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"Quel treno per Yuma" di James Mangold

17 ottobre 2008 Recensioni 4 Commenti
Quel treno per Yuma

Medusa, 19 Ottobre 2007 – Solido

Un giovane ranchero viene incaricato di scortare Ben Wade, un pericoloso criminale, alla stazione dove dovrà prendere il treno che lo porterà al forte di Yuma per essere processato. Ma il viaggio sarà lungo e pericoloso, anche perché la banda di Ben farà di tutto per liberarlo…


Russell CroweC’era una volta il cinema western, una raccolta di immagini oniriche ed atmosfere stranianti che nel suo divenire ha prodotto un ricco filotto di film destinati, col passare dei decenni, a rompere definitivamente i confini dello spazio e del tempo, finendo col collocarsi lì, fissi e inamovibili, stampati nell’immaginario di chi vi si è accompagnato come di coloro che, per motivi generazionali, li hanno percepiti come un’eco lontano. Un genere dato per morto, fisiologicamente estinto dopo che Clint Eastwood ne aveva omaggiato con delicatezza la gloria e la decadenza con Gli Spietati nel 1992. Da lì in poi, in effetti, il filone western è andato smarrendosi sempre più, salvo riaffacciarsi di tanto in tanto sulla ribalta per mezzo di opere talvolta apprezzabili (Le tre sepolture è un esempio recente) ma spesso ibride (vedi ancora il film diretto da Tommy Lee Jones), ormai distanti dello spirito originario del genere.
3:10 to Yuma, o più semplicemente Quel treno per Yuma, pellicola del 1957 tratta da un racconto di Elmore Leonard e diretta da Delmer Daves ha invece rappresentato una delle stazioni più significative sul binario che scandiva l’ascesa di un marchio cinematografico verso lo splendore più fulgido, ed è il film che James Mangold tenta di portare a nuova vita, per dare rinnovato lustro al western “vecchia maniera”.

Christian Bale in una scenaDan Evans, un allevatore messo alle strette dalla siccità e dai debiti, assiste fortuitamente alla rapina messa in atto dalla banda capeggiata dal famigerato Ben Wade ai danni di una diligenza portavalori. Lasciato libero di andarsene, Evans si reca in paese per chiedere una proroga ai suoi finanziatori, ma lì incappa nuovamente in Wade, che grazie ad uno stratagemma aveva depistato lo sceriffo e i suoi uomini. E quando il bandito viene sorpreso in un saloon, Dan, ottimo tiratore, in cambio di denaro si offre di scortarlo sino al treno che porta a Yuma, dove il fuorilegge verrà assicurato alla giustizia.

Peter FondaDunque di nuovo Quel treno per Yuma per fare ritorno al passato, per catapultarsi all’epoca d’oro di un genere nato e cresciuto con il cinema, mettendo possibilmente da parte ogni sorta di influenza moderna potenzialmente “inquinante”. E’ proprio in quest’ottica che Mangold rilegge la storia del bandito Ben Wade e del ranchero Dan Evans. Il regista di Quando l’amore brucia l’anima ripulisce le vesti impolverate di un’opera simbolica i cui contenuti tematico-narrativi ben si prestano ad una riproposizione contemporanea, con l’intenzione di non smarrirne i caratteri essenziali cammin facendo.
Christian Bale e Gretchen MolEd è sicuramente un buon lavoro, quello consegnatoci da Mangold, che come da pronostico dà il meglio di sé quando si tratta di lavorare sotto traccia sulla definizione dei personaggi e del loro interagire (si intravedono delle similitudini con il suo Copland, in tal senso), dimostrando altresì come le scene di azione – non particolarmente convincenti, nell’insieme – non siano esattamente il punto forte del suo repertorio. Ma tutto sommato ci si può accontentare: il controverso rapporto che va instaurandosi fra Wade ed Evans vive un evolversi narrativo convincente e ben strutturato, fornendo di per sé degna consistenza al film ed esplicitandosi in diversi momenti di buon cinema, un cinema fatto di attenzione registica per il gesto e da una contenutezza visiva alquanto funzionale.

Christian Bale e Russell CroweLa sceneggiatura offre diversi bei dialoghi e un’apprezzabile commistione di ironia e intensità emotiva, elementi che del resto ben filtrano dall’interpretazione dei due protagonisti. Russell Crowe è un attore che in quanto a carisma scenico ha pochi rivali, ma per quanto sempre apprezzabile qui recita troppo di maniera nel ruolo che fu di un bravissimo Glenn Ford, dando oltretutto l’impressione di perdere, di tanto in tanto, le redini della parte. Non lo aiuta granché, poi, il doppiaggio di Luca Ward, la cui voce è senza dubbio calzante ma anche eccessivamente impostata, studiata, compiaciuta. Ottimo invece Christian Bale, misurato e intenso nel modo giusto.

Russell Crowe in una scenaUn rientro complessivamente felice, ancorché assolutamente non memorabile, per il cinema dei cowboy e dei fuorilegge, che questa volta risorge dai suoi fasti per riproporre la propria immagine più antica e schietta. Forse questa nuova versione di Quel treno per Yuma non aggiunge molto a quanto era già stato detto e mostrato in passato, forse questo film non possiede i requisiti per venire accostato ai migliori classici di genere, ma rappresenta senz’altro un valido punto di (ri)partenza per un filone dato per spacciato ormai troppe volte.


La locandina statunitenseTitolo: Quel treno per Yuma (3:10 to Yuma)
Regia: James Mangold
Sceneggiatura: Halsted Welles, Michael Brandt, Derek Haas
Fotografia: Phedon Papamichael
Interpreti: Russell Crowe, Christian Bale, Logan Lerman, Dallas Roberts, Ben Foster, Peter Fonda, Vinessa Shaw, Alan Tudyk, Luce Rains, Gretchen Mol, Lennie Loftin, Rio Alexander, Johnny Whitworth, Shawn Howell, Pat Ricotti, Ramon Frank
Nazionalità: USA, 2007
Durata: 1h. 57′


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Attualmente ci sono 4 commenti a questo articolo:

  1. Mickey Rourke ha detto:

    è diverso da molti altri film western, abbastanza ricco d’azione e avvincente. Russell Crowe però ha messo un po’ di pancetta e questo non è che mi sia tanto piaciuto, comunque ha tenuto la sua aria spavalda e affascinante.

  2. Riccardo ( ex Mickey Rourke ) ha detto:

    Un degno remake dell’originale ma resto affezzionato al capolavoro western di Delmer Daves

  3. Marco ha detto:

    Albe che ne pensi di “Ragazze Interrotte” ?

  4. Alberto Cassani ha detto:

    Mi era piaciuto molto, ma non l’ho più rivisto dopo l’uscita nei cinema.

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