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"Angel - La vita, il romanzo" di François Ozon

28 settembre 2007 Recensioni 0 Commenti
Gabriele Marcello, 28 Settembre 2007: Melodrammatico
Teodora, 5 Ottobre 2007

Figlia di una droghiera nell’Inghilterra di inizio Novecento, Angel è una ragazza ambiziosa e con velleità letterarie. La pubblicazione di un suo romanzo, tutto colpi di scena e svenimenti, le dà successo e fama. Si innamora (non ricambiata) e sposa il pittore Esmé, uomo bello ma dedito al gioco e alle donne…


Ci sono due modi per vedere l’ultimo film del regista francese François Ozon: il primo è con l’occhio critico e nostalgico di chi ha amato i fiammeggianti melodrammoni cinematografici degli anni ’40 e ’50, la seconda è con la più totale purezza ed estraneità. Quest’ultima opzione è la più difficile e ardua, dal momento che sottolinea l’unico difetto della pellicola, cioè la difficile fruibilità da parte di un pubblico poco esperto e per nulla cinefilo.

Tratto dall’omonimo romanzo della scrittrice inglese Elizabeth Taylor, il film basa tutta la sua forza su due elementi cardine del cinema classico: la passione panteistica e la perdita. Angel è un personaggio volitivo e intenso, che trasfigura la realtà che la circonda inventandone una molto simile a quella dei suoi romanzi. Non riesce a esprimere reali sentimenti, perché filtrati da un velo di finzione continua che la conduce a non comprendere il senso delle cose e della vita. Questo surplus e questo ipertrofismo della passione terminano in maniera graduale, come una lenta discesa, concepita per condurre a cristallizzazione il senso interno della protagonista e solo lei, dal momento che tutti gli altri personaggi non hanno alcun valore necessario all’interno della sua vita.

Un film “assolo” per attrice, questa è la considerazione più lampante che si può trarre dalla visione della pellicola, un’opera in bilico continuo tra il kitsch ridicolo e il meraviglioso gioco della finzione. Affermare, però, che Angel sia un omaggio alla vecchia Hollywood è un errore madornale: gli omaggi (voluti e non) sono sempre discreti e il film è sfacciatamente costruito come se fosse un falso d’autore. Ozon adora le atmosfere affettate e leziose del miglior cinema che fu e ogni inquadratura rimanda a una pellicola specifica. L’inizio sembra Piccole Donne di Mervin Leroy, la scena della festa è Jezebel – Figlia del Vento di William Wyler, molti degli interni e l’epilogo spuntano fuori come scene tagliate dai lavori di Vincent Minelli. In alcuni momenti sembra di assistere a un remake di singoli frammenti, come il raggiungimento/risoluzione sotto la pioggia di Angel ed Esmé, dove si è sempre sul punto di rivedere Rossano Brazzi e June Alison nel finale di Piccole Donne.

Se la prova di Romola Garrai (identica in alcune sequenze alla Rossella di Via col Vento) può essere amata o odiata dal pubblico, per gli esperti vale il prezzo del biglietto, come del resto il film. Non c’è nulla fuori posto, i dialoghi sono perfetti, la costruzione scenografica delle scene e i costumi sono eccellenti così come la caratterizzazione dei personaggi. Il problema di Angel è che, se i cinefili lo ameranno e lo apprezzeranno, conserva un senso troppo old fashion per essere gustato e capito da uno spettatore medio, sempre alla ricerca di un realismo (positivo o negativo) che la pellicola ed il regista rifiutano a priori.


Titolo: Angel – La vita, il romanzo (Angel)
Regia: François Ozon
Sceneggiatura: François Ozon
Fotografia: Denis Lenoir
Interpreti: Romola Garai, Lucy Russell, Michael Fassbender, Sam Neill, Charlotte Rampling, Jacqueline Tong, Janine Duvitski, Christopher Benjamin, Jemma Powell, Simon Woods, Una Stubbs, Alison Pargeter, Seymour Matthews, Tom Georgeson
Nazionalità: Regno Unito – Francia – Belgio, 2007
Durata: 1h. 58′


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