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Piano 17 dei Manetti bros.

24 febbraio 2006 Recensioni 0 Commenti
Piano 17

Moviemax, 3 Marzo 2006 – Convincente

Un criminale deve salire al diciassettesimo piano del palazzo che ospita la direzione generale di una grande banca per farlo saltare in aria con una bomba. Prende l’ascensore insieme a due ignari impiegati ma a causa di un blackout rimane bloccato tra due piani. Ci sono meno di 90 minuti prima che la bomba esploda…


“Sospensione dell’incredulità” è l’espressione chiave per poter parlare di questo film. Se fin dall’inizio lo spettatore si rifiuterà di dire «non ci credo», allora potrà apprezzare un thriller intrigante e ben realizzato; se, al contrario, si chiederà com’è possibile che succeda questo e quest’altro, allora finirà per considerare la pellicola un filmetto con pochi mezzi e poco senso. Ma d’altra parte, è così praticamente ogni volta che si entra in una sala cinematografica…

Come ha giustamente fatto notare qualcuno, Piano 17 è il primo tentativo italiano di realizzare un film professionale a basso costo diretto al pubblico. E’ vero che in confronto ai 7.000 dollari spesi da Robert Rodriguez per girare El Mariachi i 70.000 euro che i Manetti avevano a disposizione sembrano un’enormità, ed è vero che anche in Italia sono stati realizzati film con budget inferiore a questo, ma questa è probabilmente la prima volta che si produce a costo così basso un film inserito nella logica di genere e pensato per andare incontro ai gusti del pubblico della sala cinematografica. E il pubblico ha apprezzato, per lo meno quello del Noir in Festival 2005, che ha assegnato il suo premio proprio al film dei Manetti bros.

Film commerciale, dunque: film di genere prodotto in economia ma non per questo senza idee o con poca professionalità. Piano 17 è un thriller che gira intorno ad una trovata (suggerita ai registi da Giampaolo Morelli) non certo nuova ma neanche troppo inflazionata, costruendoci attorno un microcosmo criminale interessante e divertente. Il racconto di come si è arrivati alla situazione iniziale ci viene mostrato attraverso flashback che, nonostante qualche eccesso, svelano al momento giusto i particolari che serve sapere.

Dato l’intreccio, è ovvio che gran parte dell’efficacia della pellicola pesi sulle spalle degli attori. Tutti offrono una prova più che discreta, tranne un Enrico Silvestrin semplicemente ottimo. Aiutato anche dal giusto look, l’ex VJ di MTV interpreta alla grande il ruolo del criminale più violento della banda, e noi non esitiamo un istante a credere alla sue determinazione. Di sicuro questa è finora la sua prova attoriale più convincente, e l’impressione è che su questa strada Silvestrin possa ancora sorprendere.

Rispetto alla loro precedente regia cinematografica, i Manetti riescono a non farsi prendere la mano dalla voglia di divertirsi, mantenendo così la giusta attenzione sulla storia e sulla narrazione. Comico e nero come avrebbe dovuto essere Zora, Piano 17 risente visivamente del budget limitato ma non per questo perde in efficacia, proprio perché i due registi si tengono sotto controllo (anche in fase di scrittura) ed evitano di strafare come capitato in passato. Certo questo non è un film “sporco e cattivo” come magari qualcuno potrebbe aspettarsi, ma è decisamente un prodotto dignitoso, che non è escluso sappia trovare il proprio pubblico molto più facilmente di pellicole più blasonate.


Titolo: Piano 17
Regia: Marco & Antonio Manetti
Sceneggiatura: Marco Manetti, Antonio Manetti, Giampaolo Morelli, Anatole Pierre Fuksas
Fotografia: Fabio Amadei
Interpreti: Giampaolo Morelli, Elisabetta Rocchetti, Enrico Silvestrin, Giuseppe Soleri, Antonino Iuorio, Massimo Ghini, Simone Colombari, Camilla Diana, Carmen Giardina
Nazionalità: Italia, 2005
Durata: 1h. 45′


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