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"Anarchia - La notte del giudizio" di James DeMonaco

23 settembre 2014 Recensioni 5 Commenti
Anarchia - La notte del giudizio

Universal, 23 Luglio 2014 – Precotto

Lo “Sfogo Annuale”, la notte per l’espiazione di peccati e ingiustizie subite nel corso dell’anno, torna puntuale come un orologio svizzero scatenando la violenza sulle strade per giustificare quel diritto acquisito con la Legge, di essere Padri Fondatori degli equilibri sociali…


Emmanuel Howell in Anarchia - La notte del giudizioA un anno dal primo, discusso, capitolo di quella che sarà probabilmente una saga se non un’epopea, DeMonaco torna in sala giocando alla volpe e l’uva, ma pur riuscendo a raggiungere l’ambito frutto toppa inesorabilmente stagione. Nonostante i tanti e pesanti buchi narrativi e di regia, il primo Purge ha introdotto tematiche nuove e originali, alla stregua di Hunger Games, tanto che si attendeva il sequel per consacrare nell’olimpo hollywoodiano il regista newyorchese. DeMonaco, fiutato il vento dell’hype, ha quindi pensato di adattare regia, sceneggiatura e trama non a quelle regole non scritte che tuttavia governano il mondo (ci sono ricchi e poveri, chi comanda e chi subisce, chi ha libero arbitrio e facoltà di scrivere vangeli super partes…) per condannarne stereotipi e limitazioni ma per placare i cori levatisi dal web. Ci troviamo quindi davanti un lungometraggio che sposta la camera dagli spazi chiusi e claustrofobici delle quattro mura domestiche agli open space che ammiccano tanto ad Arancia Meccanica quanto al Giustiziere della notte, con un finale che riporta alla memoria il truce gioco al massacro di The Running Man.

Frank Grillo in Anarchia - La notte del giudizioL’intento del regista è chiaro: partire da un problema noto – sovrappopolazione ed equilibrio sociale – per mostrare come ego e arroganza di chi voglia ergersi a Dio in terra – i ricchi, padri fondatori sotto il mantello protettivo della legge – abbiano il potere di definire l’ordine delle cose in netta antitesi a quella selezione naturale che regola l’ecosistema nei restanti 364 giorni dell’anno. Di naturale, però, c’è ben poco se la notte dello sfogo è marcata rosso sangue sul calendario, come la valvola di sfogo a pressioni e tensioni accumulate per un intero anno, tenute sopite, rancorose, dentro cuore e anima, e sprigionate senza freni in una vera e propria mattanza. La domanda di fondo dovrebbe essere ben altra, come il fine del film: può quel vuoto pneumatico che si fa gioco delle nostre vite, essere colmato in questo modo?

Keith Stanfield in Anarchia - La notte del giudizioLe fondamenta quindi non ci sono e declinando il film per aspetti diversi come recitazione, pathos o giudizio complessivo, si torna ai luoghi comuni dell’occasione mancata. Perché vada per il budget contenuto, gli attori sconosciuti eccezion fatta per l’eroe di turno, una fotografia spoglia di tratti distintivi ma comunque buona, ma perché buttarla lì alla stregua di un survival-thriller/horror? A fine proiezione si resta perplessi su cosa si sia visto, con più dubbi di quelli creati con il primo episodio, il che rimanda a un terzo appuntamento citofonato già a metà film.


La locandina di Anarchia - La notte del giudizioTitolo: Anarchia – La notte del giudizio (The Purge: Anarchy)
Regia: James DeMonaco
Sceneggiatura: James DeMonaco
Fotografia: Jacques Juffret
Interpreti: Frank Grillo, Carmen Ejogo, Zach Gilford, Kiele Sanchez, Zoë Soul, Edwin Hodge, Michael K. Williams, Justina Machado, John Beasley, Jack Conley, Jack Conley
Noel Guglielmi, Castulo Guerra, Roberta Valderrama

Nazionalità: USA – Francia, 2014
Durata: 1h. 43′


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Attualmente ci sono 5 commenti a questo articolo:

  1. Eddie ha detto:

    A me è piaciuto, eccezion fatta per il finale decisamente troppo buonista. Per il resto un film appassionante e dall’idea di base molto carpenteriana, geniale oserei dire, che in mano ad un regista con più polso probabilmente avrebbe reso di più. Comunque dignitoso.

  2. Fabrizio Degni ha detto:

    Ciao Eddie,
    ti ringrazio per il commento, io invece in questo sequel di Carpenter non ho trovato nulla… anzi mi è sembrato molto diverso come vocazione, di certo una maggiore cura per l’analisi introspettiva dei personaggi, come tu stesso hai sottolineato per la regia, avrebbe permesso al film una valutazione, almeno dal mio punto di vista, piu’ “matura”. Appuntamento al 3zo? ^_^

  3. Marco ha detto:

    Piaciute solo le ore che precedono la purificazione (ergo i primi 20 minuti), poi scade notevolmente nell’action movie tipico fra sparatoie, botte, inseguimenti e quant’altro e la recensione mi trova d’accordo su questo.
    Finale che vuol sorprendere ma che per me parso palese fin da subito iniziate le ultime scene che lo precedono.

    A questo punto ho apprezzato e rivaluto più il prototipo dove regia, script e climax sono originali, freschi, nitidi ed asciutti.

  4. Marco ha detto:

    Visto “Election Year”: personalmente l’ho trovato più interessante e meglio scritto rispetto al secondo (troppo guerrigliero) episodio, anche se la componente da thriller-politico non è una delle mie preferite.
    Netta differenza fra i buoni e i cattivi (metafora delle ultime elezioni USA) che può sembrare troppo macchiettistica ma che ben si integra con quello che il regista-sceneggiatore vuole descrivere.
    Nel prefinale stava prendendo una piega che non mi sarebbe piaciuta, menomale che un evento ha cambiato le carte in tavola (SPOILER: evitare che i buoni uccidessero i cattivi contro la missione di soccorso della senatrice).
    Un onesto capitolo finale che ben chiude una trilogia di un regista, a parer mio, molto valido a cui spero diano altri lavori in modo da poter continuare la propria visione pessimistica della società odierna.

  5. Marco ha detto:

    Albe o Fabrizio, vostro opinioni riguardo quest’ultimo e la trilogia in generale?

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