseguimenti, sparatorie, rebus da risolvere, indizi da collocare, verità da scavare e un passato da affrontare. Però si rischia di non capire. La questione è che stare al gioco in The Double, in un film che apparentemente ripropone la solita storia di agenti statunitensi più o meno verosimile e con tutti i cliché del caso, significa entrarci dentro, e lasciare che i meccanismi criptici del film, oltre ad essere raccontati, agiscano su di noi per spiazzarci. Non capire mai fino in fondo, avere dubbi piuttosto che conferme non è frustrante ma stuzzica, istiga lo spettatore costringendolo a collaborare alle indagini. E più ci si ostina a capire più ci si lascia ingannare. Cosa aspettarsi infondo da delle spie?

Topher Grace e Richard Gere in The DoubleIl film mette in atto quello che racconta, e in questo è molto divertente. Lasciarsi raggirare dall’opacità identitaria alla fine sorprende. Magari si esce dal cinema un po’ storditi, confusi, disorientati, però ne vale la pena, perché il film oltre che essere costruito nel dettaglio come l’ingranaggio di un orologio – e rispettandone il ritmo incalzante – sa come solleticare nel profondo la curiosità dello spettatore. Sia attraverso scene originali, come quella dell’evasione di Brutus, sia attraverso l’adesione progressiva al personaggio di Richard Gere, anche quando sembra non meritarla. Questo dipende in parte dalla strategia della stratificazione del personaggio, cioè del buono che compie azione cattive e viceversa, ma anche dalla straordinaria bravura di Gere, capace di portare intensità e incredibile calore allo stesso tempo. In una storia dove tutti sono dei bravi bugiardi, la chiave non sta tanto nel risolvere un rebus, ma nel guardarlo bene e chiedersi il perché.


La locandina di The DoubleTitolo: The Double (Id.)
Regia: Michael Brandt
Sceneggiatura: Michael Brandt, Derek Haas
Fotografia: Jeffrey L. Kimball
Interpreti: Richard Gere, Topher Grace, Martin Sheen, Tamer Hassan, Stephen Moyer, Chris Marquette, Odette Annable, Stana Katic, Yuri Sardarov, Ivan Fedorov, Ed Kelly, Jeffrey Pierce, Lawrence Gilliard Jr, Mike Kraft, Andy Manning
Nazionalità: USA, 2011
Durata: 1h. 38′


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Attualmente c'è 1 commento a questo articolo:

  1. Marco ha detto:

    Mah a me proprio non è piaciuto poi tanto. Il colpo di scena è rivelato volutamente a 30 minuti dall’inizio e da li in poi la sceneggiatura si ammoscia, con un susseguirsi di scene che tutto fanno tranne interessare lo spettatore.
    Cambia volutamente le carte in tavola e a fine visione ci si sente frastornati, col dubbio che ci siamo persi qualcosa (ho dovuto rivedere alcune scene a fine visione per comprenderle meglio) ma alla fine su una cosa ero certo: è brutto.
    L’alchimia fra i protagonisti è assente, Grace è pessimo (la scena della famigliola snervante) e Gere ormai è invecchiato e si vede.
    A fine visione non ti rimane niente dentro.
    Fotografia discreta. Colonna sonora anonima.
    Regia di un inesperto e si vede.
    Sconsigliato.

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