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"Time" di Kim Ki-duk

25 luglio 2006 Recensioni 0 Commenti
Time

Mikado, 25 Agosto 2006 – Interlocutorio

Seh-hee e Ji-woo stanno insieme da due anni e sono profondamente innamorati, ma con l’andare del tempo Seh-hee diventa ansiosa e preoccupata, temendo che Ji-woo si possa stancare di lei.


Sung Hyun-ah e Ha Jung-woo in TimeIl Kim Ki-duk de L’arco dava l’impressione di aver concluso il lavoro di cesello che lo aveva condotto, film dopo film, alla costruzione di una perfetta macchina rappresentativa in grado di fare a meno della parola. Tanta perfezione correva il rischio di diventare stucchevole, di non portare a nulla più che una manieristica ricollocazione degli elementi (l’acqua, la solitudine, rapporti filiali, eros, peccato e redenzione). In altre parole, dopo L’arco, Kim Ki-duk era vicino ad un vicolo cieco. Come da copione, a precedere questo suo nuovo film è stato l’annuncio (avvertimento? promessa?) di un cambiamento radicale, principalmente per la nutrita presenza di dialoghi. Così è, in effetti, e il regista è andato ad esplorare l’habitat per eccellenza della parola frustrata, sfinita e ripetuta: il rapporto di coppia.

Sung Hyun-ah in TimeSempre in equilibrio tra una realtà all’ancora e una deriva dell’assurdo (i personaggi sono colti più volte nello stupore e nell’incertezza, agiscono e sono agiti con normale titubanza, ma il furore che di tanto in tanto li trascende persiste e va oltre la devastazione fisica e morale), la storia ripete i luoghi (il bar, l’isola, gli appartamenti) e le situazioni cambiando di volta in volta i rapporti tra i protagonisti. Il “tempo” è quindi scandito con precisione, come spesso nei film del regista; questa volta però manca il soffio risolutivo di cui abbondano altre storie di Kim Ki-duk, soffocato proprio dall’eccesso di parola. Non a caso il protagonista, quando cerca di distrarsi col lavoro, è lì al computer che monta Ferro 3. Nulla da fare, però: è distratto, vuole sapere che fine ha fatto la sua ragazza, preoccupato dalle altre figure femminili che sfiora. La discesa verso la pazzia è lì che lo aspetta, ma è un destino che dovrà condividere anche See-hee, mentre il ritmo accelera, i volti si moltiplicano e non si sa mai chi c’è dietro (ma come, in Face/Off perdevano così tanto tempo a modificare il corpo e la voce insieme alle facce…).

Ha Jung-woo in TimeL’inizio si lega alla fine e viceversa, ma che cosa resta dopo il turbinio di cambiamenti? Ce lo chiediamo anche a proposito del film in sé. Cos’è questo nuovo Kim Ki-duk a cui si sottraggono molte delle sue imprescindibili peculiarità? Non c’è traccia neanche della desolata perfezione d’inquadratura che spesso ci aveva imposto. In Time bisogna correre dietro ai personaggi, anche se non mancano gli spunti legati alla fragilità del mondo rappresentato (le foto, le maschere). Bastano a ricordare la maestria di un cineasta, e magari anche ad apprezzarne un cambio di direzione comunque significativo.

Ha Jung-woo e Sung Hyun-ah in TimeUn film-bivio, e per parlare dei bivi bisogna aspettare di vedere cosa c’è in fondo alla strada scelta. Nel frattempo, i fan di lunga data di Kim apprezzeranno gli elementi autoreferenziali e le incursioni in territori nuovi. Per chi si avvicina per la prima volta al regista coreano, invece, c’è il rischio di male interpretare, di evidenziare gli aspetti negativi e non apprezzare quelli positivi. Un po’ come in una storia d’amore che dura da qualche anno.


La locandina di TimeTitolo: Time (Id.)
Regia: Kim Ki-duk
Sceneggiatura: Kim Ki-duk
Fotografia: Sung Jong-moo
Interpreti: Sung Hyun-ah, Ha Jung-woo, Park Ji-yun, Kim Sung-min, Seo Ji-seok, Jung Hwan, Jung Ki-woon, Kang Shin-il, Kim Ji-hyun, Kim Bo-nah, Im Hyun-sung, Choi Nam-seok, Hong Jung-yun, Seo Young-hwa, Ahn So-rim, Yoo Jeong, Nah Soo-yoon
Nazionalità: Corea del Sud, 2006
Durata: 1h. 37′


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