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"Revolutionary Road" di Sam Mendes

30 gennaio 2009 Recensioni 3 Commenti
Gabriele Marcello, 30 Gennaio 2009: Potente
Universal, 30 Gennaio 2009

April e Frank Wheeler, una giovane coppia del Connecticut piena di sogni e progetti, lottano negli anni Cinquanta per superare i loro problemi personali, allevare i loro due figli e convivere con la delusione di non aver raggiunto i propri obiettivi…


Gli adattamenti letterari al cinema non sempre riescono a godere di buona salute, e di questa traslazione pagina/schermo abbiamo anche esempi recenti di prodotti non del tutto in linea con le premesse. Certo, se consideriamo l’attesa delusa dell’avido lettore non sarebbe opportuno trasporre alcunché al cinema, dal momento che mai la pellicola sarebbe fedele portatrice di quel côté immaginario generato dalla lettura. Ma ci sono delle eccezioni che confermano la regola, anzi la sigillano in maniera definitiva, regalando allo spettatore qualcosa di più che un bel film: un’esperienza.

Dalle dense pagine di Richard Yates, il britannico vincitore dell’Oscar Sam Mendes ha deciso di trarre il suo film più desolato e realista, ma anche il più bello e il più difficile per un pubblico prettamente mainstream – quello, per intenderci, del pop-corn movie che crede, falsamente, di ritrovare i palpiti e i fremiti che la coppia Kate Winslet-Leonardo DiCaprio provocò ben 11 anni fa. Il critico, avvezzo all’autoanalisi e alla sperimentazione, suggerisce un’azione che ben si sposa con la visione del film in questione: dimenticare.
Dimenticate “Kate & Leo” sulla prua del Titanic e dimenticate le loro dolci effusioni, dimenticate le rose rosse di American Beauty e tutto quello straordinario campionario lirico/ironico che l’allora esordiente Mendes aveva costruito con certosina astuzia, dimenticatevi, infine, il ritmo del melodramma e tutti gli annessi e connessi del genere: scene madri che sono quasi disarmoniche nella loro straziante realtà, musica in contrappunto e attori che gigioneggiano. Revolutionary Road non è niente di tutto ciò, però è molto meglio, anzi: ad ogni visione risulta sempre più completo ed affascinante.

Nelle quasi 400 pagine del romanzo si concentra il meglio della letteratura del dopoguerra: passioni sotto pelle, un meraviglioso affresco storico-sociale e caratterizzazioni sottili ed incisive come la lama di un bisturi. Sam Mendes non è da meno e, saggiamente, coglie il nocciolo della vicenda, la distruzione del microcosmo familiare e del sogno americano, compiendo quella stessa operazione fatta da James Ivory con Quel che resta del giorno. Nel film del 1993, il regista statunitense (ma anglofilo di stretta osservanza) distruggeva la classe aristocratica utilizzando come contrappunto il suo opposto, e riusciva nell’impresa avvolgendo l’insieme con sprazzi di umanità a volte quasi dolciastra che giungevano ad un cuore granitico. Mendes rinuncia, invece, ad ogni tipo di speranza, di libertà e di rilassamento, girando un apologo teso e vibrante dove, subito, lo spettatore intuisce le congetture, le curve e le destinazioni. Non ci sono effetti a sorpresa, ma è questa la bellezza del film, che racchiude la sua potenza nelle parole del giovane ritardato, superbamente interpretato da Michael Shannon, quando sa che la nascita non è niente altro che la creazione non di vita ma di morte.

Sogni infranti, speranze negate e frustrazioni sono la girandola che dà il via a quel balletto dialettico sempre costantemente in posizione di attacco tra i due protagonisti. Dimenticate Titanic, perché il film di Cameron ha poco a che vedere con questo di Mendes: Kate Winslet e Leonardo DiCaprio non sono più gli innamorati passionali e romanzeschi che hanno infranto i cuori di milioni di persone. Stavolta li ritroviamo ancora più maturi e più belli, non per ovvie questioni di estetica ma perché le loro performance rimangono scolpite nella mente e nell’anima dello spettatore come non accadeva da anni.


Titolo: Revolutionary Road (Id.)
Regia: Sam Mendes
Sceneggiatura: Justin Haythe
Fotografia: Roger Deakins
Interpreti: Leonardo DiCaprio, Kate Winslet, Michael Shannon, Kathy Bates, Ryan Simpkins, Ty Simpkins, Richard Easton, David Harbour, Kathryn Hahn, Zoe Kazan, Dylan Baker, Keith Reddin, Max Casella, Max Baker, Jay O. Sanders
Nazionalità: USA, 2008
Durata: 1h. 59′


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Attualmente ci sono 3 commenti a questo articolo:

  1. mi e piaciuto davvero questo film
    di caprio e la winslet hanno recitato ottimamente
    e devo dire che sam mendes e un buon regista

  2. Marco ha detto:

    Questo è un film che può interessare e piacere particolarmente a chi apprezza molto quei drammoni familiari, dove all’azione si preferisce la descrizione psicologica dei personaggi e che abbia un sottotesto e una morale che vorrebbe insegnare qualcosa a chi guarda.
    Io premetto che sono uno di ampie vedute, però questo film era partito bene ma poi andando avanti si, si è lasciato guardare ma non mi ha fatto rimanere dentro niente, niente che valga la pena di ricordarmene.

    I momenti che ho più apprezzato sono le liti dei due protagonisti, dove appunto si possono ammirare le pregevoli interpretazioni di DiCaprio-Winslet mentre nella costruzione degli eventi, comunque ben girati da un bravo mestierante come Mendes, la cosa non mi attratto più di tanto.
    Questo perchè non sono alquanto interessato al genere in questione, ma non dico che è un brutto film ma solo che non mi ha entusiasmato com altri drammi quali Gran Torino e The Westler.
    O forse è solo il fatto che la storia non mi è piaciuta proprio di base? Mah.
    Alcuni buchi di scenggiatura (i figli dove li lasciano sempre che spariscono alla vista dello spettatore?).

    Lo consiglierei solamente per ammirare le interpretazioni dei due protagonisti, preferdo però la prestazione della magnifica Winslet, e di un bravissimo Michael Shannon.
    La musica l’ho trovata un pò assente, solo nei titoli di coda viene fuori tutta.
    La regia non annoia a parte alcuni brevi passaggi ma non disturbano alcunchè.

  3. max ha detto:

    Questo non si puo’ definire semplicemente un film ,la capacita’ del regista di trasmettere l’intima follia di April rende la pellicola un manifesto di denuncia contro la superficialita’ con cui la societa’ cerca di imprigionare ed etichettare il genere umano. Difficilmente il cinema e’ riuscito a mostrare con tanta lucidita’ il filo sottile che separa la normalita’ dalla follia ,Mendes con questa pellicola ha illuminato la vera natura dell’uomo moderno vittima e carnefice dei propri desideri.

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