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"Amore & altri rimedi" di Edward Zwick

22 febbraio 2011 Recensioni 4 Commenti
Enrico Sacchi, 19 febbraio 2011: Deprimente
20th Century Fox, 18 Febbraio 2011

Un giovane brillante ma pigro lavora come rappresentante farmaceutico quando conosce una ragazza colpita in età precoce dal morbo di Parkinson e ci va a letto. Il sesso è bello e appagante, ma lui non è pronto a un legame serio e lei lo respinge a causa della malattia…


L’amore come rimedio a un vuoto che i due protagonisti si portano dentro, con diversa consapevolezza. Lei ha una malattia che con il passare degli anni le renderà la vita sempre più impossibile, e ha materialmente bisogno di qualcuno che le stia vicino senza scappare, per quanto non voglia ammetterlo. Questo la porta ad allontanare per istinto chiunque le si avvicini con intenzioni minimamente serie, negandosi più di una possibilità di trovare davvero quello di cui ha bisogno. Dall’altra parte lui, il prototipo di quello che potrebbe fare tutto ma non si applica, uno che ha lasciato medicina e si ritrova a fare il venditore di quello che capita, nello specifico farmaci. Lui, che non riesce a fare gli sforzi minimamente necessari per mantenere in piedi una relazione decente con una donna sana, ma passa di letto in letto senza sosta. Lui, che non riesce a volere realmente bene nemmeno a persone che conosce da anni. Lui, proprio lui, va a innamorarsi della malata di cui sopra. Questo ovviamente lo porterà a crescere e scoprire…

Questo basta a dare un’idea purtroppo chiara dello scarso contenuto effettivo del film. Effettivo, perché la storia principale ruota sì di continuo intorno a questi usurati poli che sono i due protagonisti, sbozzati poco e male, ma oltre a questo ci sono almeno altri due temi importanti sfruttati quasi per niente e una serie di parentesi sulla carta trasgressive ma in realtà solo volgari. Se il personaggio di Anne Hathaway esiste solo come catalizzatore delle attenzioni del protagonista maschile e della pietà del pubblico, quello di Jake Gyllenhaal è in potenza anche un figlio deludente e un ingranaggio dell’industria farmaceutica per cui lavora, ma l’evoluzione della sua storia ci ricorda di continuo che conta solo come uomo innamorato di una malata.
Tema, questo della malattia e dei suoi effetti per chi ci vive vicino, trattato in maniera limitata e superficiale. Forse il film vuole essere solo un’altro dei tanti di quel filone patetico di Love Story o Autumn in New York, ma con degli attori così distratti e vacui, un’infornata di banalità e delle gag di uno scurrile che persino i Vanzina si tirerebbero indietro, siamo lontani persino da un livello minimo del filone depressivo. Amore e altri rimedi viene pubblicizzato come una commedia, ma alla resa dei conti risulta deprimente da quanto è brutto.


Titolo: Amore & altri rimedi (Love and Other Drugs)
Regia: Edward Zwick
Sceneggiatura: Charles Randolph, Edward Zwick, Marshall Herskovitz
Fotografia: Steven Fierberg
Interpreti: Jake Gyllenhaal, Anne Hathaway, Oliver Platt, Hank Azaria, Josh Gad, Gabriel Macht, Judy Greer, George Segal, Jill Clayburgh, Kate Jennings Grant, Katheryn Winnick
Nazionalità: USA, 2010
Durata: 1h. 52′


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Attualmente ci sono 4 commenti a questo articolo:

  1. Riccardo ha detto:

    è davvero così terribile?
    Peccato mi attirava visto che Jake Gyllenhaal e Anne Hathaway sono tornati a recitare assieme dopo il capolavoro di Ang Lee.

    Albè, lo hai visto L’ultimo samurai? Secondo me è il film dove Tom Cruise ha dato il meglio di se.

  2. Enrico Sacchi ha detto:

    Se sei un fan di almeno uno dei due attori e ci tieni a vederli recitare insieme, può valere la pena, io l’ho visto per lo stesso motivo, ma come prove recitative sono comunque scarse rispetto ad altre che tutti e due hanno dato. Vanno in giro per quasi tutto il film con le stesse facce o con atteggiamenti molto di maniera, per cui o non si sono sforzati granché oppure sono stati proprio diretti male. Tra le due ipotesi, propenderei per la prima.
    Se cerchi semplicemente una commedia romantica qualsiasi, questo è meno brillante e più triste di tante altre. Per un film drammatico – sentimentale, ci sono in giro esempi molto migliori anche con una trama simile.

  3. Alberto Cassani ha detto:

    Riccardo, secondo me “L’ultimo samurai” è un film terribile.

  4. Marco ha detto:

    Forse chi si aspettava una commedia come da trailer sarà rimasto effettivamente deluso col scoprire dopo che in realtà è un film drammatico.
    Però trovo che le prestazioni dei due protagonisti siano buone e la regia abbastanza di maniera, anche se ho apprezzato quelle due o tre scene comiche penso però che il regista le abbia inserite solo per sdrammatizzare un pò la situazione, facendole apparire alcune un pò fuori luogo.
    L’argomento del Parkinson però penso sia stato trattato degnamente, ibridamente fra dramma e ironia.
    Forse un finale tragico ne avrebbe giovato di più piuttosto che col solito happy end.

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